Il PD l'aveva salvata in parlamento dalle dimissioni dal governo Letta
Indagata l'ex Guardasigilli Cancellieri per le telefonate ai Ligresti
"Conta su di me, non fate complimenti", aveva assicurato ai magnati Ligresti, arrestati per falso in bilancio aggravato e aggiotaggio

 
Nonostante il PD avesse salvato Annamaria Cancellieri dalle dimissioni dal governo Letta, la sua condotta vergognosa nella vicenda Ligresti non è passata inosservata nei palazzi di giustizia, dal momento che contro l'ex guardasigilli è stata aperta un’indagine a Roma e forse presto si muoverà anche la procura di Torino.
Per ciò che riguarda l’indagine della procura della Repubblica di Roma, la Cancellieri risulta indagata per false dichiarazioni al pubblico ministero in relazione alle sue conversazioni telefoniche con Antonino Ligresti, fratello di Salvatore che fu arrestato dalla procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta su Fonsai insieme alle figlie Giulia e Jonella.
Infatti i tabulati telefonici del ministro, acquisiti su ordine del procuratore della Repubblica di Roma Pignatone, hanno chiaramente evidenziato che ha mentito al procuratore aggiunto di Torino, Vittorio Nessi, circa le telefonate intercorse tra lei e Antonino Ligresti nei giorni in cui pendeva la richiesta degli arresti domiciliari per la nipote di quest’ultimo, Giulia.
I magistrati romani in particolare contestano due telefonate, del 19 e del 21 agosto scorso.
Riguardo alla prima la Cancellieri nella sua deposizione aveva sottolineato di aver risposto a una telefonata di Ligresti, mentre i tabulati telefonici dimostrano che è stata proprio l’ex ministro ad effettuare la chiamata, durata sei minuti.
Riguardo alla seconda, l’ex ministro aveva dichiarato al procuratore che il 21 agosto l’unico contatto con il Ligresti era consistito in un sms da lui inviato e dalla stessa ricevuto, mentre la procura, oltre a confermare l’sms, scopriva che la Cancellieri aveva telefonato dalla sua udienza fissa a Ligresti subito dopo aver ricevuto il messaggio.
Prossimamente sulla posizione della Cancellieri dovrà pronunciarsi il giudice per le indagini preliminari di Roma.
Ma i guai giudiziari per l’ex ministro non finiscono a Roma: infatti la procura di Torino sta pensando di riconvocarla, dal momento che il PM Nessi, che la interrogò lo scorso 22 agosto scorso, si è reso conto anche alla luce di quanto emerso a Roma che la sua deposizione fa acqua da tutte le parti, a cominciare da menzogne e reticenze che in quella sede il magistrato torinese non fu in grado di smascherare perché non aveva tutte le carte in mano, a cominciare dai tabulati.
E che vada accertata tutta la verità è indispensabile, dal momento che il sospetto è che la Cancellieri, allora ministro della Giustizia, abbia usato la sua influenza per interferire nel procedimento giudiziario a carico dei Ligresti. E’ bene ricordare i fatti: subito dopo l’arresto dei finanzieri Ligresti, nel giugno del 2013, Gabriella Fragni - amica personale della Cancellieri nonché convivente di Salvatore Ligresti - aveva telefonato a quest’ultima per chiedere un interessamento a favore del compagno e dei suoi figli arrestati, e la ministra rispondeva: “conta su di me, non fare complimenti”. E complimenti non ce ne furono, perché il 17 agosto 2013 la Fragni chiama il fratello di Salvatore Ligresti, Antonino, chiedendogli di intervenire sul ministro per la nipote Giulia in carcere a Vercelli. Il 19 agosto alle 14 e 25 Antonino Ligresti risponde alla Fragni di avere contattato la Cancellieri e di essere in attesa di una risposta, probabilmente senza sapere che la guardia di finanza redigeva un’informativa proprio in relazione alle telefonate sia della Fragni sia di Antonino Ligresti. Nei giorni successivi effettivamente il ministro chiama i due vicecapi del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per sollecitare un trattamento favorevole nei confronti di Giulia Ligresti.
E’ chiaro ormai che non si è trattato di un intervento umanitario del ministro della Giustizia a favore di un detenuto (nella specie Giulia Ligresti), come la Cancellieri ha sempre affermato, ma di una precisa strategia, concordata con suoi amici personali nonché famigliari di una detenuta eccellente, volta a fare ottenere a tutti i costi dei privilegi indebiti a chi, accusato di gravissimi reati finanziari come Giulia Ligresti appunto, deve al contrario essere sottoposto al massimo rigore della legge.
Costei è una raccomandata del magnate Ligresti e contava su un torbido scambio di favori con la famiglia degli inquisiti che ha visto peraltro il figlio dell'ex Guardasigilli prima assunto da Fonsai e dopo un anno liquidato con la “modica” cifra di 3,6 miliardi.

19 marzo 2014