Contro 10 anni di controriforme universitarie in Europa e la Conferenza dei ministri dell'Istruzione dell'Ue
10mila studentesse e studenti inondano Vienna!
Assediati i ministri dell'istruzione in cena di gala nel castello delle celebrazioni

Dall'11 al 14 marzo si sono svolte a Vienna la conferenza europea dei ministri dell'istruzione (46 in tutto) per festeggiare i dieci anni dalla "dichiarazione di Bologna", ovvero di quel processo che oltre dieci anni fa, ha dato il via libera allo smantellamento dell'Università pubblica e di massa a livello europeo attraverso le varie controriforme portate avanti dai singoli stati dell'Unione e da molti Paesi dell'Est Europa. Come era prevedibile e come ha denunciato fin da subito l'Onda studentesca: "i ministri dell'istruzione si limiteranno velocemente ad osannare il lavoro svolto finora e poi passeranno ad analizzare come e in che direzione rendere più efficace il progetto di un'università sempre più per pochi, come e in che modo renderla sempre più a disposizione delle imprese e del mercato".
La vera novità rispetto alla riunione del 1999 è stata quindi la risposta di piazza degli studenti. Giovedì 11 marzo un grande corteo di oltre 10.000 studenti e studentesse ha bloccato il centro della capitale austriaca, paralizzando il traffico, ha quindi invaso le scalinate del parlamento scandendo slogan come "Riprendiamoci il futuro", "Ci bloccano il futuro, blocchiamo la città" "Stop Bologna process" ma anche "anticapitalism" e "Revolution one solution", per concludersi in serata dinanzi al castello di Hofburg, da dove sono partiti numerosi blocchi stradali. Soddisfatti gli organizzatori, come si legge nelle cronache dell'Onda: "Il corteo è composto dai Sindacati e dai movimenti studenteschi che in Germania, Austria e Italia, in Spagna, in Francia come in Olanda, in Serbia e in Slovenia si oppongono alla riforma degli ordinamenti didattici, alla riduzione degli investimenti pubblici nella formazione e nella ricerca, all'applicazione delle norme sulla valutazione dei crediti e contro la scansione dei cicli didattici.
Bloccato il centro della capitale austriaca: la manifestazione ha attraversato la metropoli, sanzionando banche e agenzie interinali, appendendo e calando striscioni su palazzi e luoghi simbolici, portando la contestazione davanti al parlamento, finendo la marcia ai margini del palazzo imperiale che ospita le tristi e blindate celebrazioni, proseguendo con blocchi delle strade nati da cortei selvaggi e non autorizzati! Diversi gruppi di studenti e studentesse hanno circondato il palazzo imperiale, gli shuttle bus e le auto blu, impedendo loro di muoversi, ricacciandoli nello stesso palazzo dove credevano di poter festeggiare indisturbati il processo di Bologna. Uno dei blocchi è stato circondato dalla polizia e sembrano numerosi gli attivisti fermati, nel frattempo le forze dell'ordine continuano a mettere in atto provocazioni nei confronti di tutti i cortei selvaggi. Siamo pronti a dare il via ai workshop e seminari nelle facoltà occupate, sempre gridando quanto è stato tra i leit motiv del corteo: "Di chi è l'università? È nostra l'università!"
Come annunciato la mobilitazione non si è limitata a un netto "No alle controriforme universitarie", che per l'Italia comprendono l'introduzione del percorso 3+2 (legge Zecchino) ed Y, le tante leggi e leggine che hanno ridotto l'università ad una "fabbrica di precari", la legge 133 e la contestatissima "riforma" Gelmini del governo del neoduce Berlusconi che ovviamente fanno da apripista per un modello di istruzione privatistico e di classe. Il 12, il 13 e il 14 marzo, all'indomani del corteo internazionale, si è svolto un vero e proprio controvertice, dove gli studenti si sono confrontati sulle rispettive "situazioni locali" ed hanno discusso le forme di lotta e di organizzazione più efficaci "su un'agenda politica il più possibile comune".
Le delegazioni più numerose sono state quelle di tre Paesi: Francia, che nel 2006 ha visto esplodere il movimento contro il Cpe; Grecia, che nel 2007/2008 ha intensificato le lotte contro l'applicazione del processo di Bologna ed ora si sta battendo per cacciare il governo che non ha mosso un dito per far fronte alla spaventosa recessione economica ed alla disoccupazione dilagante; Italia, che ha all'attivo le grandi manifestazioni anti-Moratti e Gelmini dell'Onda nel triennio 2005-2008.
Importante anche la forte presenza degli studenti tedeschi e svizzeri ed ovviamente del movimento studentesco austriaco, di cui fa parte il sindacato Oeh, che nell'autunno scorso ha dato vita alle occupazioni contro l'aumento delle tasse a 300 euro e che ha costruito l'accoglienza per il contro-vertice occupando l'aula magna dell'Unicampus ed organizzando le assemblee generali in tutte le facoltà. Dalla discussione è emerso che il punto di riferimento più avanzato sarebbe il movimento francese contro il Cpe che "è riuscito a ottenere una vittoria, anche perché non è rimasto confinato al mondo studentesco ma si estese a gran parte del mondo del lavoro sindacalizzato", per questo l'obiettivo che il movimento studentesco "European wave" si è dato a breve termine è quello di "creare collegamenti con i settori del lavoro in mobilitazione contro le conseguenze della crisi, e legarsi a qualsiasi lotta in difesa dei beni comuni e contro le privatizzazioni".
Il 13 marzo circa 200 studentesse e studenti hanno manifestato dinanzi alla sede dell'ambasciata italiana di Vienna bloccando la strada antistante in solidarietà con gli studenti imputati nel processo "Rewind", che ha preso di mira la grande mobilitazione del 19 maggio 2009 a Torino contro il G8 University Summit e ai disordini con le "forze dell'ordine" che presidiavano la zona rossa del vertice. L'11 di marzo, guarda caso, c'era stata la prima udienza preliminare del processo che ha visto la richiesta da parte del pm di pene che vanno dall'anno e sei mesi all'anno e dieci mesi per i 21 studenti arrestati: gli studenti rivendicano di "aver deciso collettivamente la violazione della zona rossa nella quale si stava svolgendo il summit ritenuto illegittimo".

17 marzo 2010