Dopo il razzismo e l'antisindacalismo
Grillo sposa il secessionismo leghista

Si è rivelato un pozzo inesauribile di sparate reazionarie che sempre più concorrono a dare il quadro di un politicante borghese arrogante antipopolare, razzista, interclassista. Dopo il razzismo e l'antisindacalismo adesso Grillo sposa il secessionismo di stampo leghista, con un'uscita che ha deliziato persino il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini.
Per Grillo l’Italia “un’arlecchinata di popoli, di lingue, di tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare insieme”. Secondo Grillo per fare funzionare l’Italia che “non può essere gestita da Roma da partiti autoreferenziali e inconcludenti”, “è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l’identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie”. Si tratta di considerazioni che fanno felice il nazi-legista segretario della Lega Salvini che replica: “Se da lui non ci saranno “solo parole” fra M5s e Carroccio “sarà una battaglia comune”.
Il secessionismo non sarà mai la soluzione ai problemi “individuati” da Grillo, tra cui “la democrazia scomparsa, “un signore di novant’anni decide le sorti della Nazione” e “un imbarazzante venditore pentole che si atteggia a presidente del Consiglio”, le tasse eccessive, i suicidi, le “imprese che muoiono come mosche”. Non è certo una soluzione riportare le masse popolari italiane indietro nel tempo, sotto micidiali sistemi di sfruttamento feudale pre Quarantotto, in cui i lavoratori e il proletariato nascente erano muti e massacrati.
Più che di soluzione si tratterebbe di un male peggiore che avrebbe come unico risultato la frantumazione del proletariato, che con un micidiale danno alla lotta di classe, verrebbe legato al carro delle fameliche borghesie locali.
Ancora una volta Grillo smaschera la sua ideologia di fondo permeata da una concezione antipopolare, che si riassume nel criticare le storture più evidenti del capitalismo e del liberismo senza tuttavia metterne minimamente in discussione l'esistenza e senza proporre l'alternativa vera ad esso che è il socialismo.
Respingiamo la sparata secessionista di Grillo. Oggi se si vuole cambiare le sorti dell'Italia in primo luogo va spazzato via senza indugio e con la massima determinazione il governo del Berlusconi democristiano Renzi.
 
E poi altro che secessionismo! Come ha indicato il Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, inaugurando la nuova Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico” la soluzione per eliminare i mali dell'Italia è: “Abolire lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, le classi, le disuguaglianze sociali e di sesso, le disparità territoriali, dare il potere al proletariato”.

19 marzo 2014