Al congresso provinciale della Filctem di Pisa
I sostenitori del documento due danno battaglia fino all'ultimo
Cammilli rieletto nel Direttivo provinciale della categoria

Redazione di Fucecchio
Si è tenuta a Montecalvoli, un piccolo centro vicino a Pontedera (Pisa), il congresso provinciale della Filctem di Pisa, la categoria dei lavoratori Cgil della chimica, del tessile, energia e manifattura. Venerdì 28 febbraio nel circolo Arci di zona si sono ritrovati in circa 80 tra delegati e dirigenti sindacali provenienti sopratutto dalle concerie e dai calzaturifici del Valdarno Inferiore, dalle aziende della gomma plastica e componentistica della zona di Pontedera, dalla farmaceutica e dal vetro di Pisa, dall'Enel a dalle aziende legate all'energia dell'alta Val di Cecina.
Il rapporto di forze tra i sostenitori del documento della Camusso e quello del documento alternativo con primo firmatario Cremaschi era fortemente squilibrato a favore dei primi tanto che i delegati in quota alla mozione due erano solo tre. A livello provinciale in questa categoria il documento “il sindacato è un'altra cosa” ha raggiunto il 3,62% dei voti di cui oltre un quarto raccolti in assemblee con relatore il compagno Andrea Cammilli. Con le forze in campo era impossibile ribaltare il risultato ma ci sono stati anche elementi positivi che vanno al di là di semplici numeri che parlano di oltre 2.700 voti contro 104.
In questa categoria per il documento due non c'era neanche un funzionario sindacale e tutte le assemblee sono state svolte da lavoratori e, nonostante l'impegno, è stato possibile coprirne solo l'11%. Se si considera però solo quelle dove erano presenti entrambe le mozioni la sinistra sindacale nella Filctem di Pisa raggiunge il 26% dei consensi, più o meno come nella Fiom, storica roccaforte dove sono state coperti quasi tutti i congressi di base. Non bisogna nemmeno dimenticare che almeno un migliaio di voti del documento uno proviene da assemblee fasulle dove non è stato possibile avere l'altro rappresentante a controllare e da dove sono scaturite affluenze e voti più che sospette.
Il neosegretario di categoria è quello vecchio: confermato Domenico Contino, che nella sua relazione introduttiva ha portato un pesante attacco alla democrazia sindacale. Costui difatti ha chiesto una soglia più alta per poter presentare documenti congressuali alternativi e indirizzando inviti nemmeno tanto velati a lasciare la Cgil a coloro che ne contestano la linea e la direzione, seguendo magari l'esempio di Maurizio Scarpa che ha lasciato la Rete 28 Aprile per il sindacato USB perché “evidentemente lì si trovano più a loro agio”.
Il compagno Cammilli e un altro delegato del documento due hanno dato battaglia, così come avevano fatto nei congressi di base anche in quello provinciale, negli interventi, nelle commissioni dove erano stati inseriti e presentando degli emendamenti. Qualcuno nemmeno accettato mentre quello che richiedeva il ritiro della firma dall'accordo sulla rappresentanza è stato respinto. Usando la dialettica ma rispondendo per le rime alle provocazioni sulla democrazia sindacale fatte da Contino e dal rappresentante della segreteria nazionale di categoria che volevano paragonare il lancio di un uovo da parte di un delegato a un congresso della Fiom a Bergamo all'aggressione subita da Cremaschi a Milano, e affermando che in Cgil di democrazia ce n'è anche troppa.
L'intervento di Cammilli ha ruotato attorno a due questioni: la democrazia nei luoghi di lavoro e nel sindacato, la necessità di avere una Cgil che metta al centro la difesa e lo sviluppo dei diritti e dei salari dei lavoratori. Ha accusato Contino di volere una sorta di “Italicum”: una legge elettorale interna che limita la democrazia nella Cgil, una soglia di sbarramento molto alta che impedisca alla sinistra sindacale di portare avanti il proprio dissenso dentro la Cgil. E gli inviti ad andarsene non gli fanno paura, chi si colloca a sinistra nel sindacato rimarrà in Cgil finché sarà possibile e lo riterrà utile.
Le questioni poste dal documento alternativo si sono rilevate impellenti anche in questo congresso locale, proprio a partire dalla democrazia. Così come lo sono le condizioni economiche e sociali della classe operaia, dei lavoratori e delle masse popolari, che come ha denunciato il compagno Cammilli hanno subito sulle loro spalle la devastante crisi capitalistica, vedendosi sottrarre quello che rimaneva dello “stato sociale”, tartassati dalle tasse con i salari tra i più bassi d'Europa. In ultimo ha lanciato l'idea di un grande sindacato di tutte le lavoratrici e lavoratori. Ma non un sindacato unico sulle posizioni cogestionarie e collaborazioniste bensì con al centro gli interessi dei lavoratori.
Alla fine di tutti gli interventi ci sono state le votazioni. I due delegati presenti del documento due hanno votato contro il documento politico che sostanzialmente riconferma la linea Camusso fatta di collaborazione e subordinazione a governo e padronato. Entrambi sono stati rieletti nel nuovo Comitato direttivo della Filctem della provincia di Pisa.

5 marzo 2014