Perché la Valdisieve sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo
Non votare i partiti borghesi al servizio del capitalismo Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi
Astieniti. Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

 
Il prossimo 25 maggio gli abitanti della Valdisieve saranno nuovamente chiamati al voto per rinnovare Sindaco e Giunte locali.
Di seguito presentiamo i punti programmatici per i quali vi invitiamo ad unirvi al PMLI ed a lottare con noi.
Nella seconda parte analizzeremo l’operato delle giunte dei due principali comuni della Valdisieve e ne stileremo il bilancio del lavoro svolto dalle precedenti amministrazioni con i propri partiti di riferimento, che mirano a continuare la loro attività governativa anche ne prossimo quinquennio. In qualità di Partito della classe operaia, prenderemo come punto di riferimento per la nostra riflessione politica gli interessi della classe operaia stessa, dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati e della popolazione della Valdisieve. In quest’ottica, analizzando a fondo, non possiamo che esprimere un giudizio negativo sull'operato delle giunte di "centro-sinistra" che hanno amministrato il nostro territorio con continuità dal dopo guerra ad oggi.

LOTTIAMO UNITI
Contro la deindustrializzazione della Valdisieve, per il lavoro
1. Impedire la deindustrializzazione della Valdisieve e l'esternalizzazione delle lavorazioni, l'impoverimento, la delocalizzazione e la chiusura delle aziende.
2. Combattere il lavoro precario in tutte le sue forme a partire dal divieto delle pubbliche amministrazioni di assumere interinali e precari in genere per il lavoro di routine.
3. Rivendicare un lavoro stabile, a salario pieno, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati.
4. Lotta rigorosa al lavoro nero e al "caporalato" a partire dalle opere con finanziamento pubblico.
5. Estendere in tutta la Valdisieve la raccolta dei rifiuti porta a porta in modo da aumentare sensibilmente l'occupazione a discapito di grandi investimenti in strutture dannose per l'ambiente e la salute pubblica.
6. Espropriazione delle terre incolte da più di 5 anni per ritornare a coltivarle con metodi rigorosamente biologici attraverso cooperative agricole totalmente di proprietà pubblica che possano, oltre a creare posti di lavoro stabili ed a salario pieno, commerciare a prezzo di costo i prodotti di questa terra direttamente sul territorio.
7. Creare un coordinamento per il lavoro che rappresenti un punto di riferimento per i disoccupati, i precari ed i lavoratori di aziende in crisi in modo tale da creare un legame di confronto e di solidarietà fra di essi.
 
Diritti democratici
1. Diritto alla popolazione di poter assistere e manifestare il proprio pensiero alle sedute dei consigli comunali, provinciali e regionali.
2. Spazi pubblici per l'affissione libera e gratuita di manifesti di carattere politico, sindacale e sociale, fatta salva la pregiudiziale antifascista.
3. Concessione gratuita di sale e spazi di proprietà comunale per assemblee ed iniziative di comitati ed organizzazioni del territorio in orari liberi da impegni.
4. Eliminazione della tassa per l'occupazione di suolo pubblico per iniziative politiche, culturali e sociali non a fini di lucro.
5. Divieto di concedere aule scolastiche, sale e piazze pubbliche per manifestazioni di apologia del nazifascismo e del razzismo.
6. Rimozione immediata delle telecamere-spia sparse nel territorio comunale.
 
Scuola ed educazione
1. Apertura per uso pubblico delle strutture scolastiche oltre gli orari di insegnamento
2. Corsi gratuiti per adulti lavoratori e d’insegnamento della lingua italiana per immigrati all’interno degli edifici scolastici.
3. Pieno soddisfacimento a prezzi popolari delle richieste di accoglienza dei bimbi negli asili nido pubblici
4. Introduzione nelle classi adeguate da decidere con il personale docente di appuntamenti in orario scolastico per iniziare a conoscere la Resistenza in quanto pagina che rappresenta il punto più alto di combattività, unità e solidarietà che il nostro Paese ricordi, possibilmente in accordo con le sezioni ANPI locali.
5. Trasporti scolastici gratuiti e garantiti anche per bimbi isolati in frazioni remote in rispetto del diritto universale allo studio.
6. Continuare la sensibilizzazione a partire dei giovanissimi sulle buone pratiche, sulle energie alternative e sul rispetto ambientale, in particolare nell’ambito di riuscire a considerare i rifiuti non come un problema ma come una risorsa di materiale e di lavoro.
 
Casa e urbanistica
1. Stop ai progetti speculativi in corso e recupero e riutilizzo del patrimonio edilizio e delle aree, private o pubbliche, dismesse o in via di dismissione come gli ex macelli di Rufina o l'ex area ferroviaria di Pontassieve per la conversione in alloggi popolari ed in edifici pubblici per soddisfare le esigenze di centri sociali, culturali e ricreativi al servizio dei giovani e della popolazione.
2. No alla contrattazione ed alla cessione a privati delle aree da ristrutturare.
3. Salvaguardia e sviluppo dell'edilizia pubblica a basso costo.
4. Divieto di sfratto fino a quando non sia stata trovata una adeguata abitazione alternativa.
5. Contributi economici agli indigenti da parte delle amministrazioni comunali per pagare l'affitto ad integrazione di quelli statali.
6. Effettuare una rapida indagine per capire quali siano gli immobili sfitti presenti nel territorio e quali quelli da recuperare per creare spazi pubblici e sedi gratuite per l’associazionismo e la libera espressione artistica, sociale e politica.
7. Requisizione delle case sfitte da oltre un anno o di quelle affittate a nero, obbligando i proprietari ad affittarle a prezzi popolari stabiliti dall’Amministrazione comunale e da una apposita commissione popolare di controllo nominata autonomamente dalla popolazione.
 
 
Sanità, servizi sociali e assistenziali pubblici e gratuiti
1. Riapertura immediata del pronto soccorso di S. Francesco a Pelago o istituzione dello stesso con tutte le funzionalità del caso nel territorio di Pontassieve. E’ impensabile continuare a far si che la popolazione della Valdisieve debba forzatamente spostarsi per il ricorso ad un servizio così importante a Borgo S. Lorenzo o a Ponte a Niccheri.
2. Assistenza sanitaria gratuita senza alcun ticket, a partire da anziani, diversamente abili e bambini.
3. Potenziamento delle strutture locali in modo tale da renderle autonome in quanto area, tali da soddisfare visite ambulatoriali, esami medici e cure fisiche entro 15 giorni dalla richiesta.
4. Istituire una fitta rete di servizi pubblici gratuiti per l'infanzia, asili nido, scuole materne, mense, scuola bus, servizi di pre e dopo scuola, centri estivi ecc.,con orari e prestazioni adeguati alle esigenze delle famiglie lavoratrici ed in particolare delle donne.
5. Assistenza domiciliare, anche infermieristica, trasporti per motivi sociali e sanitari, pubblici e gratuiti per tutti gli anziani ed invalidi in base alle necessità della famiglia.
6. Aumento della medicina preventiva nei luoghi di lavoro e di studio.
7. Istituzione di un organismo popolare di controllo pubblico rispondente alle associazioni proprie della popolazione, per vigilare sull’operato delle strutture del servizio socio-sanitario.
8. Sì alla totale gestione pubblica dei servizi socio-sanitari.
 
Trasporti pubblici ed al servizio della popolazione
1. No al progetto di variante alla statale 67 e potenziamento massiccio del trasporto ferroviario nella tratta Firenze-Borgo San Lorenzo.
2. Aumento delle corse diurne ed instaurazione di corse notturne ad orari cadenzati in particolare nel fine settimana per i giovani, in modo tale da ridurre i fattori di rischio nei rientri.
3. Istituire treni straordinari in occasione di eventi musicali e sportivi di grande rilevanza.
4. Abolire le arbitrarie ed ingiuste fasce di chilometraggio di biglietti ed abbonamenti che portano a pagare più chilometri di quelli realmente usufruiti.
5. Adeguare ed ammodernare convogli ferroviari e linea, assieme ad un sistematico lavoro di manutenzione.
6. Aumentare il numero di carrozze disponibili e tenere un numero sufficiente di carrozze e di locomotori di scorta per eventuali guasti.
7. Piste ciclabili
 
Inceneritore, gestione dei rifiuti e “beni comuni”
1. No alla costruzione del nuovo mega-inceneritore di Selvapiana.
2. Adesione immediata dei comuni della Valdisieve alla strategia Rifiuti Zero con tutto ciò che ne consegue.
3. Ripubblicizzare il servizio di raccolta, di smaltimento e di gestione dei rifiuti in Valdisieve.
4. Effettuare politiche economiche nei confronti delle aziende per ridurre alla fonte la produzione degli imballaggi, che costituiscono circa l'80% del totale dei rifiuti.
5. Creare in zona idonea un impianto di compostaggio direttamente gestito dai Comuni il cui prodotto possa essere venduto a prezzo di costo sul territorio.
6. Disincentivare la pratica dell'usa e getta a partire dalle attività comunali, promuovendo così il riutilizzo ed il riciclaggio.
7. Estendere la raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio comunale di Rufina, Pontassieve, Pelago e Dicomano e nell'intera Valdisieve.
8. Introduzione della tariffa puntuale calcolato sul peso di indifferenziato conferito e non sul numero dei conferimenti.
9. Creare un centro di raccolta, differenziazione, riciclo e riuso utilizzando parte dell’ex area ferroviaria per valorizzare al meglio la presenza di capannoni industriali da riadeguare ed i binari ferroviari che consentono facile trasporto di materiale senza peggiorare ulteriormente il già congestionato trasporto su gomma.
10. Immediata ripubblicizzazione del servizio idrico in rispetto del risultato referendario scorso che preveda la totale sovranità pubblica del ciclo delle acque evitando qualsiasi forma di privatizzazione pur parziale dell’acqua stessa, degli acquedotti e dei servizi ad essi collegati.
11. Istituzione di una commissione di controllo autonoma composta dagli attivisti che hanno affrontato in prima linea la battaglia referendaria scorsa su Acqua e Nucleare.
12. Adeguamenti strutturali per fornire del servizio idrico zone critiche come Masseto a Rufina o S.Maria in Acone nel comune di Pontassieve
 
Il lavoro in Valdisieve
Sul nostro territorio, nella sostanza, niente si fa per il lavoro se è vero com'è vero che importanti aziende hanno chiuso i battenti e si sono trasferite altrove e la disoccupazione giovanile è in costante crescita. Abbiamo cercato i dati dalle Camere del Lavoro territoriali ma non ci sono stati forniti.
La Valdisieve, solo nell’ultimo decennio, ha visto chiudere fra le altre, numerose aziende che rappresentavano il tessuto storico economico del territorio; si pensi, per citarne alcune, alla Ex-Merinangora di San Francesco a Pelago, alla Centralpane di Dicomano, alla Brunelleschi di Pontassieve, al trasferimento della Braccialini, alla chiusura di numerose pelletterie fra le quali spicca la vergognosa vicenda della Emmebiemme di Rufina il cui padrone è di fatto fuggito col portafoglio pieno; in sostanza centinaia di posti di lavoro in meno negli ultimi dieci anni e questo al di là delle scarse opportunità di ricollocamento dei lavoratori che quel lavoro l’hanno perduto.
Nella frazione di Sieci, sono due le aziende che recentemente hanno chiuso i battenti. L'HMV, operante nel settore metalmeccanico da oltre mezzo secolo, è stata dichiarata fallita dal Tribunale dopo circa sei mesi nei quali una quindicina di dipendenti rimasti in azienda a fronte dei 30 circa che ne rappresentavano l'organico all'inizio del 2013, erano rimasti senza lavoro e senza ammortizzatori sociali.
Stessa sorte per la Nordlight che, acquisita dal gruppo Artemide leader nel settore della illuminazione a Led tra il 2007 ed il 2008, ha rifiutato il piano di rilancio presentato dai sindacati e sta per lasciare la Valdisieve. La proprietà ha ribadito la volontà di trasferire dipendenti e produzione nei due stabilimenti esistenti a Bergamo e Milano.
Ultima nel tempo ma non per importanza è la chiusura dello stabilimento Colacem (Ex Italcementi) di San Francesco a Pelago, una azienda storica che da 100 anni rappresentava un punto fermo dell’economia della Valdisieve, che lascia a casa circa 50 dipendenti.
In questo difficile momento è di primaria importanza puntare sulle risorse stesse del territorio che sono innanzitutto l'agricoltura, il turismo enogastronomico ed anche un diverso sistema di gestione dei rifiuti che potrebbe dare nuove opportunità occupazionali nella raccolta differenziata e nel riciclaggio, oltrechè salvaguardare l'ambiente stesso e la salute.
La classe operaia, oggi più che mai presente ed in difficoltà, deve unirsi e lottare per i propri interessi comuni che sono l’ottenere innanzitutto un lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i lavoratori e gli attuali disoccupati.
Dobbiamo lottare uniti per la riduzione dell'orario a 35 ore settimanali a parità di salario per legge, fin da subito in tutte le aziende, comprese quelle con meno di 15 dipendenti. Dobbiamo lottare uniti per far abrogare tutti i provvedimenti di legge, ivi compreso il pacchetto Treu, che hanno liberalizzato il "mercato del lavoro" e moltiplicato le forme di lavoro precario nel privato e anche nel pubblico impiego e che hanno inserito trattamenti economici e normativi differenti, in deroga ai contratti nazionali. Dobbiamo lottare uniti per mantenere ed estendere ai lavoratori delle aziende sotto i 15 dipendenti le norme di tutela dello Statuto dei lavoratori.
Dobbiamo lottare uniti per ottenere una indennità di disoccupazione pari al salario medio degli operai dell'industria per un periodo non inferiore a tre anni. Tale indennità deve essere estesa anche ai giovani in cerca di prima occupazione da far decadere in caso di rifiuto di una adeguata offerta di lavoro.
Dobbiamo lottare uniti per il mantenimento ed estensione nei settori che ne sono privi dei cosiddetti "ammortizzatori sociali" (cassa integrazione ordinaria e straordinaria, liste di mobilità e prepensionamenti) per difendere i posti di lavoro e contenere i licenziamenti in casi di crisi aziendali.
 
La Sanità in Valdisieve
Nel 2007, dopo 53 anni di servizio ed una stima di venticinque interventi quotidiani, la Valdisieve perse definitivamente il punto di Pronto Soccorso ubicato presso la Clinica Privata Valdisieve (oggi Valdisieve Hospital); a suo tempo le amministrazioni locali giustificarono di fatto il provvedimento rimandandolo a questioni di forza maggiore quali i mancati adeguamenti del piano tariffario da parte di ASL che avrebbero messo in difficoltà economica la clinica che svolgeva in appalto il servizio. A ciò seguì una istanza in Provincia e Regione, fra l'altro portata da Alleanza Nazionale (!) che poi non ha avuto alcun seguito.
Assolutamente inadeguato anche per i più semplici interventi è l'attuale Primo Soccorso di San Francesco a Pelago che sarebbe dovuto esserne alternativo. Ultimo episodio di smantellamento del servizio sanitario in Valdisieve è la recente chiusura definitiva dell'ambulatorio diabetologico di San Francesco a Pelago che serviva tutto il territorio e contro la cui chiusura fu organizzata anche una raccolta firme alla quale sono seguite varie interrogazioni comunali e provinciali come sempre senza riscontro.
Non condividiamo affatto la scelta di concedere il servizio sanitario ad una struttura esterna, poco c’importa se esso rientra nel programma complessivo di esternalizzazione che la Regione Toscana ha avviato da tempo in tutto il territorio regionale. La sanità pubblica è un diritto al quale non possiamo assolutamente rinunciare.
Non solo siamo contrari alla chiusura del centro prelievi di San Francesco; riteniamo indispensabile il potenziamento delle strutture sanitarie locali in modo tale da renderle autonome a livello territoriale, in modo tal da soddisfare visite ambulatoriali, esami medici e cure fisiche entro 15 giorni dalla richiesta. In quest’ottica ben vengano altri centri locali (Croce Azzurra, Misericordia ecc.) ma non in alternativa a quello di San Francesco.
 
Il tema fondamentale del territorio: gestione dei rifiuti ed inceneritore di Selvapiana
Dove invece oggi tutte le amministrazioni della Valdisieve con i loro sindaci in prima linea sembrano convenire, è sulla questione inceneritore di Selvapiana che al momento, a causa di una riduzione del flusso garantito di rifiuti all'impianto, nessuno sembrerebbe intenzionato a costruire nonostante posizioni intransigenti e sorde a qualsiasi critica tenute da sempre.
Oltre però a ricordare che l'impianto è regolarmente inserito in tutti gli atti ufficiali di Provincia e Regione la popolazione deve stare all’erta in quanto la posizione oltranzista dei sindaci sulla costruzione dell’impianto è stata riveduta non perché ci si è convinti che non occorra più ricorrere alla pratica dell’incenerimento, ma solo perché i rifiuti garantiti da ATO non coprono la capacità totale dell’impianto: si prevede infatti un flusso di 46.000 t/a rispetto alla capacità complessiva di 68.000 t/a. Solo per questo motivo nell’ultima assemblea di ATO dello scorso febbraio i sindaci della Valdisieve hanno votato contro il Piano d’Ambito.
Un'attenta lettura dei punti del programma con il quale Marini ha vinto le primarie, non fa comunque dormire sonni tranquilli alla Rete dei comitati che da dieci anni lottano per la cancellazione dell'impianto dal momento che vi si legge:” Una città pulita e sana (…) che fa della raccolta differenziata il proprio vanto premiando i cittadini virtuosi per non avere più bisogno del termovalorizzatore”. Una posizione parziale ed opportunista in quanto se da un lato fa intravedere un’apertura verso un nuovo modo di gestione dei rifiuti, essa ha senso solo se il nuovo inceneritore di Selvapiana non sarà costruito. Addirittura nella stesura definitiva del programma elettorale di coalizione si è persa traccia anche di questa parziale affermazione.
Tutto ciò è ben lontano dalla posizione netta e definitiva che vorrebbe la popolazione e che potrebbe essere riassunta con “Cancellazione da tutti i piani ufficiali di Provincia e Regione dell'inceneritore di Selvapiana ed adesione immediata al progetto Rifiuti Zero”. Poiché è evidente che il tema rifiuti possa spostare l'asse del voto di primavera, l'opportunismo del PD è palpabile e fin troppo chiaro per gli occhi intelligenti degli addetti ai lavori.
Successivi colloqui della Rete Ambientale della Valdisieve con gli aspiranti sindaci della coalizione PD-SEL-PSI Marini e Pinzani hanno confermato questa posizione che di fatto prevede l’impianto, così come dal Piano di Provincia e Regione, a patto che vi siano quantitativi sufficienti di rifiuti conferiti.
Questo rischio era già stato ipotizzato anche all'interno dei comitati e delle associazioni stesse; noi ci auguriamo che esse non mollino di un centimetro la propria posizione e siano tenaci nel perseguire il proprio obiettivo fino in fondo rimanendo autonome nella sostanza.
Per facilitare questo compito, sarebbe sufficiente pensare a chi abbiamo davanti e quanto è stato fatto in passato da chi oggi tende una mano evidentemente viscida e “pelosa”. Se poi la posizione del nuovo sindaco sarà costretta a convergere con la posizione della Rete Ambientale tanto meglio e tutti ci avranno guadagnato, ma sarà stata la tenacia della popolazione ad aver vinto la battaglia.
Intanto però sappiamo per certo che per la società AER Impianti, partecipata dai comuni e costituita ad hoc per la costruzione dell’impianto, sono già stati spesi 300.00 euro in gettoni di presenza per gli amministratori impegnati e stipendi vari.
Il PMLI si oppone da sempre all’impianto di incenerimento di Selvapiana, così come a tutti gli altri, ed ha sostenuto attivamente dalla loro fondazione i comitati e le associazioni che so sono costituiti nel tempo, oggi riuniti sotto la bandiera della Rete Ambientale Valdisieve – Verso Rifiuti Zero.
 
Area ex-ferrovie di Pontassieve
Il piano di riqualificazione dell'ex area ferroviaria, altro elemento centrale nello sviluppo del paese, appare come una vera e propria svendita di una importante fetta del paese a beneficio dei privati che costruiranno altre costosissime abitazioni compensate da una invisibile fetta di costruzioni ad edilizia agevolata ed ancora altri centri commerciali. Senz’altro c’è la necessità di valorizzare questa parte importante di territorio, integrandolo col resto del paese ma il progetto presentato dimostra ancora una volta che i nostri amministratori non hanno nessuna lungimiranza.
Dopo un lungo periodo di tempo nel quale il Comune non aveva potuto operare in autonomia nonostante convenzioni ed accordi con Ferrovie dello Stato che possiedono il 71% della superficie totale dell’area, e dopo un bando di gara andato deserto, oggi l’Amministrazione ha approvato in consiglio un nuovo piano attuativo senza consultare minimamente il parere della popolazione. Questo tema fu oggetto anche di alcune serate all’interno del Laboratorio Civico promosso dal sindaco stesso che in realtà non fu mai un forum di dibattito, bensì un mezzo per legittimare la propria posizione.
Nell’area “Borgo Verde” sono previsti un parco per metà della superficie, (9.496 mq), poi la nuova Casa della Salute dove non è previsto il nuovo pronto soccorso ed altra edilizia polifunzionale. Ben 8.553 mq avranno destinazione residenziale.
Noi crediamo che gran parte dell’area ferroviaria dovrebbe essere destinata alla costruzione di un centro di recupero e riuso di materiale proveniente dalla raccolta differenziata dell’area. Questa soluzione potrebbe beneficiare della presenza dei capannoni dell’impianto di rigenerazione rotaie in parte in disuso ed il collegamento ferroviario diretto avvantaggerebbe enormemente il trasporto del materiale in entrata ed in uscita lasciando inalterato il trasporto su gomma, peraltro già congestionato.
L’ipotesi, da approfondire con tecnici di settore ma già oggetto di ipotesi ignorate dalle amministrazioni, potrebbe rappresentare un primo passo effettivo per iniziare il percorso verso la strategia Rifiuti Zero attraverso il recupero, il riuso e la differenziazione di ingombranti quali elettrodomestici, mobilia e simili. Il tutto, oltre al recupero stesso ed alla assoluta assenza di impatto ambientale, rappresenterebbe una grande opportunità per nuovi posti di lavoro.
 
Bilancio di lavoro della Giunta Comunale di Pontassieve
Nel principale comune della Valdisieve, Pontassieve, la maggioranza uscente PD e SEL propone quale successore ai 10 anni di giunta Mairaghi, l’ex Assessore all'ambiente, alle pari opportunità, all'edilizia privata con delega alle politiche sociali e sanitarie Monica Marini, già consigliere comunale dal 1999 al 2004 eletta nelle fila DS nell'ultima legislatura Perini.
La giunta Mairaghi, oltre ad essere rimasta celebre per l'assoluta chiusura al dialogo e per gli sgombri forzati e senza precedenti delle occupazioni dei giovani di Voci dalla Macchia eseguiti dalle forze dell'ordine su richiesta del comune, è stata chiamata a risarcire più volte le casse comunali, direttamente chiamata in causa dal TAR e dalla corte dei conti. Marini, assieme ad altri componenti della giunta, è stata coinvolta e condannata nel 2010 dal TAR per le scorrettezze sul bando di gara per l'appalto dei servizi del depuratore di Aschieto che è costata al Comune oltre 560 mila euro per averne modificato i criteri di valutazione dopo aver esaminato i progetti presentati.
Nel 2011 arriva poi la condanna della Corte dei Conti per la nomina illecita a direttore generale di Luca Fanciullacci per mancanza totale di requisiti che predispose il risarcimento di oltre 400 mila euro alle casse comunali per il periodo 2005 – 2009 ai quali si aggiunsero altri 250 mila euro per il periodo successivo, in quanto il direttore generale nominato illecitamente rimase al suo posto con contratto rinnovato anche per la legislatura successiva nonostante i procedimenti in corso.
Quale parsimonia per le casse pubbliche! E quanta responsabilità ostentata nell'amministrare la macchina comunale da parte della giunta in carica! A tutto ciò si aggiungono le pesanti perdite subite dalla Valdisieve in ambito sanitario, l'assessorato della candidata a sindaco.
Per ultimo ricordiamo che la farmacia comunale, così come altri servizi come la biblioteca comunale, è stata privatizzata.
Relativamente agli spazi per i giovani, a Pontassieve niente altro è stato fatto se non incalzare il continuo immobilismo che ha reso il principale comune della Valdisieve ad un vero e proprio dormitorio nel quale mancano quasi del tutto i più elementari spazi aggregativi e di socializzazione; a pagarne le spese più care sono proprio i giovani che sono costretti a raggiungere Firenze in cerca di sufficienti attività ricreative. A Pontassieve non esiste un teatro, gli impianti sportivi non sono capaci di soddisfare i bisogni della popolazione e mancano totalmente spazi liberi ed autogestiti da chi ne usufruisce. La “longa manus” dell’amministrazione – che accomuna anche i comuni limitrofi - fa divenire blindati anche gli spazi storicamente popolari, quali le case del popolo, che concedono sale a caro prezzo, quando esse non vengono negate in presenza di iniziative non gradite all’amministrazione.
 
"Democrazia partecipata" o istituzioni rappresentative delle masse per il socialismo?
Quali sono gli strumenti affinché la Valdisieve sia effettivamente governata dal popolo ed al suo servizio? Il "centro-sinistra" e le sue coperture propongono la "Democrazia partecipata" come strumento che incida sulle decisioni istituzionali; in realtà propone solo ingannatori e demagogici momenti di democrazia ma non il pieno potere della popolazione di decidere sul governo dei paesi.
Il tavolo sull'inceneritore di Rufina prima o il Laboratorio Civico di Pontassieve poi, ne sono stati una pratica dimostrazione. In sostanza l’esito delle prossime elezioni Amministrative non segnerà in alcun modo un passo decisivo per la popolazione di Pontassieve; gli spazi democratici effettivi rimarranno i pochi di sempre perché sono proprio le istituzioni stesse che rappresentano il mezzo attraverso il quale chi effettivamente detiene il potere economico quali Banche, aziende e le super cooperative bianche presenti sul territorio, creano il proprio tessuto affarista e speculativo.
A nostro avviso è invece indispensabile costruire una nuova società che parta dal principio di soddisfare i bisogni delle masse, a partire dal diritto al lavoro ed alla casa, secondo il principio “da ognuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo il proprio lavoro”. E’ indispensabile per la proletariato recuperare la coscienza anticapitalista per divenire finalmente una classe “per se”, antagonista alla borghesia, per divenirne infine il suo becchino.
Dobbiamo dare alla classe operaia gli strumenti per comprendere da un punto di vista di classe le questioni, a partire dalle più evidenti quali, ad esempio ribaltare il concetto borghese secondo il quale l’offerta occupazionale è subordinata al “mercato”; dev’essere invece il diritto al lavoro stabile ed a salario pieno, fra gli altri, che va posto al centro della pratica politica e sociale dal quale poi sviluppare tutto il resto.
Obiettivo che secondo noi è possibile perseguire attraverso una rottura netta nei confronti delle istituzioni borghesi, corrotte e marce fino al midollo, negando quindi la fiducia al PD – SEL – PSI , al Movimento 5 Stelle interclassista che non esce mai dall’ottica capitalista, ed anche a quelle liste che saranno alla loro sinistra con l'obiettivo di mantenere la protesta sociale all'interno del capitalismo e delle sue istituzioni.
 
Bilancio di lavoro della Giunta Comunale di Rufina
D'altro canto non è così diverso lo stile di governo dell'amministrazione Pinzani (PD) di Rufina che si è mossa sostanzialmente nello stesso modo anche perché il programma amministrativo sostanzialmente è unitario.
Sono molti gli elementi che legano a doppio filo questa gestione; innanzitutto la ferma volontà di ignorare qualsiasi tipo di opposizione alla politica della giunta, relegando i pochi consigli comunali aperti nelle prime ore del pomeriggio e non considerando assolutamente nuove proposte su temi spinosi quali ad esempio i piani alternativi per evitare la costruzione del nuovo inceneritore. A Rufina, su gran parte del territorio comunale, è stata istituita la raccolta porta a porta dei rifiuti che ha raggiunto percentuali elevatissime ma nonostante tutto è decaduta anche la premura “tattica” che in passato l’ex sindaco Gamberi utilizzava dichiarando di rimandare il definitivo sì all'impianto successivamente alla costruzione della variante alla Statale 67 poiché la rete stradale composta da una unica strada, appariva inadeguata al flusso di camion che si dirigerebbero all'impianto; per Pinzani l’inceneritore e la variante sono due questioni completamente separate e possono essere realizzate assieme.
Con l’ipotesi di variante alla SS 67, la popolazione della Valdisieve si trova di fronte ad un'altra opera faraonica che, oltre ad avere costi altissimi come l'inceneritore del resto, ricade in aree che costituiscono invarianti strutturali, e sono soggette a vincolo paesaggistico ed idrogeologico. Sebbene una devastazione ambientale senza precedenti del nostro territorio che si ripercuoterà a lungo sulla qualità della vita e sulla salute della popolazione della Valdisieve e che incentiverà ulteriormente il trasporto su gomma che, com’è noto, è più costoso, rischioso ed inquinante.
Nel corso di questa legislatura si sono costituiti anche comitati di pendolari che rivendicavano treni più frequenti e puntuali, migliori strutture ferroviarie ed agevolazioni per ridurre l'intenso traffico della zona verso e da Firenze e, di conseguenza, anche i rischi legati al trasporto su gomma.
Il potenziamento del trasporto pubblico non è stato mai considerato una priorità negli obiettivi delle giunte; anzi, a conferma della distanza che esiste fra i bisogni e le necessità delle masse e la volontà degli amministratori, Trenitalia ha tranquillamente tagliato ulteriori convogli e ne ha sostituiti altri con degli autobus per far posto alle nuove esigenze dell'Alta Velocità creando ulteriori disagi ai pendolari.
Anche per Rufina, se non in maniera più marcata di Pontassieve, assolutamente niente si è fatto per rendere il paese più vivo e vissuto in particolare dai giovani.
 
Le altre liste – oltre la destra - presenti in Valdisieve
A Pontassieve ed a Rufina si presenteranno per la prima volta le liste del Movimento 5 Stelle di Grillo che hanno già raccolto un discreto numero di consensi alle scorse elezioni. Siamo anche consapevoli che una buona parte degli elettori del M5S sul territorio è rappresentata da persone di sinistra che non riescono più a trovare un partito o un movimento che possa portare avanti le loro rivendicazioni; siamo certi che gran parte di questo elettorato, almeno in passato, si è definito si sinistra o addirittura comunista.
Questa consapevolezza ci viene dall’esperienza che abbiamo all’interno dei comitati di lotta ai quali abbiamo partecipato (Fecondazione Assistita, Acqua e Nucleare, Inceneritore) che spesso ci ha visto lottare e lavorare fianco a fianco nell’interesse comune; tuttavia al di là dei punti programmatici locali del M5S, in parte anche condivisibili, non possiamo non ricordare che la caratteristica fondamentale del movimento è l’interclassismo che impedisce di uscire dall’ottica capitalista della società in tutti i suoi aspetti.
Non è una novità ricordare che Grillo stesso ha spesso dichiarato di voler intercettare l’astensionismo e più di una volta si è accollato il merito (peraltro riconosciuto dagli altri partiti di regime) di essere stato capace di placare e controllare la ribellione delle popolazioni riconducendole all’ovile delle istituzioni.
A Pontassieve sarà candidata anche la lista “Un’altra Pontassieve a Sinistra” costituita da ciò che resta del PRC di Rufina e Pontassieve più altri singoli coinvolti nel progetto che non intendono lasciare campo libero a PD e SEL ormai stette in Valdisieve da un patto d’acciaio.
Capiamo i compagni con i quali abbiamo condiviso tante battaglie negli organismi di massa tuttavia non riusciamo a comprenderne l’ostinazione di partecipare ad un circuito istituzionale che non lascia spazio alcuno alle alternative ed alle cosiddette minoranze politiche; sono proprio le battaglie condivise, in particolare quella contro l’inceneritore di Selvapiana che dovrebbero aver chiarito che è solo la popolazione, se organizzata, ad essere capace di contrastare l’operato della giunta e di perseguire battaglie specifiche che migliorino le condizioni di vita della popolazione stessa.
In istituzioni così blindate, dire che attraverso il voto si possa ottenere la maggioranza e che si possa realizzare il programma, peraltro progressista proposto, significa nella sostanza ingannare la popolazione. Per di più non possiamo ignorare che il partito in qualche modo promotore quale il PRC nel confinante comune di Pelago, ha stretto alleanza di coalizione col PD del neo sindaco uscente Zucchini.
Noi diciamo a coloro che da sinistra guardano con simpatia il Movimento 5 Stelle e a coloro che costituiscono o che vorranno appoggiare la lista “A Sinistra” di Pontassieve che solo il socialismo sarà capace di cambiare davvero l’Italia e conseguentemente la Valdisieve ed il partito con il quale si potrà raggiungere questo obiettivo a lungo termine c’è ed è il PMLI.
 
"Democrazia partecipata" o istituzioni rappresentative delle masse per il socialismo?
Quali sono gli strumenti affinché la Valdisieve sia effettivamente governata dal popolo ed al suo servizio? Il "centro-sinistra" e le sue coperture propongono la "Democrazia partecipata" come strumento che incida sulle decisioni istituzionali; in realtà propone solo ingannatori e demagogici momenti di democrazia ma non dà nessun potere alla popolazione.
Il tavolo sull'inceneritore di Rufina, prima, e il Laboratorio Civico di Pontassieve, poi, ne sono stati una pratica dimostrazione. In sostanza l’esito delle prossime elezioni amministrative non segnerà in alcun modo un passo decisivo per la popolazione di Pontassieve; gli spazi democratici effettivi rimarranno i pochi di sempre perchè sono proprio le istituzioni stesse che rappresentano il mezzo attraverso il quale chi effettivamente detiene il potere economico quali banche, aziende e le super cooperative “rosse” e bianche presenti sul territorio, creano il proprio tessuto affarista e speculativo.
A nostro avviso è invece indispensabile costruire una nuova società che parta dal soddisfacimento dei bisogni delle masse popolari, a partire dal diritto al lavoro ed alla casa.
È indispensabile che la classe operaia recuperi la propria “coscienza di classe” e conseguentemente ribalti ad esempio il concetto borghese che l’offerta occupazionale è subordinata al “mercato”; dev’essere invece il diritto al lavoro stabile ed a salario pieno, fra gli altri, che va posto al centro.
Obiettivo che secondo noi è possibile perseguire attraverso una rottura netta nei confronti delle istituzioni borghesi, corrotte e marce fino al midollo, negando quindi la fiducia al PD – SEL – PSI , al Movimento 5 Stelle interclassista che non esce mai dall’ottica capitalista, ed anche a quelle liste che saranno alla loro sinistra con l'obiettivo di mantenere la protesta sociale all'interno delle istituzioni.
 
Astensionismo e Comitati Popolari
Il PMLI ribadisce che non aspira ad entrare nelle istituzioni né a governarle; il nostro obiettivo invece è quello di sfiduciarle e combatterle perché esse non rappresentano la volontà della popolazione e non ne fanno l’interesse.
A questo scopo invitiamo le elettrici e gli elettori a impugnare con forza l’arma dell’astensionismo poiché non esiste uno strumento elettorale più valido per delegittimare, isolare ed indebolire le istituzioni periferiche del regime neofascista imperante.
L’astensionismo che proponiamo è una scelta tattica alle amministrative (mentre è di principio per le elezioni Europee) e non rappresenta un rifugio nel non voto. Che se ne abbia coscienza o no, l’astensionismo è un voto che esprime protesta, dissenso, sfiducia, di fatto una dissociazione dal regime neofascista, dai partiti parlamentari e dalle istituzioni borghesi. Noi lavoriamo e lottiamo perché esso sia concepito e utilizzato nell’ottica della lotta di classe la quale, per essere efficace, va portata tutta quanta al di fuori delle istituzioni rappresentative borghesi.
Il bilancio di questi 150 anni che ci separano dall’Unità d’Italia non lascia dubbi: le istituzioni rappresentative borghesi locali non sono altro che orpelli con i quali la classe dominante maschera la propria dittatura sulle masse popolari.
Il voto di scambio, le tangenti, la miriade di tasse e balzelli, il taglio dei servizi pubblici, la rapina di denaro pubblico sono già ottimi motivi per scegliere l’astensionismo; questo sistema politico ed economico non è riformabile dall’interno con un cambiamento di uomini, donne e norme; oggi il proletariato ha urgente bisogno di conquistare la piena autonomia e indipendenza ideologica, politica ed organizzativa e deve riappropriarsi della coscienza di essere una classe per sé, con il suo ruolo generale e con i suoi compiti rivoluzionari. Tutto ciò è possibile solo se essa riuscirà a staccarsi dal capitalismo, dalle sue istituzioni, dai suoi governi e partiti acquisendo infine la propria cultura.
È sempre più necessario quindi creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati Popolari e basati sulla democrazia diretta per riunire gli anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo, da una parte, e per rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista nei confronti delle amministrazioni locali e del governo centrale, dall'altra parte.
La nostra proposta non si può certo realizzare "a tavolino", occorre unirsi per sviluppare le lotte in difesa dei diritti fondamentali, rivendicando migliori condizioni di vita e di lavoro. Strategicamente bisogna abbattere il capitalismo, realizzare il socialismo e dare il potere al proletariato.
Chiediamo un voto al programma amministrativo del PMLI per la Valdisieve sfiduciando le istituzioni borghesi con l'astensione. Disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco col proposito di essere parte attiva della lotta di classe, significa contemporaneamente togliere consensi ai partiti di regime e dare la propria forza al Partito del proletariato e del socialismo.


Partito marxista-leninista italiano - Organizzazione di Rufina
25 Aprile 2014