I lavoratori statali nel mirino del governo Renzi
Via 85mila dipendenti pubblici. Blocco del turn over e degli stipendi

Obiettivo numero uno da colpire rimangono sempre i dipendenti statali, non fa eccezione il governo Renzi. Patrimoniale? Macché! Tagli alle spese militari? C'è già la marcia indietro. Lotta all'evasione? Vedremo. Tra tanta incertezza e reticenza una cosa è sicura: come i suoi predecessori quando c'è da racimolare del denaro l'attuale governo cerca di farlo sulla pelle di questi lavoratori. Lo ha fatto capire chiaramente il Commissario straordinario alla “spending review”, tradotto in italiano colui che propone all'esecutivo i tagli da fare alla spesa pubblica. Da qui al 2016 secondo Cottarelli si può fare a meno di ben 85mila dipendenti pubblici. Questi sono i numeri avanzati dal Commissario che, tanto per ricordarlo, intascherà dallo stato circa un milione di euro in poco più di tre anni per il suo “lavoro”. Non c'è male per uno che vuol tagliare le spese al bilancio pubblico.
Migliaia di posti di lavoro in meno da ottenere anzitutto con il blocco totale del turn-over, ossia senza riassumere il personale che va in pensione. Già adesso il blocco è all'80%, il che significa che per 10 lavoratori in uscita ne vengono assunti solo 2, d'ora in avanti neanche quelli. Il risparmio si farà anche su chi rimane a lavorare, difatti sarà prorogato ancora il blocco degli stipendi che va avanti dal 2010; l'ultimo e modesto aumento risalire al 2009. Ma non si rischiano solo i soldi, Cottarelli minaccia anche il posto di lavoro. Non gli basta il blocco totale del turn over ma vuole mandare a casa migliaia di lavoratori che non accetteranno il trasferimento da uffici che, secondo lui, sono in sovrannumero ad altri che hanno carenze di personale.
Ma questa è solo un pretesto per giustificare i licenziamenti di almeno 16mila dipendenti. Tanti sono stimati quelli che dovranno accettare una mobilità forzata: se non accettano il trasferimento resterebbero per due anni con lo stipendio decurtato del 20 o 50% in attesa di trovare un'altra sistemazione lavorativa. Poi a casa. Il Berlusconi democristiano Renzi ha detto che la priorità è il lavoro, il quale non si crea per legge, ma il governo ha promesso che adotterà tutte le misure possibili per favorirlo. Tagliare 85 mila posti di lavoro e impoverirne più di tre milioni (tanti sono i dipendenti statali) e privatizzare sempre di più servizi un tempo pubblici ci sembra favorire la disoccupazione. Tanto per dare qualche cifra dal 2006 a oggi sono stati persi nella pubblica amministrazione ben 300.000 posti di lavoro.
Premesso che i lavoratori del pubblico impiego hanno la stessa dignità di quelli del privato bisogna sfatare anche la leggenda che l'Italia è il paese con più statali al mondo e con stipendi alti. In Italia ci sono 5,8 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti contro i 9,4 della Francia e i 9,2 del Regno Unito. Sono l'8,1 in Irlanda e Portogallo, in Belgio il 7,8 e in Spagna il 6,5. Tra i grandi paesi solo la Germania ne ha un po' meno, il 5,4. Per le buste paga c'è poco da dire: accumunate a quelle di tutti i dipendenti italiani le loro sono tra le più basse di tutta Europa. Basti guardare il rapporto tra la popolazione residente e la spesa per gli stipendi per la pubblica amministrazione che vede l'Italia con 2.717 euro all'ultimo posto tra i paesi dell'europa occidentale, spendono meno solo in Portogallo. Il taglio dei dipendenti pubblici porterebbe a un risparmio di circa 3 miliardi di euro da qui al 2016. Cifra modesta se si pensa che un aereo da caccia F-35 costa 150 milioni che moltiplicati per 100 (tanto quanti pensa di acquistarne l'Italia) fa 15 miliardi di euro.
Queste misure hanno poi un doppio effetto: migliaia di disoccupati in più e taglio dei servizi pubblici, in particolare la sanità e la scuola, peggiorando la già critica situazione attuale. Ospedali con personale ridotto al lumicino, conseguenti ingorghi ai pronto soccorso, liste di attesa infinite per visite ed esami e pazienti costretti a ricorrere al privato. Scuole fatiscenti, senza insegnanti e personale ATA, servizi di pulizie in cessione a cooperative dove i dipendenti, sopratutto donne, guadagnano 200 euro al mese. Bloccando le assunzioni nella pubblica ammnistrazione si crea anche l'invecchiamento dei suoi dipendenti. Renzi blatera tanto di lavoro ai giovani ma in questo modo invece si crea un tappo al loro ingresso nel modo del lavoro.
Questa sarebbe la traduzione pratica dello slogan “cambiare verso all'Italia” tanto caro a Renzi e ai suoi adepti? A noi sembra l'ennesima mannaia calata sui dipendenti pubblici che avrà un forte impatto sui lavoratori interessati e sulle masse popolari in generale costrette a subire i tagli alla spesa pubblica. Una ragione in più per opporsi risolutamente al nuovo governo guidato dal Berlusconi democristiano Renzi. I sindacati si sono subito opposti ma per ora ci sono state o sono in programma solo manifestazioni dell'USB e dei Cobas. Vedremo se Cgil, Cisl e Uil passeranno dalle parole ai fatti.
 

26 marzo 2014