Grecia
Sciopero generale contro il governo Samaras

 
Vari cortei hanno attraversato il centro di Atene lo scorso 9 aprile in occasione dello sciopero generale di 24 ore contro le politiche di austerità e di tagli realizzata, in applicazione dei diktat della troika europea (Fmi, Banca centrale e Commissione europea), dal governo di coalizione formato da Nuova democrazia e dal partito socialista e guidato dal destro Antonis Samaras. Il primo sciopero generale del 2014 indetto dai principali sindacati del paese ha avuto successo in particolare nel pubblico impiego e ha portato in piazza decine di migliaia di lavoratori che hanno dato vita al corteo dei sindacati Adedy e Gsee, che rappresentano rispettivamente i lavoratori del settore pubblico e quelli del settore privato, partito da piazza Klathmonos e al corteo partito da piazza Omonia, organizzato dal sindacato intercategoriale Pame, vicino al Kke.
“Lo sciopero di oggi è stato indetto per permettere alla classe operaia di rispondere in maniera decisa alle misure che il governo sta adottando contro i diritti dei lavoratori e per dare una risposta ai problemi di povertà, disoccupazione e abolizione di contratti collettivi”, spiegava un dirigente sindacale, contro la politica governativa nazionale che “porta alla mobilità e ai licenziamenti di migliaia di lavoratori e all’ulteriore riduzione di stipendi e pensioni e alla distruzione dello stato sociale”.
Contestati in particolare le restrizioni al diritto di sciopero, il regalo ai padroni attraverso la riduzione dei contributi pagati dalle imprese, i tagli alle pensioni e agli assegni sociali, assieme alle nuove leggi proposte dal governo e votate pochi giorni prima dal parlamento che porteranno a nuove privatizzazioni e liberalizzazioni e al conseguente licenziamento di altre decine di migliaia di dipendenti pubblici.
Chiara l'opposizione dei lavoratori alle misure governative, sottolineata dal successo dello sciopero che ha paralizzato la sanità, con la partecipazione anche dei medici che denunciavano “la politica dei licenziamenti, della mobilità e della distruzione del settore della sanità pubblica“. Fermi i trasporti pubblici, compresi i traghetti e gli aerei, vuote le scuole e le università, chiusi gli uffici pubblici; niente giornali nelle edicole per effetto dello sciopero dei giornalisti anticipato alla giornata precedente con un’adesione quasi totale anche da parte dei lavoratori delle televisioni e delle radio in lotta per il rinnovo del contratto collettivo, per un incremento del sussidio di disoccupazione e l’eliminazione della norma che prevede salari più bassi per i neoassunti.
All'8 aprile avevano anticipato lo sciopero anche i lavoratori portuali che avevano bloccato il traffico merci e passeggeri da e per le isole nei principali scali. La loro mobilitazione era iniziata nel marzo scorso contro la decisione del Taiped, l’Ente ellenico preposto alla privatizzazione delle aziende a partecipazione statale, di vendere il pacchetto azionario dell’Ente del Porto di Pireo e per la firma del nuovo contratto collettivo di lavoro.
 

16 aprile 2014