Xenofobia anti-italiana del sindaco di Berna

 
Invitato sul palco di una manifestazione lo scorso 27 dicembre, il sindaco di Berna Alexander Tschäppät, socialista e ex parlamentare, è stato protagonista di un vergognoso atto di xenofobia anti-italiana: si è messo a raccontare storielline contro gli immigrati italiani del tipo “la mamma dice loro di non crescere. Se diventi alto, devi andare a lavorare”, o commenti come “un napoletano che lavora? E che addirittura svolge più mansioni? Impossibile”. Espressioni razziste che non sono una novità nella “civile” Svizzera.
Nella primavera scorsa sulle strade del paese erano apparsi grandi manifesti contro gli immigrati, in particolare i frontalieri italiani, rappresentati col volto da topo impegnato a sgranocchiare il formaggio svizzero; uno scroccone con la coda. Altri manifesti rappresentavano i lavoratori immigrati come un esercito di formiche che invadevano il paese con sotto il commento “Arrivano a milioni! Fuori dalle palle!”. La
campagna xenofoba era alimentata in particolare dalle formazioni di destra ma anche dalla Lega dei Ticinesi e dal Partito liberale radicale impegnati strapparsi i voti dell'elettorato di destra nelle elezioni comunali. La soluzione proposta dalle formazioni elvetiche era il blocco delle frontiere e l'uscita della Svizzera dall'accordo con l'Unione europea (Ue) sulla libera circolazione dei lavoratori. Il Consiglio federale di Berna allora si era espresso a favore della momentanea sospensione del trattato con la Ue che riguardava in un primo momento solo i lavoratori dei paesi dell'Est e in seguito di tutti gli altri; le porte della Svizzera erano sbarrate per un anno. La campagna xenofoba trovava appoggi nel governo federale e comunque diventava patrimonio anche dei socialisti, quantomeno del sindaco della città, come dimostra il suo intervento dello scorso dicembre.
Non tutta la platea che ascoltava Tschäppät applaudiva le espressioni razziste, così come molti lettori del giornale locale in lingua tedesca Tagesanzeiger cui inviavano commenti indignati. Altri organi di stampa nazionali ricordavano come i migranti abbiano contribuito e contribuiscano in modo essenziale alla vita economica, sociale e culturale della Confederazione elvetica mentre alcuni esponenti socialisti condannavano e prendevano le distanze dal sindaco di Berna.
“Quando c'è di mezzo il razzismo neanche una battuta ci sta. In quel caso bisogna applicare la regola della tolleranza zero. A maggior ragione se chi dice certe cose ricopre una carica pubblica” affermava un parlamentare socialista di Berna ma al momento il borgomastro razzista, che si sarebbe dovuto dimettere dalla carica, se l'è cavata esprimendo solo il proprio “rammarico casomai le mie parole dovessero aver offeso i sentimenti di alcune persone (sic!!)”.

29 gennaio 2014