Sentenza fascista
Perino, Dosio e Grillo condannati a 4 mesi di reclusione perché NoTav
Sono accusati di aver violato i sigilli apposti alla baita Clarea

E' arrivata lunedì 3 marzo l'ennesima mazzata repressiva indirizzata al movimento NO TAV: numerosi attivisti sono stati condannati dalla Procura di Torino a diversi mesi di reclusione. Tra questi, Alberto Perino (4 mesi), Nicoletta Dosio (4 mesi), Francesco Richetto (5 mesi e 10 giorni), Giorgio Rossetto (9 mesi), Guido Fissore (7 mesi e 10 giorni), Beppe Grillo (4 mesi), Stefano Milanesi (6 mesi), Monica Gagliardi (4 mesi), Lussi Thomas (6 mesi), Pierluigi Tarabini (5 mesi e 10 giorni), Stefano Marzolino (5 mesi e 10 giorni).
Quanto meno pretestuosa è la motivazione da cui ha preso il via il procedimento che ha portato alla condanne. Tutto ruota intorno alla minuscola baita Clarea (appena 24mq), costruita dagli attivisti sul terreno acquistato con una colletta nel movimento. La Clarea è una base popolare simbolo della lotta, diventata nel corso degli anni un punto di ritrovo durante le manifestazioni e di sosta durante le marce.
Nel 2010 il Pubblico Ministero (PM) Giuseppe Ferrando della Procura piddina di Torino apre un'inchiesta per abuso edilizio (sic!) e alla baita in costruzione vengono messi i sigilli. Il PM non mostra la stessa “sensibilità“ e “interesse” verso il disastro ambientale provocato dal cantiere TAV, che procede privo di permessi e progetti esecutivi.
Nonostante i sigilli, durante la manifestazione del 5 dicembre 2010 in centinaia raggiungono l’area dove sorge la baita e ne portano a termine l'edificazione. Questa è l'azione di lotta popolare che è stata punita con condanne pesantissime e sproporzionate per “violazione di sigillo” che hanno il colore nero della ritorsione politica contro il movimento.
La storica portavoce del movimento, Nicoletta Dosio, ha affermato: “Quattro mesi di carcere per essere entrati in campo contro la devastazione del territorio è un onore non un'onta. La gente è con noi, l'aula era piena di compagni e amici, presenti per rivendicare l'irreversibilità di una lotta per il bene pubblico e contro pochi grandi distruttori”.
“È l’unico caso in Italia - ha detto il leader del movimento Alberto Perino - in cui per delle violazioni di sigilli ci sono condanne così pesanti, con spese così gravi e molto tempo perso. Rende molto bene il clima di caccia alle streghe che c’è nei confronti dei No TAV”.
Un clima di “caccia alle streghe”, sottolineiamo noi, che fa parte di una strategia di ampio respiro, organizzata ad alti livelli istituzionali e di cui sono parte attiva il governo Renzi e la procura piddina di Torino, che sta mettendo in campo tutte le armi reazionarie possibili. Ormai è una tempesta di fuoco sui NO TAV: manganellate e lacrimogeni, fascicoli aperti dalla procura (ben mille sono stati gli indagati in 4 anni), arresti, incriminazioni e condanne, azioni provocatorie e terroristiche, intimidazioni e sentenze ai suoi aderenti più combattivi e audaci. Il tutto finalizzato a intimidire, disgregare, distruggere questo movimento esemplare per il coinvolgimento della popolazione della Valle, per la determinazione, per l'unità di tutte le sue componenti politiche e sociali, per l'autonomia e l'indipendenza dai governi centrale e locali, per i suoi metodi di lotta di massa. Un movimento che preoccupa i capitalisti che pur di accrescere la loro ricchezza distruggono l'ambiente e la natura. E' in questo quadro che si inserisce la sentenza fascista che ha colpito oltre a Grillo, Perino, Dosio e gli altri esponenti del movimento, ai quali, come alle masse della Val di Susa colpite dalla repressione, il PMLI esprime la massima solidarietà, come ha già fatto con i coraggiosi combattenti No MUOS in Sicilia, manganellati dalle “forze dell'ordine” di Alfano e del Berlusconi democristiano Renzi. Auspichiamo che faccia altrettanto tutto il movimento, tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose antifasciste.
Comunque vada, il PMLI è dalla parte di questi indomabili combattenti e li incoraggia ad andare fino in fondo alle loro rivendicazioni, che sono anche le nostre, per portarle ad un livello sempre più elevato e cosciente, cercando sempre più punti di convergenza con altre lotte in corso, a partire da quelle della classe operaia.
È necessario, tuttavia, per spezzare il fronte repressivo e proteggere la salute delle masse popolari e salvaguardare il territorio prendere coscienza, in primo luogo le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti impegnati nella lotta contro il TAV, che va alzato il tiro politico contro il Berlusconi democristiano Renzi. Il suo governo va spazzato via senza indugio e con la massima determinazione, conducendogli una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche, poiché oggi è lui il mandante della repressione in Val di Susa, deciso a difendere gli interessi dei pescecani capitalisti, mafiosi e non, e governativi a favore del TAV.

5 marzo 2014