Napoli
Migliaia in piazza nonostante la totale latitanza dei sindacati confederali. Le bandiere del PMLI sventolano in bella vista nel corteo unitario dei movimenti di lotta. I manifestanti sanzionano i luoghi simbolo della devastazione ambientale e del precariato

  Redazione di Napoli
La Giornata internazionale dei lavoratori è stata celebrata a Napoli con un corteo organizzato dalle realtà dei movimenti di lotta partenopei che hanno scelto come punto di ritrovo la centrale piazza dei Campi Flegrei a Fuorigrotta. Nonostante la feroce crisi capitalistica, gli attacchi senza precedenti lanciati dall'esecutivo del Berlusconi democristiano Renzi ai danni delle masse popolari, con la disoccupazione giovanile in forte aumento, con migliaia a rischio licenziamento e centinaia di fabbriche chiuse e tante altre a rischio di chiudere nella nostra martoriata regione, lavoratrici e lavoratori si sono dati appuntamento nella zona Ovest di Napoli, piena di storiche fabbriche dismesse negli anni Novanta del secolo scorso. In una situazione gravissima, in cui i padroni non si fanno scrupoli nel gettare sulla strada migliaia di lavoratori, registriamo anche quest'anno che i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno vergognosamente latitato a Napoli per il Primo maggio, abbandonando non solo la piazza, ma anche iniziative di supporto o di scarso impatto politico come eventi, dibattiti e concerti.
A tal proposito ci hanno pensato i Movimenti di lotta per il lavoro, per l’ambiente, la salute, per la casa, centri sociali, collettivi studenteschi, precari Bros, Usb, Cobas nonché PMLI e Fds a portare unitariamente in piazza le giuste rivendicazioni delle masse popolari. Un corteo di oltre un migliaio di manifestanti ha attraversato i quartieri di Fuorigrotta e Bagnoli. La composizione è stata molto larga, lo spezzone di apertura colorato e comunicativo, con dei fusti tossici di cartapesta e delle case di cartone sul carro di apertura. Ben precise le parole chiave e gli obiettivi di lotta. “Siamo oggi in piazza contro la precarietà che impongono alle nostre vite, contro l'inquinamento e la devastazione ambientale, contro il Jobs Act e il piano casa del governo Renzi e contro la repressione di chi ogni giorno lotta per il diritto ad una vita dignitosa”, dichiarano i manifestanti.
Ad aprire la manifestazione c’è uno striscione che rivendica appunto la libertà per Ugo e Salvatore, il primo uno studente dell’Orientale arrestato il 12 aprile a Roma, e l’altro un disoccupato Bros, entrambi agli arresti domiciliari.
Per tutto il corteo i manifestanti hanno lanciato slogan e fatto più rumore possibile per attirare l’attenzione delle masse e far sentire tutto il dissenso contro il governo. Tanti anche gli slogan contro le istituzioni neofasciste locali dirette dal governatore Caldoro (FI) e dal neopodestà De Magistris.
Ha partecipato, in maniera qualificata e combattiva, la Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI munita di bandiere e di centinaia di copie del volantino del Partito, distribuiti prima e dopo il corteo ai manifestanti, che riportava l’Editoriale del compagno Emanuele Sala sul Primo Maggio.
La rossa delegazione marxista-leninista era diretta dal compagno Franco Di Matteo, Responsabile del PMLI per la Campania, coadiuvato dal compagno Andrea, Segretario della Cellula partenopea. Per tutto il corteo i nostri compagni, con in alto le bandiere del Partito, hanno insieme ai manifestanti lanciato slogan e cantato “L’Internazionale”, “Bandiera Rossa” e canti partigiani. 
Il combattivo corteo ha lasciato più di un segno del suo passaggio. Vengono individuati e sanzionati tutti quei luoghi simbolo della situazione in cui versa il paese e, in particolare, il quartiere di Bagnoli. Su via Diocleziano vengono apposti dei “sigilli popolari” al Centro per l’impiego, mentre alla sede della società "BagnoliFutura", partecipata del comune che dovrebbe provvedere a recuperare l'ambiente a Bagnoli e non solo, si effettua un sequestro popolare. Entrambi i luoghi sono per i manifestanti colpevoli di essere inutili e dannosi per le popolazioni in cui ci vivono.
Il corteo passa poi a fianco della zona della ex-Nato e un gruppo di giovani taglia simbolicamente le reti che ne delimitano il perimetro, per sottolineare la volontà di un quartiere di riprendersi uno spazio enorme prima che lo facciano speculatori e agenzie private. Infine il corteo entra nel quartiere simbolo della classe operaia a Napoli, Bagnoli, triste esempio della mala gestione di questo territorio martoriato dalle giunte Bassolino, Iervolino e ora dalla giunta di De Magistris.

7 maggio 2014