Rimborsopoli in Abruzzo
Il governatore Chiodi (FI) ha regalato all'amante i soldi del terremoto
Indagati anche il presidente del consiglio regionale Pagano (FI) e altre 23 assessori e consiglieri appartenenti a tutte le cosche parlamentari sia di maggioranza che di “opposizione”

Il 23 gennaio la Procura della Repubblica di Pescara ha emesso 25 informazioni di garanzia, con invito a comparire, nei confronti del presidente della giunta, Gianni Chiodi (FI), di quello del Consiglio, Nazario Pagano (coordinatore per l’Abruzzo di Forza Italia) e di altre 23 persone, tra assessori e consiglieri, appartenenti a tutte le cosche parlamentari sia di maggioranza che di opposizione, e tutti convolti a vario titolo nella scandalosa vicenda legata alla rimborsopoli Abruzzese inerente le spese delle missioni dal 2009 al 2012.
I reati contestati sono truffa aggravata nei confronti della Regione Abruzzo, peculato e falso ideologico. Nel mirino della Procura ci sono le missioni svolte dalle “figure istituzionali” e i relativi rimborsi di biglietti aerei in business class pagati ai parenti, hotel di lusso senza motivazioni o più camere pagate mentre si era soli in missioni o con l'amante, pranzi luculliani e bottiglie di barolo da 95 euro cadauna.
In particolare per quanto riguarda Chiodi la Procura ha specificato che l'ammontare dei rimborsi non dovuti ammonta a “29 mila euro con una contestazione di 184 missioni di cui 164 a Roma e le altre in Italia e all'estero” tra le quali spiccano quelle di Milano, Arezzo, Taormina, Parigi e Nizza. “Una pratica consolidata da 20-30 anni” ha dichiarato Chiodi nel ridicolo tentativo di giustificare in qualche modo le ruberie ai danni del popolo.
Chiodi è inoltre coinvolto nel mercimonio a sfondo sessuale con la sua amante Letizia Marinelli - ospite di una notte in albergo all'hotel del Sole al Pantheon a Roma a spese dei contribuenti – in cambio di incarichi istituzionale e un contratto di assunzione anche per la sorella, Simonetta Marinelli, assunta il 12 aprile del 2011 come addetta alla segreteria dell'assessorato al Personale.
Dalle indagini è emerso che due mesi dopo quella notte in albergo con Chiodi, la Marinelli ha ottenuto l'incarico di “consigliera di parità”, una mansione che viene indicata al ministero del Lavoro proprio dalla giunta regionale. Successivamente, con una ordinanza di presidenza del Consiglio dei ministri (redatta dagli uffici del governatore abruzzese all'epoca commissario alla ricostruzione) il 9 novembre del 2011 la “consigliera” Letizia Marinelli si è ritrovata a gestire un milione e mezzo di fondi del terremoto dell'Aquila in pieno contrasto con le norme previste dalla legge che obbligano la “consigliera di parità” ad occuparsi esclusivamente delle discriminazioni nel mondo del lavoro e non certo di ricostruzione post terremoto.
Insieme a Chiodi e Pagano risultano indagati: Alfredo Castiglione (attuale vicepresidente alla Regione e assessore alle Atiività produttive), Paolo Gatti (assessore all'Istruzione), Mauro Di Dalmazio (assessore al Turismo), Carlo Masci (assessore al Bilancio), Mauro Febbo (assessore all'Agricoltura), Gianfranco Giuliante (assessore Protezione Civile), Federica Carpineta (assessore al personale), Luigi De Fanis (ex assessore alla Cultura), Angelo Di Paolo (assessore ai Lavori Pubblici), Lanfranco Venturoni (ex assessore alla Sanità), Riccardo Chiavaroli (consigliere Pdl), Giorgio De Matteis (Mpa), Emilio Nasuti (Pdl), Nicola Argirò (Pdl), Alessandra Petri (Pdl), Antonio Prospero (Rialzati Abruzzo), Lorenzo Sospiri (Pdl), Giuseppe Tagliente (Pdl), Luciano Terra (Udc), Nicoletta Verì (Pdl). Tra i consiglieri d'opposizione: Franco Caramanico (Sel), Cesare D'Alessandro (Idv), Carlo Costantini (Idv).
Dalle indagini è emerso che gli indagati hanno richiesto indebiti rimborsi per viaggi istituzionali in diverse regioni, tra cui il Lazio, la Liguria, la Lombardia, il Veneto. Alcuni di queste trasferte non sono state nemmeno contemplate o giustificate, mentre in altre occasioni gli esponenti politici di centrodestra finiti sotto inchiesta si sono recati in luoghi diversi da quelli indicati. Gli inquirenti hanno inoltre riscontrato diverse irregolarità nelle fatture di rimborso spese. I documenti contabili, in particolare, sono tutti nelle mani dei magistrati che, tramite i carabinieri, li hanno acquisiti anche in copia nei vari centri dove gli amministratori si recavano per le trasferte.
L'inchiesta partita un anno e mezzo fa era giunta sul tavolo del Pubblico ministero (Pm) Giampiero Di Florio alla fine di dicembre scorso: l'iscrizione su registro degli indagati di Chiodi e altri 24 tra assessori e consiglieri è il primo risultato a cui perviene la Procura, visto che si tratta solo dei rimborsi delle missioni e non dei rimborsi dei gruppi consiliari sui quali l'indagine è ancora aperta e dovrebbe concludersi entro un paio di mesi. Da questa prima tranche di indagine è fuori il 2013, visto che le spese di quest'anno non sono ancora rendicontate. Il reato di truffa aggravata è per il periodo iniziale della consiliatura, quando Giunta e assessori anticipavano le spese e quindi i rimborsi erano a debito. Il peculato è per uso di carta di credito non per fini istituzionale, mentre il falso ideologico è per fatturazioni con dati non rispondenti al vero.

19 febbraio 2014