Viva, viva, viva il Rapporto di Giovanni Scuderi alla 4ª Sessione allargata del 5° CC del PMLI, vero e proprio capolavoro di cui poteva essere artefice solo un fulgido esempio di marxista-leninista come lui
La Lunga Marcia del PMLI è dura ma esso riuscirà a capovolgere cielo e terra e conquistare l'Italia unita, rossa e socialista

 
Davvero con piacere e attenzione ho letto e riletto il Rapporto presentato da Giovanni Scuderi alla 4a sessione plenaria allargata del 5° Comitato Centrale del PMLI.
Il compagno Scuderi analizza la situazione del Partito dallo svolgimento del rosso 5° congresso ad oggi e indica gli obiettivi fondamentali da realizzare nel futuro.
Riguardo alla prima questione il Rapporto si concentra innanzitutto sulle contraddizioni esplose nel Partito: nell'Ufficio Politico, nel Comitato Centrale e alla base, passando poi ad analizzare le importanti vittorie ottenute in questi anni.
Gli “alti e i bassi” inevitabili nel fuoco della lotta di classe e della Lunga Marcia dei marxisti-leninisti italiani verso il socialismo.
Entrando nel dettaglio: tre sono state le contraddizioni che l'UP ha dovuto affrontare, due delle quali risolte positivamente perché erano contraddizioni in seno al popolo, mentre una terza di tipo antagonistico ha portato all'allontanamento di Gianino, che non voleva evidentemente risolvere i contrasti con il Partito sulle questioni che poneva e che riguardavano punti e questioni politiche fondamentali.
Nel Comitato centrale sono stati smascherati e allontanati due elementi revisionisti che cercavano anche di impadronirsi del comitato lombardo, anche qui una contraddizione antagonista ben risolta che, in caso contrario, avrebbe potuto portare a mio avviso alla lunga anche al cambiamento di colore politico del PMLI, o comunque da subito ad un consolidamento della “linea nera” fin nel Centro del Partito.
Un cancro politico vero e proprio dunque, bloccato sul nascere dai compagni armati del “bisturi” giusto: il marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Anche alla base vi sono state delle contraddizioni che hanno portato purtroppo alla distruzione della cellula londinese e all'allontanamento di altri elementi.
Il punto fondamentale, ben inquadrato come sempre da Scuderi, è questo: le contraddizioni nel PMLI esistono ed è ovvio che sia così.
Il Partito è, o meglio tende il più possibile ad essere, un blocco unico, compatto e monolitico, il che, però non autorizza affatto ad averne una visione idealistica riguardo alle contraddizioni inevitabilmente presenti anche nel Partito.
Solo chi ragiona idealisticamente e in maniera schematica può vedere un'apparente insolubile contraddizione fra l'unità del Partito e le contraddizioni in esso presenti, non se si passa sul terreno del materialismo storico e dialettico, come appunto fa Scuderi.
Anzi si può dire che il PMLI stesso nasca per effetto di una contraddizione, quella fra le forze produttive e i rapporti di produzione della società capitalista ovvero la contraddizione principale, quella fra il proletariato e la borghesia, ed è esso stesso una sovrastruttura (cioè un riflesso o un derivato) della struttura economica del capitalismo.
Alla base di tutto nella società umana vi è ciò che si produce e il modo di scambiare ciò che si produce, il resto è una conseguenza, l'essere sociale fa la coscienza e mai viceversa, (come invece sostengono gli idealisti), concetto fondamentale della “nuova e geniale concezione del mondo” (Lenin) del materialismo storico e del materialismo dialettico teorizzati e praticati dai Maestri come riflesso di ciò che avviene nella base materiale analizzata grazie allo studio dell'economia politica.
Concezione del mondo che punta non tanto ad interpretare il mondo medesimo (come hanno creduto di poter fare i filosofi) quanto a mutarlo a favore del proletariato.
Si tratta quindi non di temere le contraddizioni che inevitabilmente esplodono dentro il PMLI ma di ben risolverle per il supremo interesse della causa del Socialismo, tenendo ben presente il principio “Unità-critica-unita”, il centralismo democratico e il metodo della critica e dell'autocritica, quando si tratta appunto di contraddizioni in seno al popolo. Quanto agli elementi incorreggibili (e dunque alle contraddizioni antagoniste)... meglio perderli che trovarli!
Il PMLI può solo rafforzarsi da una diminuizione quantitativa di militanti e dirigenti, se questi portano acqua al mulino della borghesia, poiché vi guadagna in qualità!
Può essere utile a questo proposito ricordare lo stesso Articolo 5 dello Statuto del PMLI: La struttura organizzativa del Partito è saldamente basata sul principio del centralismo democratico.
Il Partito è compatto e monolitico, non sopporta il frazionismo e lo scissionismo, è attrezzato in tutto e per tutto alla lotta di classe e alla rivoluzione socialista.
Il Partito, come spiega scientificamente il marxismo- leninismo-pensiero di Mao e come dimostra l'esperienza del movimento operaio internazionale, si costruisce nella lotta, in ogni fase della sua crescita e del suo sviluppo esiste la lotta tra le due linee, la linea del proletariato e quella della borghesia. Anche se il Partito possiede una linea giusta e una direzione marxista-leninista corre sempre il pericolo che la borghesia attraverso l'infiltrazione riesca a capovolgere questa linea e a rovesciare questa direzione. I militanti del Partito debbono esercitare una costante vigilanza, sventare e respingere con fermezza ogni tentativo borghese e revisionista di impadronirsi del Partito e di fargli cambiare colore.
E infatti tentativi di infiltrazione nel Partito, per fortuna smascherati e bloccati si sono verificati negli ultimi tempi, a Palermo e Reggio Calabria.
Per quanto riguarda invece le vittorie riportate dal Partito in questi anni il rapporto del compagno Scuderi pone l'accento sul rafforzamento del CC dovuto alla rimozione di elementi non marxisti-leninisti e all'immissione di nuove forze che invece vanno nella giusta direzione.
Il PMLI ha registrato sul fronte giovanile e sindacale (particolarmente importanti per la lotta di classe e lo stesso sviluppo del Partito), grandi e importanti vittorie grazie alla ricostruzione dopo ben 14 anni, delle commissione giovani del CC, guidata dall'esemplare (e stakanovista si sarebbe detto nell'Urss di Lenin e Stalin) compagno Federico Picerni.
Davvero un capolavoro politico in particolare, dice giustamente Scuderi, il documento sul precariato.
Grande vittoria anche sul fronte sindacale in riguardo all'ultimo congresso della CGIL, nonostante i gravi problemi di salute del compagno Emanuele Sala, Responsabile della commissione del lavoro di massa del CC (che saluto affettuosamente augurandogli buona salute) e grazie soprattutto al compagno Andrea Cammilli militanti e simpatizzanti marxisti-leninisti sono riusciti ad ottenere importanti vittorie contro la destra della Camusso, pur con pochi mezzi a disposizione e nonostante l'ostracismo della destra e altre difficoltà, diventando il punto di riferimento di fatto della base sindacale più attiva e anticapitalista venuta a conoscenza della proposte del Partito, fatto questo amplificato anche dall'assenza sul terreno vero della lotta di classe dei partiti falso-comunisti.
Giovanni Scuderi auspica un rafforzamento, teorico e pratico, del Partito dal punto di vista della linea sindacale, perché è ovviamante cruciale e strategica per il partito del proletariato, indicando nell' unità della sinistra sindacale dentro e fuori la CGIL il terreno sul quale devono muoversi i marxisti-leninisti, al contempo rilanciando, come hanno fatto splendidamente diversi compagni in varie zone d'Italia, l'obiettivo strategico del PMLI della creazione di un nuovo Sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, basato sulla democrazia diretta.
Altra grande vittoria per il Partito sul fronte politico logistico e organizzativo è stata l'apertura della nuova rossa sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico”, alla quale fa purtroppo da contraltare in negativo la soppressione della pubblicazione cartacea del glorioso organo del Partito durata ben 44 anni.
Per quanto dolorosa questa scelta, dettata da motivi economici, non è per Scuderi determinante per il successo del lavoro politico e organizzativo, primo perché “Il Bolscevico” continua ad esistere più bello e rosso che mai sul sito del PMLI, secondo perché la differenza nel lavoro dei marxisti-leninisti non la fa il formato del giornale, cartaceo o “virtuale” che sia, ma l'applicazione della linea politica del Partito e il radicamento fra le masse popolari.
Da questo punto di vista, cioè quello dell'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso, (la testa è già rossa e forte e non da oggi), di crescita quantitativa sia in termini di nuovi militanti (il PMLI è un partito di quadri, non di massa, ma di quadri che operano fra le masse come pesci nell'acqua) sia in termini di nuovi simpatizzanti e la crescita qualitativa sia dei primi che dei secondi (nel senso di fedeltà al Partito, conoscenza e applicazione della linea politica, miglioramento del lavoro giornalistico e così via) incontra tre grossi ostacoli:
Primo: il problema economico, da tempo indicato dal Partito come uno dei 5 grossi ostacoli che ne rallentano lo sviluppo nazionale, acuito dalla crisi del capitalismo che ha investito anche militanti e simpatizzanti del PMLI e dalla chiusura dell'Attività vitale. Potrà risolversi, dice Scuderi, solo con un continuo e costante appello al finanziamento del PMLI rivolto alle masse popolari, anche perché il Partito non accetta né mai lo farà alcuna forma di finanziamento pubblico né per se stesso né tantomeno per i partiti borghesi.
Secondo: il problema dell'allargamento del gruppo di compagni che lavorano al Centro, il quale è sempre più “sotto pressione” soprattutto per l'enorme mole di lavoro che si trova a dover affrontare.Si può almeno in parte ridimensionare questo problema, dice Scuderi, con il trasferimento a Firenze di alcuni militanti.
Terzo: il problema del radicamento fra le masse popolari. La questione è quella di migliorare il lavoro delle Cellule di base. Il radicamento altro non è se non l'applicazione della linea di massa del PMLI alla realtà sociale nella quale si vive e e si opera da parte dei militanti ma anche dei simpatizzanti e si può realizzare solo tenendo bene a mente le parole d'ordine “studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi” (e viceversa).
Se il radicamento non viene perseguito e con tenacia da parte dei compagni di base il rischio, detto francamente e fuori dai denti è quello di trasformare il PMLI in un organismo politico, magari bellissimo e idealmente proletario e rivoluzionario ma di fatto borghese e sostenitore del capitalismo. Una vera e propria pistola scarica con la quale di sicuro non puoi vincere nessuna guerra di classe, al massimo utile puramente in una prospettiva intellettualistica per far conoscere la storia del movimento operaio che potrebbe andar bene per un'associazione culturale di studiosi del comunismo, ma non certo il Partito della riscossa e del socialismo!
Teoria e pratica, così come Centro e base, non si possono mai disgiungere nella vita di un autentico comunista che percorre con il PMLI la via dell'Ottobre, pertanto fa benissimo il compagno massimo dirigente del Partito a ricordare ai compagni inadempienti e ritardatari che “lo sviluppo del Partito passa essenzialmente dalla nostra presenza attiva, combattiva e propositiva negli ambienti di lavoro, di studio e di vita. Il che significa che le istanze intermedie e di base si devono occupare dei problemi concreti e immediati delle masse di quegli ambienti e aiutare le masse a risolverle.”
Il compagno Scuderi invita anche i (giovani e meno giovani) dirigenti del Partito a migliorare il lavoro sotto ogni profilo e aspetto tenendo bene a mente che nel PMLI ciò che conta è il lavoro di squadra e collettivo.
Con piacere noto poi che Scuderi parla di crescita di simpatia nei confronti del Partito da parte di settori della “sinistra” borghese, così come aumenta il numero di intellettuali al servizio del popolo non membri del PMLI sempre più attivi e collaborativi.
Il Rapporto si sofferma poi sulle attuali campagne elettorali da affrontare le europee e le amministrative riconfermando l'astensionismo marxista-leninsta strategico nel primo caso, tattico nel secondo.
Riguardo alla Ue imperialista solo il PMLI la combatte risolutamente e da una corretta posizione appunto antimperialista che punta alla sua liquidazione cominciando a tirarne fuori l'Italia, altri partiti sedicenti “antieuropeisti” non ne denunciano affatto il carattere imperialista e si limitano al massimo a chiedere solo l'uscita dall'euro e una sua tanto “radicale” quanto impossibile riformabilità.
Bisogna dunque lavorare perché il crescente risentimento genericamente antieuropeista delle masse, si trasformi in una lotta totale contro questo mostro economico, politico, sociale, istituzionale e militare, comnciando a delegittimare le sue istituzioni e i suoi governi senza dimenticare mai che gli autentici comunisti sono per l'unità dei popoli europei e non per la loro divisione. Ma questa unità può appunto avvenire solo nel socialismo e non certo nella Ue imperialista.
Quanto alle amministrative parziali il compagno rilancia l'astensionismo tattico marxista-leninista inteso come un voto a tutti gli effetti contro il capitalismo e per il socialismo e l'obiettivo strategico e non solo a carattere elettorale della costruzione delle istituzioni rappresentative delle masse basate sulla democrazia diretta, (quella vera, non quella finta alla Beppe Grillo per intenderci): le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari.
Naturalmente i problemi economici del Partito si riverseranno anche in questa campagna elettorale, in cui il PMLI, vittima da sempre di un ferreo black-out stampa del regime neofascista, non potrà oltretutto nemmeno utilizzare la cartellonistica e affiggere i manifesti, vista la vergognosa soppressione dell'assegnazioni degli spazi sui tabelloni elettorali per i “fiancheggiatori”. Misura questa contro la quale il Partito ricorrerà alla magistratura data la sua palese incostituzionalità.
Infine nel rapporto il compagno Scuderi rilancia alla grande la lotta contro il governo del Berlusconi democristiano Renzi, il quale altro non è se non la reincarnazione tecnologica e moderna di Mussolini e dello stesso Berlusconi, auspicando la massima unità sociale e sindacale per il suo abbattimento dalla piazza.
Insomma la Lunga Marcia politica e organizzativa del PMLI, iniziata 37 anni fa (senza dimenticare gli anni precedenti alla sua fondazione, gli anni dell' OCBI-ml) e che ha aperto le terza fase della storia della lotta di classe in Italia del proletariato contro la borghesia dopo la prima dominata dal 1892 dal PSI e la seconda dal 1921 dominata dal PCI.
È una marcia dura e irta di ostacoli e difficoltà, ma il Partito animato dallo stesso spirito di Yu Kung nel rimuovere le montagne con l'aiuto del popolo e con la stessa dedizione alla causa che ha mosso i 5 Maestri del proletariato, (questi 5 assi che nessun altro partito ha nè potrà mai avere essendo detti partiti espressione della borghesia) o l'indimenticabile compagna Lucia 'Nerina' Paoletti che ha dato la vita per il PMLI , riuscirà a capovolgere cielo e terra e conquistare l'Italia Unita Rossa e Socialista prima e la realizzazione del comunismo poi.
Viva, viva, viva il Rapporto di Giovanni Scuderi alla 4ª Sessione allargata del 5° CC del PMLI, vero e proprio capolavoro politico di cui poteva essere artefice solo un fulgido esempio di marxista-leninista come lui (e non da oggi ma da ben 44 anni!) e massimo dirigente del PMLI!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Uniti, coi Maestri e il PMLI vinceremo!
Saluti marxisti-leninisti!

G.G., simpatizzante della provincia di Cosenza del PMLI
 

30 aprile 2014