Malpensa
1° Maggio insieme ai lavoratori della Sea per dire No ai licenziamenti. Presenza militante del PMLI che stringe a se le masse più combattive e alza i toni antigovernativi della manifestazione

 
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Viggiù del PMLI
Diversamente dal classico corteo che ogni anno si tiene a Varese, quest’anno le celebrazioni del 1° Maggio, Giornata internazionale dei lavoratori si sono svolte all’aeroporto di Malpensa.
Malpensa è stata scelta dai sindacati confederali come luogo simbolo di un territorio, quello della provincia di Varese, martoriato da una disoccupazione tra le più alte della Lombardia e che ora vede oltre 2.000 lavoratori SEA (Società Esercizi Aeroportuali) controllata dal comune di Milano e dal gruppo privato F2I guidato da Vito Gamberale (già indagato per turbativa d’asta nell’acquisizione proprio delle quote SEA) rischiare di perdere i propri posti di lavoro a causa della chiusura dell’azienda. Al posto di SEA dovrebbe nascere la Airport Holding una nuova società completamente privatizzata, che porterà a quei pochi lavoratori che potrebbero essere riassorbiti nell'azienda (gli altri, già spinti al licenziamento, sono condannati alla disoccupazione) peggiori salari e condizioni di lavoro.
Come ogni anno, l'anima più combattiva e determinata del corteo è stata rappresentata dai marxisti-leninisti dell'Organizzazione di Viggiù (Varese) del PMLI.
I compagni hanno distribuito al concentramento del corteo nella zona arrivi del terminal centinaia di volantini riportanti da un lato l'Editoriale per il 1° Maggio apparso su Il Bolscevico n.18 e dall'altro lato il manifesto che invita ad astenersi alle elezioni europee del 25 maggio.
Dalla partenza del corteo e per tutto il percorso all'interno dell'aeroporto i marxisti-leninisti fotografati e filmati a più riprese, sono stati instancabili nello scandire, “armati” di megafono slogan contro il governo Renzi, il precariato, i padroni.
Le incisive parole d'ordine e in particolare i canti di lotta come Bella Ciao, Bandiera rossa, Fischia il vento, sono stati accolti dagli applausi e hanno attirato l'attenzione di diversi manifestanti tra cui gli operai della Agusta che hanno affiancato col loro megafono il PMLI e in particolare le donne che portavano lo striscione dalla FILCAMS CGIL (Federazione Italiana lavoratori commercio turismo e servizi) le quali si sono unite ai marxisti-leninisti riprendendone gli slogan e proponendone loro stesse alcuni contro le politiche di Renzi, in particolare sui suoi attacchi al sindacato, e così fino alla fine del corteo. Dal palco si sono alternati lavoratrici e lavoratori di aziende in crisi e i massimi esponenti di CGIL, CISL e UIL della provincia che (quest'ultimi) non una parola di critica hanno espresso contro il governo Renzi e le sue politiche antioperaie e antipopolari.
 
 
 

7 maggio 2014