Lo rileva l'Istat
Crollano i redditi delle famiglie
La Campania ha un reddito pro-capite quasi la metà di Bolzano

Sono allarmanti i dati che emergono dall'indagine ISTAT sui redditi per il 2012: in un anno i redditi sono scesi dell’1,9%, mentre i prezzi salgono del 3%.
La flessione riguarda tutto il Paese, anche se l’area che ha registrato il calo più contenuto è il Mezzogiorno con un -1,6%. Nel Nord-est il reddito ha avuto una flessione del -1,8%, mentre nel Nord-ovest del -2%, come nel Centro che registra un -2%.
A livello nazionale il reddito medio è pari a 17.600 euro. Le famiglie residenti nel Nord hanno un livello più elevato di reddito disponibile per abitante, di poco superiore a 20.300 euro e molto al di sopra della media nazionale. Nel Centro il valore si attesta sui 18.700 euro, mentre nel Mezzogiorno è di circa 13.200 euro, con una differenza percentuale del -35,2 rispetto a quello del Nord e del - 24,9 rispetto alla media nazionale. La Campania è la regione che chiude la classifica con un reddito inferiore a 12.300 euro. Penultima è la Sicilia con 12.700 euro, terz'ultima la Calabria con 12.900 euro.
Secondo Federconsumatori il calo dei redditi è stato del 3,6%, ben più consistente di quello segnalato da ISTAT. Ne è conseguita una contrazione dei consumi che nel 2013 è stata del 3,4% nel 2013.
Secondo alcune indagini i poveri che nel 2013 hanno dovuto chiedere aiuto per mangiare sono stati 4,1 milioni con un aumento del +10% negli ultimi 3 anni Di questi almeno il 37%, pari a oltre un milione e mezzo di persone si concentra nel Sud.
La Campania che è la regione con il reddito più basso e in continuo calo ha avuto un aumento del 79% di persone in difficoltà per mangiare, le quali sono passate da 509.928 a 913.213. Nelle isole sono cresciute di quasi il 51%, passando da 496.771 a 748.584. Di queste persone l'88%, quasi 660.152, sono in Sicilia.
Come abbiamo più volte denunciato, anche nel Nord aumentano le difficoltà. In tre anni, dal 2010 al 2013 si è registrato un aumento del 32% di persone che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Esse sono cresciute da 797.939 a 1.056.855 in valore assoluto.
Sono dati che confermano come il peso della devastante crisi del capitalismo sia fatto pagare dai governi italiani, per ultimo il governo Letta-Alfano, alle masse popolari con politiche di macelleria sociale che garantiscono unicamente i comitati d'affari delle borghesie nazionali e del mostro capitalista e imperialista UE e inaspriscono la disoccupazione, la povertà, la precarietà, il divario sociale e territoriale.
 
 
 

12 febbraio 2014