Fare affidamento sulla base
Discorso ad una riunione con alcuni quadri dirigenti, fra cui membri dell'Ufficio politico e del Gruppo per la Rivoluzione culturale sotto il CC

21 luglio 1966
 
 La conferenza1 si è aperta due giorni fa per discutere dell'attività rivoluzionaria in alcune università e principalmente del ritiro delle squadre di lavoro e della correzione della politica delle squadre di lavoro. L'altro ieri non si è parlato delle squadre di lavoro. L'ex Comitato municipale era marcio, il Dipartimento centrale di Propaganda era marcio, il Ministero della Cultura era marcio, il Ministero dell'Istruzione superiore era cattivo, e pure il Renmin Ribao non andava bene2.
Quando il 1° giugno fu presa la decisione di pubblicare i manifesti murali a grandi caratteri, considerammo che non si poteva fare altrimenti. La Rivoluzione culturale deve contare su di essi, altrimenti su che altro potrebbe basarsi? Voi non avete capito la situazione, per due mesi non ne siete venuti a capo, ma non ci riuscireste nemmeno in sei mesi o in un anno. Prendete ad esempio Jian Bozan: ha scritto tantissimi libri, ma siete in grado di leggerli? Siete in grado di criticarli? Solo loro, che hanno scritto i manifesti a grandi caratteri, capiscono la situazione; nemmeno io posso farci nulla. Ci si può affidare soltanto agli insegnanti e studenti rivoluzionari.
Ora a farla da padrona è la paura dei disordini. Adesso abbiamo sospeso le classi, ma le mense continuano a funzionare, così gli insegnanti e gli studenti rivoluzionari mangiano e si rinvigoriscono. Certo che creano dei disordini, che altro dovrebbero fare? Fare affidamento su di loro è l'unica strada. Ma se si va avanti come si è fatto finora, piano piano come negli scorsi due mesi, quanti mesi o anni ci vorranno? Ieri si è detto che dovete correggere la politica dell'invio delle squadre di lavoro. Al momento attuale che stanno facendo? Sono d'ostacolo e sono incompetenti, incapaci di lottare e incapaci di trasformarsi. Io non posso farci nulla: l'unico metodo attualmente consiste nel fare la rivoluzione, nel lottare contro i malfattori e nel trasformare l'ideologia. La Grande Rivoluzione culturale è critica dell'ideologia e dell'autorità borghesi. Quanto si è dovuto lottare contro Lu Ping3? E contro Li Da4? Jian Bozan ha prodotto un sacco di libri; siete in grado di combatterlo? Le masse hanno creato una metafora sul suo conto: "Grande demone in piccolo tempio; tante tartarughe in basso stagno" e hanno avuto la meglio su di lui; voi ne sareste stati capaci? Io no, e nemmeno le province. A proposito della riforma dell'insegnamento, nemmeno io ne ho esperienza diretta, perciò non ci si può affidare ad altri che alle masse e successivamente rimettere insieme la questione.
Le squadre di lavoro devono essere trasformate in gruppi di collegamento o in gruppi di consiglieri. Voi dite che i consiglieri hanno troppo potere, allora chiamiamoli responsabili di collegamento. Da qualche mese hanno ostacolato la rivoluzione e, di fatto, hanno aiutato la controrivoluzione. Alcune squadre di lavoro "siedono sulla montagna e osservano le tigri azzuffarsi", se ne stanno a guardare mentre gli studenti si combattono tra loro. L'Università di Comunicazioni di Xi'an proibisce alla gente di telefonare, mandare telegrammi e venire a Pechino; bisogna presentare documenti con scritto: "telefonata approvata", "telegramma approvato", "approvato che questo o quello vada al Centro". Queste cose sono già scritte nello Statuto del Partito! Il Xinhua Ribao di Nanchino è stato preso d'assedio; io penso che non ci sia nulla di male. Che sarà mai starsene senza giornale per tre giorni? O sarete voi a lanciarvi nella rivoluzione, o sarà la rivoluzione a sfondarvi la porta di casa. Perché mai bisognerebbe proibire di assediare i comitati provinciali e municipali, le redazioni dei giornali, il Consiglio di Stato? Quando vengono delle brave persone, non le ricevete mai. Vorrà dire che lo farò io. Se continuerete a mandare dei pesci piccoli e a non presentarvi di persona, andrò io a riceverle.
Insomma, si ha paura, paura della controrivoluzione, paura dei coltelli e delle armi da fuoco. Nessuno va a vedere con i propri occhi cosa succede dove ci sono dei disordini. Li Xuefeng5 e Wu De6, voi due non andate mai a vedere, passate le giornate ad occuparvi dei soliti affari. Se manca la conoscenza percettiva, come si farà a dare indicazioni? Io ritengo corretti i tre dibattiti tenutisi all'Università di Pechino. Tutti i presenti a questa conferenza devono andare dove ci sono i disordini. C'è chi ha paura di parlare; che costoro provino a dire: "Siamo venuti per imparare e appoggiare la vostra rivoluzione". Quando vi si chiede di andare dove sono in corso dei disordini, andateci subito e poi ritornateci.
Coloro che vengono definiti insegnanti e studenti rivoluzionari sono impeccabili, mentre voi non siete riusciti ad acquisire un briciolo di conoscenza percettiva nello spazio di uno-due mesi. Quando andrete, sarete accerchiati. Ad esempio, al Collegio di Trasmissioni ed all'Università Normale di Pechino è venuto a crearsi il problema dei pestaggi, quindi alcuni hanno paura di essere picchiati e chiamano le squadre di lavoro a proteggerli. Ma insomma, non è morto nessuno! La sinistra si rafforza quando viene colpita. In breve, le squadre di lavoro sono incapaci di lottare, non sono in grado di trasformarsi; né un semestre né un anno intero risolveranno la situazione. Solo chi si trova nelle unità di base in questione è in grado di lottare e di trasformarsi. La lotta è distruzione, la trasformazione è costruzione. Sei mesi possono bastare per scrivere nuovi libri di testo: penso che vadano semplificati e ripuliti degli errori. Non c'è il tempo di aggiungervi del materiale, eccetto gli editoriali e le direttive del Centro. [Qualcuno dice: "Aggiungiamo gli scritti del Presidente."] Qui si tratta di dare orientamenti e indicazioni, non di somministrare una dottrina. Per esempio, quale libro vi dice come affrontare la questione dei pestaggi al Collegio di Trasmissioni? Quale generale consulta un libro mentre infuria una battaglia? In questa fase occorre trasmettere gli orientamenti.
Nei comitati della Rivoluzione culturale devono trovare posto la sinistra, il centro e la destra. Sì, ci vuole anche qualche destrorso. Jian Bozan, per fare un esempio, può essere impiegato sia dalla destra che dalla sinistra: è un dizionario vivente. Però alla destra non bisogna permettere di raggrupparsi. Bisogna fare come la casa editrice Zhonghua e allestire dei corsi di formazione. I dizionari viventi, se non sono proprio odiati dal popolo, possono avere i propri rappresentanti. È bene che nelle conferenze e nei comitati della Rivoluzione culturale ci siano fazioni contrapposte; ciò però non vale per i comitati permanenti.
Oltre a te (indica Li Xuefeng), il vostro Comitato municipale non deve essere composto da troppe persone, altrimenti "insorgeranno", passeranno il loro tempo a fare telefonate e stilare rapporti statistici. Da me c'è solo un segretario, che è più che sufficiente. Al momento attuale i responsabili dei ministeri e dei dipartimenti hanno troppi segretari: bisogna farne piazza pulita. Ai tempi di Yan'an non avevo nessun segretario. Nei comitati municipali è sufficiente avere chi si occupa della corrispondenza; voialtri7 non fate i segretari, andate piuttosto a svolgere del lavoro manuale! Alcuni ministeri del Consiglio di Stato possono essere trasformati in dipartimenti. Avere un apparato amministrativo di proporzioni colossali è sempre stato inutile.
Un sacco di gente non riflette. Primo: le classi sono sospese; secondo: le mense continuano a servire i pasti; terzo: ci sono dei disordini. Creare dei disordini è fare la rivoluzione. Dopo l'istituzione delle squadre di lavoro, c'era chi voleva che le cose tornassero come erano prima. Ma questo non ha nessuna importanza. Siamo sicuri che i responsabili dei nostri ministeri e dipartimenti siano così affidabili? Chi è che controlla alcuni ministeri, alcuni dipartimenti e alcune redazioni di giornali? Quattro giorni dopo essere tornato a Pechino, ero ancora favorevole a mantenere la situazione così com'era. Parecchie squadre di lavoro non fanno che ostruire il movimento, come alla Tsinghua e alla Beida. Bisogna che nelle direttive sia scritto: chi commette atti di violenza, uccide e sabota è un controrivoluzionario; chi scrive manifesti murali a grandi caratteri o striscioni reazionari non va arrestato. C'è chi scrive: "Sosteniamo il Comitato centrale del Partito! Abbasso Mao Zedong"; perché diamine andrebbero arrestati? Sostengono pur sempre il Comitato centrale del Partito! Non bisogna cancellare la controrivoluzione dalla storia, è bene che resti come esempio. Lottate contro chi ha tendenze negative, ma non ricorrete ai pestaggi per nessuna ragione! Lasciateli "fiorire e contendere". C'è forse da aver paura di qualche manifesto murale a grandi caratteri o di qualche striscione reazionario?
 
 
NOTE

La fonte dell'opera è Mao Zedong Sixiang Wansui (Viva il pensiero di Mao Zedong), vol. 1961-1968.
Nel Wansui, tale discorso è intitolato semplicemente: "Discorso importante". Nel II volume della Raccolta di manifesti murali a grandi caratteri (dicembre 1966) è indicato come: "Conversazione del presidente Mao con membri dell'Ufficio politico e del Gruppo centrale per la Rivoluzione culturale".

1. Si riferisce con ogni probabilità alla conferenza per l'esame della situazione della Grande Rivoluzione culturale proletaria convocata da Mao (appena tornato a Pechino dopo la famosa nuotata nello Yangtze) dal 19 al 23 luglio 1966 e presieduta da Liu Shaoqi. Alla conferenza, Liu e Deng Xiaoping parlarono a favore delle squadre di lavoro e lo stesso Deng tentò di evitare che la posizione di Mao e delle guardie rosse trapelasse all'esterno della conferenza. Il 24 luglio, alla riunione congiunta del Comitato permanente dell'Ufficio politico del CC e del Gruppo per la Rivoluzione culturale sotto il CC, Mao criticò Liu e Deng e fu deliberato di ritirare le squadre di lavoro. Il 28 luglio il Comitato municipale di Pechino, che dopo essere stato riorganizzato a maggio aveva stabilito l'invio delle squadre, adottò una risoluzione in tal senso.
2. Il Comitato municipale di Pechino fu riorganizzato nel maggio 1966 con la destituzione di Peng Zhen dagli incarichi di primo segretario e sindaco di Pechino. Nel corso del 1966 furono destituiti anche i responsabili del Dipartimento di Propaganda del CC del PCC, del Ministero della Cultura, del Ministero dell'Istruzione superiore e del Renmin Ribao.
3. Lu Ping (1914-2002), presidente dell'Università di Pechino e segretario del locale Comitato universitario del PCC dal 1960 al 1966.
4. Li Da (1890-1966), presidente dell'Università di Wuhan. Membro del PCC dal 1921 al 1923 e nuovamente dal 1949, era una nota "autorità" presso i circoli filosofici; criticò il Grande Balzo in Avanti come "idealista", ma successivamente non prese parte alla critica delle deviazioni di "sinistra".
5. Li Xuefeng (1907-2003), primo segretario dell'Ufficio per la Cina settentrionale del CC del PCC, aveva sostituito Peng Zhen in qualità di primo segretario del Comitato municipale di Pechino del PCC.
6. Wu De (1913-1995) era sindaco ad interim di Pechino e secondo segretario del locale Comitato municipale del PCC.
7. Nel Wansui è specificato che non è chiaro a chi si stia rivolgendo Mao.