Milano
Oltre 100mila in corteo. Il PMLI calamita attorno a sé manifestanti di ogni età. Saluti a pugno chiuso. Fotografati e applauditi i cartelli sul 25 Aprile e contro il governo Renzi. Contestazioni al PD, al neopodestà Pisapia e ad Angeletti

Redazione di Milano
Più di centomila manifestanti sono scesi in piazza a Milano, città Medaglia d'Oro alla Resistenza, nel pomeriggio di venerdì 25 Aprile per celebrare il 69° Anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Al tradizionale concentramento in Porta Venezia sono giunti antifascisti di tutte le età, dai giovani di allora che aveva vissuto e combattuto il fascismo fino ai giovani d’oggi che si battono contro la devastazione del diritto allo studio e al lavoro e la devastazione ambientale perpetrata dall’odierno regime neofascista oggi governato dal Berlusconi democristiano Renzi, a livello nazionale, e dal fascioleghista Maroni e dal neopodestà arancione Pisapia a livello regionale e cittadino.
Anche quest’anno il colore prevalente del corteo, che ha raggiunto infine piazza Duomo, è stato il rosso. C'erano con le loro insegne sezioni dell'Anpi e dei deportati dell'Aned, questi ultimi coi cartelli neri riportanti i nomi dei lager nazisti. C’erano intere famiglie con bambini, delegazioni dei sindacati confederali e non confederali, dei partiti, dei comitati migranti, dei centri sociali e di associazioni cattoliche, di atei razionalisti (UAAR) e umanitarie come Emergency. E poi nutrite delegazioni delle associazioni per i diritti dei migranti, dei movimenti NO TAV, NO EXPO e NO Canal, tantissimi i giovani tra studenti medi e universitari e lavoratori precari e disoccupati associati in comitati di lotta contro la precarietà lavorativa e il Job Act.
Non sono mancate le contestazioni ai rappresentanti del PD, che sfilano a metà corteo dietro le loro bandiere coperti di fischi e di “vergogna” per buona parte del percorso dallo spezzone dei No Tav. Stessa sorte è toccata al neopodestà Pisapia e alla sua giunta arancione che è stata duramente contestata dai comitati milanesi No Canal (dei quartieri di Trenno, Gallaratese e S. Siro) che l’accusano di permettere, in vista dell’EXPO, la devastazione urbanistica di tre parchi milanesi (Pertini, Trenno e delle Cave) con la cementificazione e con la realizzazione di inutili e dannosi corsi d’acqua per la gioia dei magnati della speculazione edilizia.
Anche quest’anno l’avanguardia antifascista dell’intero corteo milanese l’ha rappresentata indubbiamente il PMLI con la combattiva delegazione lombarda e uno schieramento di rosse bandiere del Partito e di cartelli con i manifesti del PMLI sul 25 Aprile e quello contro il governo Renzi che mostra quest’ultimo mentre stringe la mano al suo maestro piduista Berlusconi, ambedue con il fez fascista. Molti manifestanti che l'hanno fotografato ed anche applaudito al grido di “bravi” e “giusto!”.
Al concentramento i marxisti-leninisti hanno diffuso centinaia di copie di un volantino riportanti estratti dall’editoriale de Il Bolscevico n. 17 dal titolo “Coerenti con i valori della Resistenza spezziamo l'asse Renzi-Berlusconi”. Il volantino, letto con interesse, ha suscitato commenti positivi e le osservazioni di un manifestante che notava francamente come il nostro era l’unico Partito in piazza a prendere una argomentata posizione contro il governo Renzi e a denunciare il completamento dei piani piduisti, mentre altri partiti sedicenti comunisti se la cavavano o con generici slogan contro “Renzi, UE e Nato” per poi concentrare blande critiche solo su queste ultime due (PC di Rizzo), mentre altri evitavano qualsiasi argomento antigovernativo concentrandosi esclusivamente a propagandare la Lista Tsipras alle prossime elezioni europee (PRC).
"Il 25 Aprile non si tocca, onore e gloria ai partigiani" risuonava dal megafono del PMLI cogliendo l'approvazione come altri slogan tipo quelli per l’applicazione delle norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione anche affinché si contrasti la proliferazione assistita dei gruppi squadristici nazifascisti attuata dalla giunta provinciale milanese del berlusconiano Guido Podestà con il tacito nulla osta della giunta Pisapia e tanti altri sui temi generali di attualità politica nazionale e internazionale.
La delegazione del PMLI - guidata dal compagno Angelo Urgo coadiuvato dal compagno Alessandro Frezza - per la qualità politica delle parole d’ordine scandite e per le canzoni partigiane e comuniste proposte (“Bella Ciao”, “Fischia il Vento”, “L’Internazionale”…) ha attirato attorno a sé ed al suo seguito sempre più manifestanti di ogni età suscitando applausi e saluti a pugni alzati da chi sostava ai bordi del corteo (specie alla fine di Corso Venezia).
In Piazza Duomo si sono svolti i comizi conclusivi di Roberto Cenati (Presidente del Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo per la difesa dell’Ordine Repubblicano), Mario Artali (Presidente nazionale FIAP), Luigi Angeletti (Segretario generale UIL), Elena Cattaneo (senatrice a vita e scienziata) e Carlo Smuraglia (Presidente Nazionale ANPI), tutti dichiaratisi, chi più e chi meno per la “difesa della Costituzione” democratico-borghese del ’48 non certo per denunciare la sua attuale storpiature de iure - come sul Titolo V e sul pareggio di bilancio - e la sua cancellazione de facto – tramite le vigenti leggi incostituzionali della seconda repubblica neofascista – ma per affermare che questa addirittura sarebbe ancora operativa a garanzia dei diritti fondamentali come quello al lavoro, come affermato da Angeletti secondo il quale inoltre il renziano Job Act sarebbe un provvedimento che ''va nella direzione giusta'' e che soprattutto ''non aumenta la precarietà'', attirandosi così alcune contestazioni da più parti della piazza.
Nessuna attualizzazione antifascista è venuta dai comizi, mentre il PMLI ha spinto l e masse a comprendere che occorre lottare per spezzare l'asse piduista e golpista Renzi-Berlusconi, per impedire il completamento della seconda repubblica neofascista e l'instaurazione di un altro ventennio col volto di Renzi dopo quello di Berlusconi e ha cercato di stimolare il proletariato a prendere coscienza che il suo compito storico è quello di abbattere il capitalismo, prendere il potere politico e instaurare il socialismo - che è la società che avevano in mente anche gli antifascisti e i combattenti partigiani più avanzati e coscienti - senza il quale non sarà mai possibile cambiare veramente l'Italia e liberarsi per sempre dallo sfruttamento e dal fascismo.
Viva il 25 Aprile!
Gloria eterna alle partigiane e ai partigiani!
Teniamo alta la bandiera della Resistenza e dell'antifascismo contro il governo del Berlusconi democristiano Renzi e la seconda repubblica neofascista, per l'Italia unita, rossa e socialista!

30 aprile 2014