Aggiunte alla Circolare del 16 maggio
16 maggio 1966

(...) sciogliere il gruppo dei cinque incaricato della rivoluzione culturale e tutti i servizi che ad esso fanno capo e istituire al suo posto un gruppo per la rivoluzione culturale direttamente alle dipendenze del Comitato permanente dell'Ufficio politico.

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(... l'obiettivo di questa grande lotta, che è criticare Wu Han) e i numerosi rappresentanti antipartito e antisocialisti della borghesia (un certo numero di questi rappresentanti della borghesia si trova anche in seno al Comitato Centrale e ai suoi organismi, come pure in seno a organizzazioni di partito al livello delle province, delle municipalità e delle regioni autonome).

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Si può forse ammettere l'uguaglianza nella lotta del proletariato contro la borghesia, nella dittatura del proletariato contro la borghesia, nella dittatura proletaria sulla sovrastruttura, compresi tutti i settori della cultura, nella lotta del proletariato per l'ininterrotta epurazione dei rappresentanti borghesi che si sono infiltrati nel Partito comunista e agitano la bandiera rossa per opporsi alla bandiera rossa, si può forse parlare di uguaglianza di tutti questi problemi fondamentali? I vecchi socialdemocratici, sulla breccia da qualche decina d'anni, e i revisionisti moderni, alla ribalta da oltre un decennio, non hanno mai ammesso l'uguaglianza tra il proletariato e la borghesia. Essi negano categoricamente la lotta del proletariato contro la borghesia e la dittatura del proletariato sulla borghesia. Sono dunque fedeli lacchè della borghesia e dell'imperialismo e, d'accordo con essi, difendono ostinatamente il sistema ideologico in cui la borghesia opprime e sfrutta il proletariato, difendono a spada tratta il regime capitalista, si oppongono all'ideologia marxista-leninista e al regime socialista. Sono un gruppo di controrivoluzionari, anticomunisti e nemici del popolo; la lotta che conducono contro di noi è una lotta all'ultimo sangue, in cui non c'è ombra di uguaglianza. Perciò, la nostra lotta contro di loro non può che essere all'ultimo sangue; i nostri rapporti con loro non sono affatto rapporti di uguaglianza, ma di oppressione di classe, ossia rapporti di dittatura del proletariato sulla borghesia; non esiste altro, né uguaglianza, né coesistenza pacifica tra classi sfruttatrici e classi sfruttate, né niente di tutto ciò che si chiama umanità, giustizia, virtù, ecc.

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Senza distruzione non esiste costruzione. La distruzione significa critica, significa rivoluzione. Per la distruzione è necessario il ragionamento e questo significa costruzione. In primo luogo viene la distruzione, che naturalmente porta in sé la costruzione.

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In realtà, coloro tra i responsabili del Partito che hanno imboccato la via del capitalismo e appoggiano i despoti borghesi della cultura e i rappresentanti della borghesia che, infiltratisi nel Partito, proteggono i despoti borghesi della cultura, altro non sono che grandi despoti del Partito; essi non leggono né libri, né giornali, non hanno nessun contatto con le masse e sono privi di ogni conoscenza, ma usurpando il nome del Partito, "impongono ad altri il loro arbitrio".

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(Nel momento in cui il proletariato impegna, sul fronte ideologico, una nuova e violenta lotta contro i rappresentanti della borghesia - e bisogna aggiungere che in molti campi e in molte località la lotta non è ancora stata sferrata), o anche se è già iniziata, la maggioranza dei comitati di Partito intendono assai male il loro ruolo dirigente in questa grande lotta e la loro guida è tutt'altro che coscienziosa ed efficace. (...) In compenso, lasciano campo libero a tutti i mostri ed è per questo che da molti anni i nostri giornali, le trasmissioni, le pubblicazioni, i libri, i manuali, le conferenze, le opere letterarie, il cinema, il teatro, l'opera locale, le arti figurative, la musica, la danza, ecc. abbondano di idee nocive. Non hanno mai esaltato la necessità di sottomettersi alla direzione del proletariato; non hanno mai chiesto un'approvazione. Questo contrasto permette di individuare quali siano le posizioni degli autori dello schema.

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(Tutto il Partito deve seguire le istruzioni del compagno Mao Zedong,) tenere alta la grande bandiera della rivoluzione culturale proletaria, denunciare a fondo la posizione reazionaria borghese di questo gruppo di "autorità accademiche" antipartito e antisocialiste, criticare tutte le idee reazionarie borghesi negli ambienti accademici, pedagogici, giornalistici, letterari, artistici, e editoriali, e assicurarsi la direzione in tutti questi campi della cultura. A questo scopo, bisogna al tempo stesso criticare i rappresentanti della borghesia infiltratisi nel Partito, nel governo, nell'esercito e negli ambienti culturali. Questi elementi devono essere allontanati e, in certi casi, assegnati ad altri compiti. Soprattutto bisogna diffidare di loro e impedire che giungano ad occupare posti direttivi nella rivoluzione culturale. Alcuni di questi individui sono stati o sono ancora in posti di comando e ciò rappresenta un gravissimo pericolo.
I rappresentanti della borghesia infiltratisi nel Partito, nel governo, nell'esercito e nei diversi ambienti culturali, formano un'accozzaglia di revisionisti controrivoluzionari. Se si presentasse l'occasione, prenderebbero il potere e trasformerebbero la dittatura del proletariato in dittatura della borghesia. Abbiamo scoperto alcuni di questi individui; altri non sono ancora stati scovati; altri ancora, per esempio gli individui del tipo di Krusciov, godono ora della nostra fiducia, vengono formati come nostri successori e si trovano attualmente in mezzo a noi. I comitati del Partito a tutti i livelli devono prestare la dovuta attenzione a questo punto.

NOTE

La fonte dell'opera è Mao Zedong Sixiang Wansui (Viva il pensiero di Mao Zedong), vol. 1961-1968. La traduzione è impostata sulla base del testo della Circolare del 16 maggio pubblicato su Il Bolscevico nel maggio 2006 in occasione del 40° anniversario della Grande Rivoluzione culturale proletaria.