Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

 
Tutti i mali che affliggono il proletariato, le masse popolari, femminili e giovanili, a cominciare dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dai bassi salari, dalla disoccupazione, dai tagli alla scuola e alla sanità pubblica, dipendono dal capitalismo sostenuto e servito dai partiti di destra, di centro e di “sinistra” borghesi.
Nessuno di essi, infatti, mette in discussione il capitalismo italiano e la sua integrazione europea. Tantomeno mette in discussione la cornice borghese costituzionale italiana, peraltro in frantumi da tempo attraverso le leggi costituzionali e le controriforme politiche, economiche e sociali. Addirittura vogliono riformarla ancora più da destra.
Il punto politico e strategico di fondo per i marxisti-leninisti italiani è invece quello di non accettare l’esistenza del capitalismo, qualunque sia il suo tutore (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi o altri), e combatterlo, anche con l’astensionismo tattico elettorale, per abbatterlo. Ma questo non sarebbe mai possibile per via elettorale, parlamentare, governativa, legale, costituzionale e pacifica.
Il capitalismo è un mostro che per vivere ha bisogno del massacro dei popoli che sfuggono al suo controllo e che gli impediscono di depredare le risorse dei loro paesi e della macelleria sociale del proprio paese. Per il bene dei popoli, va quindi abbattuto con la rivoluzione proletaria e sostituito col socialismo affinché il proletariato conquisti il potere politico e tutto, dall’economia alle istituzioni, dall’istruzione alla morale e così via, possa essere finalmente cambiato per il bene delle masse lavoratrici e popolari.
Facciamo pertanto appello alla classe operaia, ai giovani a tutti gli anticapitalisti e fautori del socialismo a non votare i partiti borghesi e del regime capitalista, compresi quelli falsi comunisti e il Movimento 5 stelle, ad abbandonare ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista, costituzionale e pacifista, ad astenersi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco) considerandolo come un voto dato al socialismo e al PMLI.
Il voto astensionista marxista-leninista è un’aperta dichiarazione di guerra al capitalismo e di schieramento militante col socialismo, che delegittima, isola, indebolisce e disgrega le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano e ne fanno parte.
Ma l’impegno dell’astensionista marxista-leninista non può certo finire col voto, va continuato giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, battendosi in prima fila nella lotta di classe nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nelle piazze.
Sul piano politico e organizzativo ciò non è però sufficiente. Da tempo proponiamo all’elettorato di sinistra fautore del socialismo, quindi anche a chi non è astensionista, di creare in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti – compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni – che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini – eleggibili fin dall'età di 16 anni – devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
 

23 aprile 2014