37° Anniversario della fondazione del Partito marxista-leninista italiano
Capire che solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere al proletariato

di Giovanni Scuderi *
Celebriamo il 37° Anniversario della fondazione del PMLI, che cade il 9 Aprile, con orgoglio proletario rivoluzionario e con il cuore colmo di gratitudine verso i militanti e i simpatizzanti attivi del Partito.
E' passato poco più di un mese da quando la classe dominante borghese è riuscita a insediare a Palazzo Chigi, con l'aiuto del rinnegato Giorgio Napolitano, un altro suo rappresentante di destra, dopo Berlusconi, Monti e Letta. Si tratta di Matteo Renzi, una reincarnazione moderna e tecnologica di Berlusconi e Mussolini, che si è alleato col delinquente di Arcore per completare la seconda repubblica neofascista secondo il piano della P2.
Questo piano fascista affossa definitivamente la Costituzione, la democrazia e l'elettoralismo democratici borghesi attraverso l'abolizione del Senato e delle province e l'Italicum “fascistissimum”, peggiore del Porcellum e della legge elettorale Acerbo di mussoliniana memoria.
Anche le prime misure economiche e sociali di Renzi sono di destra. Vedi la liberalizzazione dei contratti a termine e dell'apprendistato, che penalizza soprattutto i giovani e aumenta il precariato, coperta furbescamente dalla promessa di dare 80 euro in media al mese a una parte dei lavoratori, ma non darà nemmeno un euro alla massa dei pensionati e dei disoccupati. Vedi la legge delega che dà al governo la facoltà di introdurre un “contratto unico a tutele crescenti”, senza le garanzie dell'articolo 18 e che cancella i diritti ancora contenuti nei contratti collettivi, nonché l'abolizione della Cassa integrazione guadagni e restrizioni alla Cassa in deroga. Vedi i tagli ai lavoratori statali, che tra l'altro comporteranno la perdita di 85 mila posti di lavoro e il blocco totale del turn over e degli stipendi. Vedi i tagli alla spesa pubblica che si riverseranno sulla sanità, sui servizi sociali e sui trasporti. Vedi l'innalzamento da 41 a 42 anni di contributi per le donne che vogliono andare in pensione. Vedi l'aumento indifferenziato delle tasse sulle rendite finanziarie che colpiranno anche le famiglie dei lavoratori dipendenti e i pensionati. Vedi, infine, il piano delle massicce privatizzazioni.
C'è quanto basta per indurre i vertici sindacali a proclamare uno sciopero generale di 8 ore e una manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi. E invece nicchiano. Non si rendono conto che se gli danno una mano, Renzi si prenderà tutto il braccio. Chi ci rimette sono i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, i precari e i giovani.
Il governo del Berlusconi democristiano Renzi va spazzato via subito, prima che si consolidi e getti le basi per una sua riedizione. Consapevoli che per la classe dominante borghese Renzi è l'uomo giusto per tenere a bada il proletariato e le masse popolari e giovanili per un altro ventennio, dopo quelli di Mussolini e di Berlusconi.
Per Renzi non esistono più le classi, la contrapposizione e la lotta tra le classi, la destra e la sinistra. A suo dire esistono solo le famiglie e i cittadini senza distinzione di classe, e la contraddizione tra conservazione e innovazione. E' quanto emerge dal suo commento al libro “Destra e sinistra” del socialista liberale Norberto Bobbio recentemente ripubblicato.
Il concetto di fondo è il seguente: “La sinistra cara a Bobbio, quella socialdemocratica e anticomunista, ha insomma vinto la sua partita. Ma oggi ne stiamo giocando un'altra. Quei blocchi sociali che prima rendevano tutto più semplici non ci sono più... Oggi la nuova partita si svolge con attori e campi di gioco inediti... La sinistra deve accettare di vivere il costante movimento dei tempi presenti e accoglierlo come una benedizione e non come un intralcio. E' questo straordinario, irrefrenabile movimento che sfonda la vecchia bidimensionalità della diade destra/sinistra... La sinistra è oggi chiamata a riconoscere e a conoscere il movimento continuo delle nuove dinamiche sociali, contro chi vorrebbe vanamente fare appello a blocchi che non esistono più e che è bene che non esistano più”.
Come si vede per Renzi oggi è tutto nuovo, addirittura “inedito”. La realtà però lo smentisce in quanto i campi da gioco (capitalismo e socialismo) e gli attori (le classi) sono sempre gli stessi. Anche se il socialismo al momento è solo nel progetto del PMLI.
Le classi e le disuguaglianze di classe esistono ancora, eccome. Basta pensare che il 10% delle famiglie più ricche detiene il 46,6% della ricchezza delle famiglie. Quasi 10 milioni di italiani sono ufficialmente considerati in povertà relativa e 4 milioni e 814 mila in povertà assoluta. Due milioni e 171 mila persone percepiscono una pensione di 506 mila euro al mese. In questi ultimi anni il potere d'acquisto delle pensioni è diminuito del 30%. Il 30% degli anziani non si cura più. I disoccupati hanno raggiunto la cifra ufficiale di circa 3 milioni, mentre altri 3,3 milioni non cercano più lavoro. Il 42,4% dei giovani è senza lavoro. La disoccupazione e la povertà affliggono soprattutto le masse del Sud. Il 12% dei lavoratori non ce la fa ad arrivare a fine mese. 3.315.580 lavoratori sono precari. 2,2 milioni di giovani, tra i 15 e i 29 anni, non lavorano e non studiano. Il potere di acquisto delle famiglie, dal 2008 al 2013, ha perso 11 miliardi.
Questa disastrosa, inumana e intollerabile situazione è generata dal capitalismo e dai suoi governi che scaricano sulle masse le sue crisi e i suoi problemi. Perdurando il capitalismo, nessun Renzi riuscirà mai a capovolgere questa situazione a favore del popolo.
Quello che occorre è cambiare il sistema economico, lo Stato e la classe dominante, abolire lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, le classi, le disuguaglianze sociali e di sesso, le disparità territoriali e tra città e campagna, dare il potere al proletariato.
Questo si chiama socialismo, ed è su di esso che gli sfruttati e gli oppressi, i movimenti anticapitalisti, le ragazze e i ragazzi più coscienti, avanzati e combattivi che lavorano, che sono disoccupati, precari, studenti dovrebbero riversare la loro massima attenzione.
Soprattutto il proletariato dovrebbe capire che senza il potere politico non ha nulla, che il suo compito storico è quello di abbattere il capitalismo e instaurare il socialismo. Una consapevolezza che esso ha acquisito dalla Rivoluzione d'Ottobre fino ai primi anni ottanta e che poi ha perduto col completo tradimento dei revisionisti togliattiani e berlingueriani. Una consapevolezza che può e deve riacquistare appropriandosi della sua cultura rappresentata dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Per cominciare, basterebbe leggere: il “Manifesto del Partito comunista” di Marx e Engels, “Stato e Rivoluzione” di Lenin, “Principi del leninismo” e “Questioni del leninismo” di Stalin, “Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo” di Mao.
Il PMLI continuerà senza sosta a fargli riacquistare tale consapevolezza e tale cultura, contando sull'aiuto degli intellettuali del popolo che via via si legheranno al Partito. Come ha affermato l'Ufficio politico nel documento del 25 febbraio dal titolo “Spazziamo via il governo del Berlusconi democristiano Renzi”, “i marxisti-leninisti non verranno mai meno all'impegno di conquistare il socialismo, e lo dimostrano ogni giorno nei propri impegni di lavoro, di studio e di vita, nelle organizzazioni di massa, in primo luogo nella CGIL, lottando strenuamente e in prima fila contro il capitalismo e i suoi governi, centrale, regionali e locali e nel difendere gli interessi immediati e quotidiani delle masse occupate, pensionate, disoccupate, precarie, studentesche e femminili”.
Coerentemente con questo impegno, dobbiamo difendere e applicare con risolutezza la linea ideologica, politica e organizzativa del Partito, compresi l'astensionismo di principio alle elezioni europee e l'astensionismo tattico alle elezioni amministrative prossime, e rafforzare l'unità rivoluzionaria e marxista-leninista del Partito, a cominciare dal Comitato centrale e dall'Ufficio politico, attraverso la critica e l'autocritica, dalle quali non abbiamo nulla da perdere e tutto da guadagnare. Riconoscere i nostri errori e accettare le giuste critiche ci rende più forti e più credibili personalmente e collettivamente.
In questi 37 anni di dure lotte e di grandi sacrifici, non dimenticando quelli fatti nei dieci anni della preparazione del Partito, nonostante il black out dei media della destra e della “sinistra” borghesi e l'assoluta povertà di risorse economiche e di mezzi, abbiamo fatto delle buone cose. Ma possiamo e dobbiamo fare di più e meglio, prendendo esempio dalle compagne, dai compagni e dalle istanze più avanzati, più preparati, più combattivi, più determinati nella lotta di classe. Soprattutto dobbiamo ispirarci ai nostri Maestri e modelli – Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao – per fare come loro che hanno dato tutto per il Partito, il proletariato e il socialismo.
Lavoriamo sodo e con fiducia per conquistare la fiducia e l'appoggio delle masse e dei giovani e per far loro capire che solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere al proletariato!
Lavoriamo sodo e con fiducia per accumulare le forze necessarie per spazzar via il governo del Berlusconi democristiano Renzi e per avanzare verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
 
* Segretario generale del PMLI
 

2 aprile 2014