Dialogo coi lettori
Distruggere l'Ue imperialista o cambiarla con Tsipras?

Cari compagni,
nel ringraziarvi per il contributo che date alla discussione fra comunisti e il sostegno alle lotte delle masse lavoratrici, desidererei approfondire alcune questioni di linea (e di storia) che come marxisti leninisti ci riguardano direttamente.
A mio avviso, nonostante abbia apprezzato gli stralci pubblicati della tesi di un vostro giovane compagno sulla campagna “Pi Lin Pi Kung”, forse il vostro partito non ha riflettuto a sufficienza sulla portata e le implicazioni della deviazione linbiaoista. Non sono infatti convinta che la vostra parola d’ordine “distruggere l’Unione Europea” non sia dovuta a una sottovalutazione radicale della “teoria dei tre mondi”, che infatti non ho mai trovato citata nei vostri documenti e sulla vostra stampa. Questa brillante teoria, l’elaboratore, sotto la guida, del Presidente Mao, i linbiaoisti occidentali, morto il Presidente, l'hanno attribuita velenosamente e falsamente a Deng Xiao-ping. Come è noto questa teoria individuava nell’Europa l’anello debole della contesa interimperialista e la autentica “posta” di questa contesa. Il fatto che sia caduto nel frattempo il regime socialimperialista sovietico non ha a mio avviso, come conseguenza, che la situazione sia mutata nella sostanza, come è testimoniato chiaramente da tutte le implicazioni dell’attuale crisi ucraina, dove l’Europa è oramai un ghiotto boccone pregustato, in conflitto, da Obama e da Putin.
La vostra parola d’ordine è, in ultima analisi, la stessa che sostengono partiti e organizzazione brezneviane e hoxhaiste, in Italia la Sinistra Popolare di Rizzo, la Rete dei Comunisti, Scintilla Rossa, il semivirtuale Partito Comunista (maoista) per non parlare del demagogo principe, Grillo, che oramai anche i bambini hanno compreso essere uomo degli americani. Ma, appunto, “distruggere l’Europa” è soprattutto l’obiettivo comune, in divergente accordo, dell’imperialismo americano e di quello russo. Ne consegue che giudico inadeguata e oramai “fuori tempo” anche la tattica elettorale astensionista da voi scelta. Certo, comprendo, e sono d’accordo con voi, che quella di Tsipras è una aggregazione “socialdemocratica di sinistra”. Tuttavia è l’unica che possa inserire qualche contraddizione nella gestione di un’Europa oramai ridotta dalla crisi internazionale allo stremo e anche, in termini culturali, sulla “difensiva”, e aprire spazi maggiori all’indispensabile lavoro di “accumulazione delle forze” su cui i marxisti-leninisti segnano drammaticamente il passo. La Lista Tsipras è una specie di “fronte popolare” a direzione piccolo borghese, in cui risulta drammatica l’assenza di forze ed energie comuniste (marxiste-leniniste). Tale lista afferma di volere un‘“Altra Europa” rispetto a quella dei banchieri e dei grandi gruppi industriali, ma sbaglia drammaticamente a rinunciare in partenza alla possibilità di denunciare e annullare i trattati vigenti e la stessa UE. Tutto sta a dimostrare che l’Europa non potrà svolgere la propria funzione se non tramite rivolgimenti e cambiamenti profondi e che nessuna trattativa sarà possibile se non si intacca fortemente l’attuale stato dei rapporti di forza. Per questo è altrettanto sbagliato sostenere che “Carthago delenda est” quanto accreditarsi come fedeli e innocui, seppur di sinistra, sostenitori dell’Unione. E’ ovvio che questo non sia compreso dalla maggioranza dei “socialdemocratici di sinistra”, ma dai marxisti-leninisti?
Permettetemi in conclusione di tratteggiare in breve gli assi portanti di una politica europea che mi sembrerebbe adeguata alla gravità dei tempi.
I marxisti leninisti dovrebbero farsi promotori di un’asse “neolatino” all’interno della UE. A Italia, Spagna, Francia, Portogallo (e Grecia) dovrebbe spettare un ruolo di ri-orientamento dell’Unione, che spezzi l’attuale egemonia tedesca.
I marxisti leninisti dovrebbero intanto sostenere la lista dei socialdemocratici di sinistra, criticandone le irresolutezze, sostenerla come “la corda sostiene l’impiccato” (Lenin).
I marxisti leninisti hanno “tre fonti e tre parti integranti” (Lenin) della loro dottrina: il pensiero democratico francese, l’economia politica inglese, e la filosofia classica tedesca. Essi parlano dunque pienamente e legittimamente, dall’interno di una nuova, e da costruire, “identità europea”.
Tale nuova identità deve proporsi come valida alternativa all’imperialismo americano e russo, e sostenere nuove partnership transnazionali che coinvolgano innanzitutto i popoli nordafricani, i cui paesi si affacciano sul Mediterraneo.
Come ha detto il Presidente Mao, “sostenere tutto ciò che il nemico combatte, combattere tutto ciò che il nemico sostiene”. Si tratta, a mio avviso, di una direttiva particolarmente attuale.
Fraterni saluti.
Fabrizia - Roma
 
Compagna Fabrizia,
grazie per averci inviato la tua opinione critica sulla nostra posizione sulle elezioni europee. Ma non ci sembra fondata. Anzitutto perché non riusciamo a comprendere in che rapporto stia la “deviazione limbiaoista”, dal nostro Partito e da “Il Bolscevico” puntualmente denunciata e smascherata a suo tempo, con la nostra posizione sulle elezioni europee, della cui parola d'ordine principale da te citata manca la parola imperialista. Forse volevi dirci che il nostro astensionismo elettorale di principio contro l'Unione europea imperialista è limbiaoista? Ma in che senso? Quale sono gli elementi che lo comproverebbero?
Inoltre ti facciamo notare che la nostra posizione elettorale non può essere assimilabile a quella dei partiti e ai gruppi da te citati, anche perché non tutti dicono la stessa cosa. Il partito di Rizzo, per esempio, punta a cambiare l'Ue. Aveva persino presentato le liste, ma non le hanno ammesse per irregolarità. Nemmeno il destro qualunquista Grillo intende distruggere quell'alleanza imperialista.
Quanto alla teoria dei tre mondi, tu dici che non l'hai “mai trovata citata nei nostri documenti e nella nostra stampa”. In realtà ne abbiamo parlato, e diffusamente. Il nostro Partito ha immediatamente denunciato l'utilizzazione da destra di tale corretta teoria di Mao. In data 27 novembre del 1977, il CC del PMLI ha inviato una lettera al CC del PCC chiedendogli di autocriticarsi per la posizione assunta il 1° novembre dello stesso anno dal “Quotidiano del popolo” e di “Bandiera Rossa” sul tema. La lettera fu consegnata personalmente nelle mani dell'allora vice Ambasciatore della RPC a Roma in data 10 dicembre. Ne ha parlato anche il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, presentando il Rapporto dell'Ufficio politico sull'attività del CC del PMLI al 3° Congresso nazionale del Partito che si è tenuto nel dicembre del 1985.
Se abbiamo ben capito, tu ti basi sulla teoria dei tre mondi per sostenere la necessità di lavorare all'intero delle istituzioni dell'UE. Ma secondo noi essa non è assolutamente applicabile nell'attuale situazione internazionale. Non esistono più i tre mondi teorizzati da Mao. Essenzialmente perché non c'è più la Cina di Mao con la sua grande capacità di attrazione e di unità dei Paesi del Terzo Mondo, che oggi sono in gran parte in balia della Cina socialimperialista, dell'imperialismo americano, di quello russo e di quello europeo. Quest'ultimo non si tira certo indietro quando si tratta di aggredire in armi i Paesi che si ribellano al dominio dell'imperialismo, come è successo in Afghanistan e in Libia. Ed ora lotta, a fianco degli Usa, contro la Russia per contendersi l'Ucraina.
Ormai l'Ue è una superpotenza globale, altro che “ridotta dalla crisi internazionale allo strenuo e anche, in termini culturali, sulla 'difensiva'”, in competizione con gli altri imperialismo per il dominio del mondo. E non ci sono documenti e fatti che comprovano la tua tesi secondo cui “l'obiettivo comune, in divergente accordo, dell'imperialismo americano e di quello russo “sia di distruggere l'Europa”. E comunque Mao avvertiva che, al di là di quella suddivisione di allora in tre mondi, il compito dei marxisti-leninisti è sempre quello di combattere anzitutto la propria borghesia e il proprio imperialismo, che per noi equivalgono alla borghesia e all'imperialismo italiani e all'imperialismo europeo che ha creato e si serve della Ue.
In ogni caso come possono i socialdemocratici cambiare la natura dell'Ue se non la mettono in discussione? Non lo potrebbero nemmeno se attuassero la linea politica che tu suggerisci.
Tu critichi la loro lista, ma la voti e inviti a votarla. Non ti sembra incoerente che un marxista-leninista possa votare una lista zeppa di rinnegati e di falsi comunisti il cui unico scopo è quello di coprire a sinistra l'imperialismo europeo e di legare ad esso le masse di sinistra? Eppure non ti dovrebbe essere difficile capirlo perché sappiamo che hai avuto una lunga esperienza con costoro. A partire dalla tua militanza nella Federazione dei comunisti marxisti-leninisti di Giuseppe Maj. Dovresti anche sapere che un'autentica marxista-leninista sta sempre col Partito e applica le sue indicazioni, anche se non le condivide. A meno che il Partito non sia più marxista-leninista. Pensaci. Il nostro auspicio, naturalmente, è che tu ti astenga per delegittimare l'Unione eurpea imperialista e isolare le sue istituzioni e i suoi governi. Con la consapevolezza che solo il socialismo può realizzare l'Europa dei popoli.
Hai ragione. La citazione di Mao da te riportata è “una direttiva particolarmente attuale”. Ma come va interpretata? Se i nostri nemici capitalisti e borghesi, il loro governo Renzi e i loro partiti sostengono l'Ue non è giusto da parte nostra combatterla al fine di distruggerla?
Saluti militanti.

21 maggio 2014