I fatti smentiscono le promesse di Renzi
Disoccupazione giovanile al 42,7%
I “Neet” sono oltre 4 milioni

683mila giovani fra i 15 e i 24 anni sono disoccupati, secondo quanto ha reso noto l'Istat il 30 aprile.
La disoccupazione giovanile si attesta così al 42,7% a marzo, in lieve calo rispetto al picco assoluto del 42,9% raggiunto a gennaio, ma in considerevole aumento rispetto a un anno fa, quando era al 39,6%, e comunque assai al di sopra della media europea, al 23,7%.
Un dato allarmante, che si aggrava ulteriormente se si pensa che questo esercito di giovani va ad aggiungersi ai cosiddetti “Neet”, ossia chi non lavora né studia, che ammontano a oltre 4 milioni. Nei “Neet” finisce anche chi non risulta ufficialmente disoccupato in quanto salta da un contratto precario o in nero all'altro, con intervalli più o meno lunghi.
La colpa di questa gravissima e inaccettabile situazione sta nelle politiche di macelleria sociale, austerità e precarizzazione del lavoro perseguite dall'Unione europea imperialista per salvare il capitalismo in crisi, e fedelmente recepite in Italia dal governo Renzi.
La soluzione non sta certo nel programma “Garanzia giovani”, rivolto ufficialmente ad alleviare il problema della disoccupazione giovanile e principalmente dei “Neet”. Il programma, partito proprio il 1° Maggio, ha l'obiettivo di garantire ai giovani fra i 15 e i 29 anni un'offerta di apprendistato, stage, formazione, “inserimento nel lavoro”. Ma Renzi e Poletti, prima di vararlo (il progetto europeo risale all'aprile dell'anno scorso), si sono premurati di liberalizzare i contratti a termine e l'apprendistato con il “Jobs Act”. Così che “Garanzia giovani” è meno di un palliativo, innanzitutto perché offre lavori sottopagati, supersfruttati e iper-ricattabili, e poi perché non tocca minimamente la fonte del problema, che è il precariato.
È del tutto attuale e valido quanto sostiene l'Appello del PMLI “Giovani, date le ali al vostro futuro”: “Se si vuole un futuro migliore, infatti, occorre affrontare la questione fondamentale del sistema economico vigente. Non si può cambiare senza abbattere il capitalismo e i governi che gli reggono il sacco, anche se sono espressione della 'sinistra' borghese, che ha prima ingannato e poi tradito le speranze di tanti giovani. (...) Quale avvenire si può immaginare senza fare piazza pulita del sistema capitalistico che produce ciclicamente crisi come quella che stiamo vivendo, che si è dimostrato incapace di dare ai giovani lavoro e istruzione pubblica e gratuita, che ha creato il mostro del precariato, che permette ai padroni di chiudere le fabbriche e delocalizzare la produzione, che vorrebbe tagliare fuori dalla vita politica i giovani, che chiude gli occhi di fronte al problema della droga, al lavoro minorile, all'emigrazione giovanile e continua, macelleria sociale dopo macelleria sociale, a rubare il futuro a migliaia di giovani per ingrassare la grande finanza, il grande capitale, gli speculatori e i politicanti borghesi?”

7 maggio 2014