Dalla Valle D'Aosta alla Campania
Le Regioni in mano a ladri di Stato
Un eletto su quattro è sotto inchiesta

Sedici Regioni su venti; 280 consiglieri su 1356 eletti in amministrazioni di destra, centro e “sinistra” borghesi senza eccezioni di sorta e a tutte le latitudini, da Nord al Centro e al Sud Italia, risultano pesantemente coinvolti in almeno una delle centinaia di inchieste giudiziarie e amministrative avviate dalla magistratura e/o dalla Corte dei Conti per le scandalose vicende legate alla “rimborsopoli” regionale e le relative spese folli, ricevute gonfiate e scontrini fasulli pagati a piè di lista coi soldi rubati al popolo e messi a disposizione delle cosche parlamentari.
Le quattro regioni fino a ora rimaste “immuni” a questo verminaio, ossia Veneto, Abruzzo, Toscana e Trentino Alto Adige risultano comunque coinvolte in varie altre scandalose vicende giudiziarie legate a “tangentopoli”
Dalle mutande color verde leghista del governatore del Piemonte, Roberto Cota, alla scandalosa gestione della sanità di Roberto Formigoni in Lombardia; dai libri erotici nelle Marche, alle interviste a pagamento in Emilia-Romagna, tanto per citare i casi più clamorosi, quello che emerge è una vergognosa mangiatoia di Stato in cui sguazzano i boss politici regionali e i cui costi spesso sono di gran lunga superiori a quelli dei loro colleghi che siedono a Montecitorio e Palazzo Madama.
Basti pensare che la spesa totale, al netto dei rimborsi elettorali ai partiti, per il funzionamento dei 20 consigli regionali è di 985 milioni di euro all'anno, contro i 45 milioni dei consigli provinciali (la Camera costa 970 milioni e il Senato 479). Solo per gli stipendi dei consiglieri regionali lo Stato spende ben 228 milioni all'anno; per i loro colleghi delle Province ne occorrono altri 40, mentre per il resto del personale se ne vanno altri 326 milioni.
Me ecco una breve carrellata sulle cifre rapinate da questi autentici ladri di Stato e i casi più eclatanti.

Valle D'Aosta
Dalle indagini in corso non è ancora emersa l'esatto ammontare dei rimborsi concessi illegittimamente ai vari gruppi del Consiglio regionale. Di sicuro ci sono per ora solo le ipotesi di reato: peculato e finanziamento illecito ai partiti politici, formulate dalla magistratura nei confronti di sei gruppi regionali: Union Valdotaine, Federation autonomiste, Stella Alpina, Pdl, Alpe e Pd. Le indagini erano iniziate più di un anno fa a partire dalle spese sospette del Partito democratico per l’acquisto di alimenti e premi per la Festa Democratica, oltre che sul pagamento dei contributi dei consiglieri. Ad agosto la sezione di controllo della Corte dei conti ha diffuso un rapporto sui rimborsi ai gruppi consiliari nel 2012 da cui emerge che 101.236 euro sono andati al l’Alpe, 40,5 mila alla Federation Autonomiste, 81 mila per il Pdl, quasi 61 mila per il Pd, 81 mila pure per “Stella alpina” e ben 236.217 euro all’Union Valdotain.

Piemonte
Nella regione che il Tar ha rimandato alle urne per le irregolarità nella presentazione delle liste, i consiglieri indagati sono 43 su 60 eletti e si sono pappati quasi 2 milioni di euro di rimborsi. Dalle migliaia di pagine dell’indagine emerge di tutto. Si sono fatti rimborsare il tosaerba, i campanacci per i bovini, le consolle per i figli e perfino una fattura da oltre 9 mila euro presentata da Roberto Boniperti (Gruppo Misto) per pagare gadget di paccottiglia fascista e busti di Mussolini. Poi c’è il regalo di nozze fatto dal presidente Roberto Cota (Lega) all’assessore Michele Coppola e le ormai famigerate mutande verde leghista comprate a Boston. In tutto Cota si è fatto rimborsare più di 25 mila euro per cene (di cui cinque in una sola sera), caffè presi a Torino mentre lui era a Bruxelles, regali per vari altri matrimoni, 1.500 euro di eleganti penne da regalare in occasioni ufficiali, 530 euro di foulard per portavoce e cravatte per collaboratori e autisti, e un libro antico per Giulio Tremonti.
Ma i più spendaccioni risultano nell'ordine: Michele Dell’Utri del gruppo monoconsigliere “Moderati” che si è fatto restituire 190 mila euro destinati a sondaggi telefonici sulla popolazione; Michele Giovine dei “Pensionati per Cota” che ha ottenuto 144 mila euro di rimborsi per carburante, medicine, cosmetici, biglietti per teatro o per Juventus-Milan e altro ancora non solo per sé ma anche per la compagna, sorella, madre e padre.

Liguria
Gli indagati sono 11, ma gli inquirenti nelle settimane scorse hanno acquisito altri documenti di Pd, Lega Nord, Sel, FdS e delle liste civiche Noi con Burlando e Liguria Viva. I tronconi delle indagini sono due. Il primo vede indagati per peculato quattro consiglieri dell’Idv: Marylin Fusco e Nicolò Scialfa (passati a Diritti e Libertà), Stefano Quaini (passato a Sel) e Maruska Piredda. Poi è toccato a cinque consiglieri del centro-destra: Luigi Morgillo, Alessio Saso e Franco Rocca (Pdl), Aldo Siri (Lista Biasotti) e Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto). Infine due indagati dell’Udc: Marco Limoncini e l’ex presidente del consiglio Rosario Monteleone, che si è dimesso a ottobre proprio in seguito allo scandalo. I due centristi hanno prelevato 189 mila euro in contanti dai conti del gruppo, metà dei quali sarebbe sparito senza giustificativi.
Tra i beni rimborsati figurano anche mutandine di pizzo, cibo per gatti, cento animali in ceramica, soggiorni alle terme e altro ancora.

Lombardia
Al Pirellone va il record di indagati con alla testa l'ex governatore Formigoni e l'ex presidente del consiglio regionale Davide Boni (Lega). In tutto risultano indagati 62 consiglieri che hanno gonfiato gli scontrini e ricevuto rimborsi per circa due milioni di euro.
Il più vergognoso risulta però l’ex capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli che si è fatto rimborsare il pranzo di nozze della figlia ed è riuscito ad assegnare una consulenza al neogenero con la licenza di terza media. Senza dimenticare le multe, lo shopping, la benzina e perfino i cioccolatini che Renzo Bossi metteva in nota spese insieme ai diecimila euro in sushi di Nicole Minetti (PDL).

Friuli Venezia Giulia
La Procura di Trieste indaga su oltre venti consiglieri regionali, con l’ipotesi di peculato. Nel solo 2011 gli otto gruppi consiliari avrebbero speso una cifra pari a 2,7 milioni di euro. Tra le voci di spesa rimborsate figurano pranzi, cene, viaggi e pernottamenti. Al capogruppo Pdl Alessandro Colautti, per esempio, sono contestati una cena da 58 euro a San Valentino, un soggiorno in Austria da 403 euro, 98 euro pagati per il parcheggio a Udine, 123 per una notte a Parigi e perfino 35 per la pulizia del cane. Le indagini coinvolgono anche cinque consiglieri dell’attuale legislatura, presieduta da Debora Serracchiani (PD).

Emilia Romagna
La Procura di Bologna ha iscritto nel registro degli indagati tutti e nove i capigruppo dei partiti eletti in consiglio regionale perché si sono fatti rimborsare di tutto e di più. Dai 30 euro che Silvia Noè (Udc) ha speso per un regalo al figlio dell’assessore Gian Carlo Muzzarelli, agli 8.000 euro che nel 2010 il PD pagò per zamponi e panettoni, fino ai 50 centesimi che Thomas Casadei (PD) s’è fatto restituire dopo aver usato un wc pubblico a gettoni. Marco Monari, capogruppo del PD fino allo scandalo ‘spese pazze’, che avrebbe pagato 500 euro per una penna e, assieme a Roberto Montanari (PD), 1.700 euro per un viaggio ad Amalfi. Mentre Matteo Riva, gruppo misto, e l’ex capogruppo PDL, Luigi Giuseppe Villani, che addirittura hanno portato a rimborso i gioielli e collane di Tiffany. Recordman delle cene risulta invece il pidiellino Luca Bartolini, che al ristorante ha speso 44.000 euro in 19 mesi, seguito da Villani, 43.000 euro, e da Monari con circa 30.000 euro. Senza dimenticare i 20.000 euro per le auto blu, spesi tra giugno 2010 e agosto 2011, del governatore PD Vasco Errani.

Umbria
La corte dei Conti ha scoperto che nel 2012 i boss dei partiti rappresentati in Regione hanno ottenuto rimborsi per circa un milione e mezzo. In particolare su collaboratori co. co. pro pagati a nero e non riportati sui rispettivi bilanci. Più le immancabili fatture gonfiate per cene, alberghi ed eventi vari. Sotto processo è finito anche il presidente del consiglio regionale, Eros Brega (PD) per la gestione dei fondi devoluti per gli Eventi Valentiniani nel periodo compreso fra il 2000 e il 2004, quando era assessore alla Cultura a Terni.

Marche
Sono 42 i consiglieri (di tutti i partiti) sotto inchiesta per peculato. Le spese folli dei gruppi regionali ammontano a un milione di euro complessivi per il 2011 e il 2012. Soldi per ristoranti, telefoni, viaggi, ritiri spirituali. C’è addirittura chi ha fatto beneficienza privata con i rimborsi pubblici. Mentre Raffaele Bucciarelli, consigliere del Pdci, si è fatto rimbordare 16 euro per l'acquisto di un manuale erotico sull'orgasmo femminile e si è giustificato affermando di averlo fatto in quanto “fondatore della commissione pari opportunità”. Il gruppo del Psi, invece, si è contraddistinto per esser riuscito nell’impresa di organizzare addirittura quattro convegni in una sola giornata e nella stessa città, Chiaravalle. Erminio Marinelli, unico consigliere del gruppo “per le Marche”, è riuscito a farsi rimborsare le spese dell’organizzazione di un congresso sulla sanità regionale che si sarebbe tenuto il 31 dicembre 2012, tra un fuoco d’artificio e un brindisi al nuovo anno.

Lazio
A mungere la Regione Lazio non c’era solo Franco Fiorito e il PDL: l’ultima inchiesta sui rimborsi della Pisana parte dalla Procura di Rieti e investe in pieno il PD a cui vengono contestati oltre 2 milioni di euro di rimborsi fasulli e mosse accuse gravi e infamanti che vanno dal “falso” al “peculato”. Nel registro degli indagati ci sono il tesoriere regionale, Mario Perilli, il sindaco di Fiumicino (all’epoca capogruppo in Regione) Esterino Montino, l’ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini e infine di Enzo Foschi, oggi capo della segreteria del sindaco di Roma. Nel mirino degli inquirenti spese ingenti che riguardano televisioni e giornalisti, compensi per collaboratori, circa 700mila euro per stampa e manifesti, spese d’albergo e noleggio auto, bar e ristoranti. Tra le cifre sospette ben 4.500 euro spesi in un’enoteca. Lo scandalo dei rimorsi PD segue di oltre un anno quello del PDL che ha visto come protagonista Fiorito, condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi per essersi appropriato di oltre un milione di euro dei fondi del gruppo del Pdl e utilizzati per acquistare auto, case e vacanze in Costa Smeralda. Tra gli indagati c’è anche Carlo De Romanis, organizzatore delle squallide feste in maschera nella capitale, che deve rispondere dei finanziamenti all’Associazione giovani del Ppe. Indagato anche l’ex tesoriere dell’Idv, Vincenzo Maruccio che ha sperperato oltre 100 mila euro di finanziamenti pubblici alle slot machine.

Campania
Sono 53 i consiglieri regionali indagati dalla Procura di Napoli. L’accusa per tutti è di peculato. Gli inquirenti hanno ricostruito le modalità di spesa, per 2,5 milioni di euro, nel biennio 2010-2012.
Rimborsate perfino le cialde di caffè, sigarette, sfogliatelle, la tintura per capelli, gli occhiali da vista, farmaci, una Barbie, la tassa sulla spazzatura e perfino un furto di 190 euro al PDL. Dagli atti dell'inchiesta è possibile ricavare la speciale classifica dei rimborsi intascati dai partiti: al primo posto si piazzano Idv e Udeur – a pari merito – con il 95 per cento delle spese sospette. Segue il Nuovo Psi, con il 91 per cento. Al quarto posto c’è il PDL, con l’89 per cento, che deve spiegare agli inquirenti come ha speso 728 mila euro. Nell’indagine sono coinvolti anche tre parlamentari: il senatore Domenico De Siano e la deputata Eva Longo (entrambi del PDL) e il piddino Umberto Del Basso De Caro.

Molise
Oltre alle centinaia di gelati, pizze, cd, regali, pranzi e cene al ristorante messi a rimborso tra il 2009 e il 2011, tra le spese pagate con i soldi pubblici dai 30 consiglieri del Molise c’è anche chi ha messo in nota uno spettacolo di lap dance in un locale notturno della Capitale. Lo sperpero ammonta a oltre 2 milioni di euro. L’indagine coinvolge molti consiglieri della passata consigliatura accusati di appropriazione indebita e peculato.

Basilicata
La “rimborsopoli” lucana conta 48 indagati e un sequestro di 170 mila euro. Ad aprile scorso sono finiti agli arresti domiciliari tre assessori: Vincenzo Viti (Pd), Rosa Mastrosimone (Idv) e Nicola Pagliuca (Pdl). Per altri 8 consiglieri è scattato il divieto di dimora costringendo alle dimissioni il governatore Vito De Filippo e dell’intera giunta. Tra i rimborsi più assurdi spicca quello di Vincenzo Ruggiero (ex Udc): 15 mila euro spesi per le presunte prestazioni di una “collaboratrice” che, secondo l’accusa, non sembrano collegate ad “attività lavorative”. Interrogata, la donna racconta di aver eseguito il suo lavoro direttamente a casa di Ruggiero e di aver tenuto segreta la collaborazione al marito.

Calabria
La “rimborsopoli” calabrese conta tredici indagati: sei politici di “centro-sinistra” e sette di “centro-destra” che si sono pappati tra i 600 mila e il milione di euro di rimborsi illeciti. Tra gli indagati figurano l’ex governatore del PD Agazio Loiero e il senatore (eletto con Grande Sud, ora nel Ncd) Giovanni Bilardi. Le accuse vanno dal peculato al falso alla truffa. Rimborsati perfino i biglietti per assistere a uno spettacolo di lap dance, un tagliando del gratta e vinci, tanti viaggi ingiustificati sia all’estero sia in Italia e le cene da 66 coperti nel solito ristorante con fatture per i vini che che passano dai 30 ai 780 euro. Tra le spese spacciate per “attività consiliare” anche materiale elettrico acquistato nei ferramenta e l’arredo bagni e detersivi. Il “rimborso” per le bollette della Tarsu e persino una multa della polizia stradale.

Puglia
Il rapporto della Corte dei Conti evidenzia che nel 2012, nove degli undici rendiconti presentati dai gruppi regionali sono risultati essere irregolari. I consiglieri di opposizione tanto quanto gli assessori di Vendola non si sono certo vergognati di presentare richieste di rimborso anche per il caffè, bottigliette d’acqua, cornetti e cappuccini. Spiccano gli 800 euro di panettoni rimborsati al gruppo I Moderati e Popolari, le richieste del PDL per gli abbonamenti a Gazzetta, Corriere dello Sport e Tuttosport e le sponsorizzazioni dell’Udc ad alcuni tornei di calcetto.

Sicilia
A fine 2012 l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio (PDL), si è presentato spontaneamente in procura per consegnare la documentazione contabile del consiglio regionale. Solo in quell’anno, i gruppi del parlamentino siciliano hanno speso 12,6 milioni di euro. I magistrati indagano sui capigruppo Antonello Cracolici (PD), Giulia Adamo (PDL), Francesco Musotto (Mpa) e Rudy Maira (Pid). Tra le fatture messe a rimborso anche l’acquisto di auto e i regali di nozze.

Sardegna
In Sardegna le inchieste sono due. L’ex capogruppo del PDL in consiglio regionale, Mario Diana, è finito in carcere in custodia cautelare per aver distratto circa 250 mila euro di fondi pubblici e aver utilizzato decine di migliaia di euro per incontri e dibattiti non attinenti – secondo la procura – all’attività politica. In carcere anche Carlo Sanjust (PDL) che si è appropriato di 23 mila euro pubblici per pagare le spese del suo matrimonio e altri 27 mila euro destinati a corsi di formazione. L’inchiesta-bis riguarda altri 38 consiglieri regionali di PDL, Udc e PD (tra cui anche Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie del centro-sinistra). In tutto, ad oggi, risultano indagati complessivamente 53 consiglieri sardi (alcuni ancora in carica).

15 gennaio 2014