Come volevasi dimostrare
L'“ultrasinistro” Casarini normalizzato
Ora è per le istituzioni borghesi e per la UE
Il parlamentarismo alla fine è l'approdo degli “ultrasinistri”

“E' inevitabile che gli 'ultrasinistri' finiscano a destra. Ne abbiamo visti tanti seguire questa parabola e altri ne vedremo anche nel prossimo futuro” aveva ammonito nel suo discorso “Mao e le due culture” (2001) il Segretario generale del PMLI, Giovanni Scuderi.
Ad uno ad uno cascano come pere politiche marce, vedi Paolo Mieli, Gad Lerner, Adriano Sofri, Santoro, Pardi, Toni Negri, Renato Curcio e ora è normalizzato anche l'“ultrasinistro” Luca Casarini, ex-leader dei “disobbedienti”, che ha firmato l'appello lanciato da alcuni intellettuali democratico borghesi alla formazione di una lista in appoggio della candidatura europea di Alexis Tsipras, leader di Syriza, partito principale rappresentante della “sinistra” borghese al parlamento greco e vicepresidente del Partito della Sinistra Europea.
Secondo Casarini “La proposta di Tsipras è una valida alternativa all'attuale gestione dell'Europa e alle tesi antieuropeiste” in quanto immetterebbe “una possibilità che l’alternativa diventi un fatto politico concreto, che potrebbe dare spazio e forza a coloro che lottano per cambiare le cose in meglio”.
Nella sua virata a destra in appoggio alle istituzioni della UE imperialista Casarini spaccia a profusione illusorie “alternative” riformiste. Ma la natura antidemocratica delle istituzioni borghesi non ne consente alcuna revisione, in quanto esse sono e rimarranno la sovrastruttura di un'alleanza imperialista che trova il suo unico motivo d'esistere nell'oppressione del proletariato e delle masse popolari dei Paesi che vi aderiscono e nelle guerre di rapina ai danni dei popoli.
E non varrà a nulla spostare all'interno del parlamento europeo i rapporti di forza aumentando la rappresentanza dei partiti della "sinistra" borghese. Le alternanze delle maggioranze ci sono state, eccome, eppure la natura dell'Ue non è mai mutata.
Ma c'è di più. Nel quadro dell'ennesimo inganno riformista, elettoralista e parlamentarista che prende corpo con il progetto della lista a sostegno di Tsipras vi è un altro elemento che concorre a determinare la pericolosità dell'imbroglio politico del neoparlamentarista Casarini. Egli, inserendosi nell'obbiettivo dichiarato nell'appello pro Tsipras di far rientrare l'astensionismo conclamato di “quanti non votano più perché delusi o disgustati dalla politica ufficiale o, non vedendo più l’utilità dell’Europa”, si è assunto il compito di mirare a un preciso obiettivo: i giovani e tra essi quelli in lotta, quelli anticapitalisti o potenzialmente tali. Sono loro che Casarini nella sua deriva riformista e di copertura a sinistra dell'imperialismo europeo vorrebbe appestare con il suo veleno parlamentarista, preoccupato per il “rischio” di “un’astensione record, in particolare dei giovani”, per l'appunto.
Ecco perché i movimenti, in cui sono presenti migliaia di giovani combattivi e sempre più consapevoli della reale natura dell'UE imperialista, devono sottrarsi al suo abbraccio peloso e rifiutarsi in sempre maggior numero di legittimarla col partecipazionismo, l'elettoralismo e il parlamentarismo. Si impegnino a far crescere la delegittimazione tangibile e concreta tra le masse lavoratrici, popolari e giovanili italiane dell'Europa imperialista, disertando le urne o annullando la scheda o lasciandola in bianco e battendosi politicamente e attivamente per il suo scioglimento, la sua distruzione, iniziando a tirarne fuori l'Italia.
 

19 febbraio 2014