Direttive della Rivoluzione culturale proletaria
1966

 
Tenere il popolo ignorante va a vantaggio dei despoti; renderlo intelligente va a nostro vantaggio. Dobbiamo condurre gradualmente il popolo fuori dall'ignoranza.
(11 febbraio 1966)

Il vento non cessa nemmeno se gli alberi vogliono riposare.
(2 giugno 1966)

Senza distruzione, non ci può essere costruzione; senza ostruzione, non ci può essere flusso; senza blocco, non ci può essere movimento.
(8 giugno 1966)

In ogni circostanza, gli sfruttatori e i reazionari sono la minoranza, mentre gli sfruttati e i rivoluzionari sono la maggioranza. Pertanto la dittatura dei primi è ingiustificabile, mentre la dittatura degli ultimi è pienamente giustificabile
(17 giugno 1966)

(Commento sui sette buoni esempi del lavoro manuale fra i quadri del Zhejiang)
La lotta di classe, la lotta per la produzione e la sperimentazione scientifica sono i tre grandi movimenti rivoluzionari per la costruzione di una grande nazione socialista, per la salvaguardia del comunista dal burocratismo, dal revisionismo e dal dogmatismo così che possa sempre essere vincente, e la sicura garanzia che il proletariato possa unirsi con le vaste masse lavoratrici per condurre la nostra dittatura democratica.
(26 giugno 1966)

Nella Grande Rivoluzione culturale proletaria è imperativo organizzare ed estendere le forze proletarie di sinistra e fare affidamento su di esse per sollevare, unire ed educare le masse.
(3 luglio 1966)

Perché spaventarsi di fronte alle onde alte? È nelle "onde alte" che si è evoluta la società umana.
(26 luglio 1966)

Il nuoto ha le proprie regole. È facile imparare, una volta acquisite le regole.
(26 luglio 1966)

È mio desiderio unirmi a tutti i compagni del nostro Partito per imparare dalle masse e continuare ad essere uno studente.
Persino la trasformazione da un cambiamento quantitativo ad uno qualitativo e la negazione della negazione sono unità di contraddizioni. In ogni modo la si metta, sono ancora lotte di opposti. La dialettica può essere monistica, mai pluralistica. La natura e la società sono colme di contraddizioni. Quando ne viene risolta una, ecco che ne compare un'altra. Non esistono mondi o società senza contraddizioni. Talvolta possiamo non essere in grado di definire una specifica contraddizione, ciononostante essa esiste, che ci piaccia o no. Le contraddizioni sono la forza motrice dello sviluppo di ogni cosa. Così è stato nel passato, così è nel presente e così continuerà ad essere nel futuro.
(30 luglio 1966)

Per quel che riguarda la nostra gioventù, la materia di apprendimento principale è la lotta di classe.
(2 agosto 1966)

Non dobbiamo mai staccarci dalle masse, in modo da poterle conoscere, comprendere, stare dalla loro parte e servirle bene.
(17 agosto 1966)

Un comunista non deve mai porsi al di sopra delle masse alla stregua di un burocrate. Esso, in presenza delle masse, deve comportarsi come un lavoratore ordinario, unirsi a loro e diventare uno di loro.
(20 agosto 1966)

Che il resto del Paese venga a Pechino, o che Pechino vada al resto del Paese! . . . Che coloro i quali vivono lontani vengano a vedere. D'altra parte, i treni adesso sono liberi, non è forse così?
(21 agosto 1966)

Circa il 90% delle squadre di lavoro in tutto il Paese hanno commesso errori generali di orientamento.
(22 agosto 1966)

Non funzionerà mai fare affidamento sulle squadre di lavoro provenienti dalla Marina, dall'Aviazione e dagli organi di governo. Esse non insegnano né imparano. Come potrebbero capire le condizioni esistenti all'interno delle scuole? Jian Bozan dell'Università di Pechino ha scritto numerosi libri e saggi. Li avete letti? Vedete, come potete criticarli? La rivoluzione culturale nelle scuole non deve dipendere dalle squadre di lavoro, né da voi, né da me. Deve dipendere dagli insegnanti e studenti rivoluzionari delle scuole.
(26 agosto 1966)

Io ho fatto cose del genere, in passato. Ho picchiato delle persone e messo cappelli d'asino su proprietari terrieri e signorotti locali. Ma il Presidente ha detto: Non dobbiamo fare le cose in questo modo. Questo è il metodo dei contadini, non il nostro.
(Da un discorso di Chen Yi agli studenti della Scuola di Lingue estere, 30 agosto 1966)

Condurre lotte pacifiche, non lotte violente.
(Aggiunta alla Decisione in 16 punti)

La Grande Rivoluzione culturale proletaria è una rivoluzione che tocca l'animo dell'uomo.
Per realizzare gli obiettivi di questa rivoluzione, noi dobbiamo ricorrere a lotte pacifiche, non violente.
(5 settembre 1966)

In ogni rivoluzione, le cause interne sono quelle fondamentali e le cause esterne sono quelle supplementari.
(7 settembre 1966)

Una rivoluzione dipende da un nucleo interno. Questo lo sanno benissimo i dirigenti borghesi che occupano posti di potere e quei dirigenti che hanno commesso degli errori; i loro fiancheggiatori non fanno che gettare benzina sul fuoco.
(7 settembre 1966)

La contraddizione fondamentale che la Grande Rivoluzione culturale proletaria sta cercando di risolvere è quella fra il proletariato e la borghesia, fra la via proletaria e la via borghese. Il punto principale del movimento è lottare contro i dirigenti che hanno intrapreso la via capitalista all'interno del Partito.
(24 settembre 1966)

Fintanto che sarete in grado di afferrare la lotta di classe, andrà bene.
(1 ottobre 1966)

I popoli del mondo devono essere coraggiosi, devono osare lottare, non devono temere le avversità. Quando chi sta in prima linea cade, chi gli sta dietro deve prenderne il posto. Così facendo, alla fine il mondo apparterrà ai popoli e tutti i demoni saranno distrutti.
(1 ottobre 1966)

Viva i compagni!
(Parole pronunciate al microfono davanti al settimo raduno delle guardie rosse in piazza Tian'anmen, il 10 novembre 1966, in risposta alle grida di "Viva il presidente Mao!", lanciate dalle masse)

La borghesia rovesciata cerca in ogni modo di usare la letteratura e l'arte per corrompere le masse, aprendo così la strada alla restaurazione del capitalismo. Ciò rende i nostri compiti nella letteratura e nell'arte ancor più pesanti. La nostra direzione sul fronte letterario e artistico deve essere rafforzata, invece che alleggerita. Per condurre questi gloriosi compiti, le nostre organizzazioni letterarie e artistiche devono portare la Grande Rivoluzione culturale proletaria fino alla fine.
(28 novembre 1966)
 


NOTE
La fonte dell'opera sono le Opere scelte di Mao Tse-tung (Selected Works of Mao Tse-tung, vol. IX) pubblicate da Kranti Publications (Secunderabad, Andhra Pradesh, India) e Sramikavarga Prachuranalu (Hyderabad, Andhra Pradesh, India).