Lettera a Peng Zhen sulla pubblicazione del discorso alla conferenza dei settemila1

6 febbraio 1966

  
Compagno Peng Zhen2,
ti invito a consultarti con i membri del Comitato permanente a Pechino e con i compagni Kang Sheng3, Dingyi4 e Boda5 e riflettere se sia il caso o meno di assecondare la richiesta dell'Ufficio per la Cina centro-meridionale di spedire il discorso anche ai compagni al livello di distretto e reggimento (rimaniamo sull'Ufficio per la Cina centro-meridionale, senza prendere in considerazione gli altri organi locali, per sfruttarlo come banco di prova).
Sembra proprio che sia di un grosso problema, realizzare autenticamente il centralismo democratico: si tratta di intraprendere coscienziosamente un processo di educazione, sperimentazione ed estensione della sperimentazione, e applicare questo processo più e più volte per un lungo periodo. Così lo potrà realizzare, il centralismo democratico. In caso contrario, per la grande maggioranza dei compagni non resterà che una chiacchiera.
Le modifiche del compagno Wang Renzhong vanno bene.

Mao Zedong
6 febbraio 1966

 
 
NOTE

La fonte dell'opera è Mao Zedong Wenge Tanhua Zhishi Huibian (Raccolta delle dichiarazioni e direttive di Mao Zedong nel corso della rivoluzione culturale).

1. La "conferenza dei settemila" fu una conferenza di lavoro allargata del CC del PCC tenutasi a Pechino dall'11 gennaio al 7 febbraio 1962, alla quale parteciparono anche molti quadri di base, per un totale di circa settemila partecipanti. La conferenza fu un teatro di duro scontro fra i marxisti-leninisti e i revisionisti. Il 30 gennaio Mao pronunciò un importante discorso nel quale parlò della possibilità della presa del potere da parte del revisionismo e della restaurazione del capitalismo. Può essere considerata a tutti gli effetti l'inizio della preparazione della Rivoluzione culturale.
2. Peng Zhen (1902-1997) era membro dell'Ufficio politico del CC del PCC, presidente del gruppo die cinque incaricato della rivoluzione culturale, primo segretario del Comitato municipale di Pechino del PCC e sindaco di Pechino. Fu destituito nel maggio 1966 dopo essere stato smascherato come revisionista e controrivoluzionario, in quanto aveva represso gli studenti pechinesi, protetto le autorità accademiche borghesi e tentato di fare di Pechino un "regno indipendente" sotto Liu Shaoqi.
3. Kang Sheng (1898-1975) era membro supplente dell'Ufficio politico e membro della Segreteria del CC del PCC. Nell'agosto 1966 fu nominato membro del Comitato permanente dell'Ufficio politico del CC del PCC e consigliere del Gruppo per la Rivoluzione culturale sotto il CC. Tenace sostenitore della linea marxista-leninista di Mao nel corso della Rivoluzione culturale, fu presidente del Gruppo centrale per il lavoro di Organizzazione e Propaganda dal 1970 e vicepresidente del CC del PCC dal 1973.
4. Lu Dingyi (1906-1996) era membro supplente dell'Ufficio politico e membro della Segreteria del CC del PCC, direttore del Dipartimento centrale di Propaganda del PCC, viceprimo ministro del Consiglio di Stato e ministro della Cultura. Revisionista alle dipendenze di Liu Shaoqi e Peng Zhen, fu destituito nel maggio 1966 in quanto utilizzava la sua posizione di potere per ostacolare la Rivoluzione culturale.
5. Chen Boda (1904-1989) era membro supplente dell'Ufficio politico del CC del PCC e direttore della rivista teorica Hongqi. Nel 1966 fu nominato membro del Comitato permanente dell'Ufficio politico e presidente del Gruppo per la Rivoluzione culturale sotto il CC del PCC. Smascherato come revisionista di "sinistra" e trotzkista, membro principale della cricca di Lin Biao, fu bersaglio di una campagna di critica nel 1970 ed espulso dal PCC.