Alle elezioni europee del 25 maggio 2014
Grande vittoria dell'astensionismo alle europee 2014
23.213.554 elettrici ed elettori delegittimano l'Unione europea imperialista. Il PD rappresenta il 22,1% e non il 40,8% dell'intero corpo elettorale. Crollo di FI. Flop del M5S. Per un soffio NCD-UDC e Lista Tsipras superano la soglia del 4%
Solo il socialismo può realizzare l'europa dei popoli

L'Unione europea (UE) imperialista ha subito una sconfitta cocente alle elezioni europee che si sono tenute dal 22 al 25 maggio per il rinnovo del parlamento europeo. Su più di 400 milioni di elettori chiamati alle urne nei 28 Stati membri, oltre 240 milioni, pari al 57%, le hanno disertate. Rispetto alle passate elezioni europee l'incremento è di appena lo 0,1%, ma è del tutto comprensibile che gli spostamenti siano di lieve entità quando le percentuali sono già così elevate. Del resto è più che un successo aver consolidato questo risultato nonostante vi siano dei paesi dove ancora la presenza alle urne è obbligatoria (vedi Belgio e Lussemburgo), e nonostante la presenza e il successo di liste “anti-Ue” che hanno drenato una parte di potenziali astensionisti. Nemmeno l'ingannevole richiamo all'elettorato ad eleggere, per la prima volta, in contemporanea il candidato alla presidenza della Commissione europea è riuscito a ricucire il rapporto di fiducia di centinaia di milioni di elettori nello Stato delle multinazionali e della finanza europea.
Da record la diserzione in Slovacchia (87%), Repubblica Ceca (80,5%) e Slovenia (79%). Ma anche nei Paesi storici dell'Unione non si è scherzato: Gran Bretagna (64%), Olanda (63%), Francia (56,5%), Germania (52,1%).
In sostanza, i popoli europei hanno bocciato per l'ennesima volta l'Unione europea imperialista e i suoi partiti, l'hanno delegittimata in blocco e le hanno sottratto quel consenso popolare e di massa strategicamente decisivo per sostenere la sua politica economica, sociale, estera e militare che mira a competere con le altre potenze imperialiste per la spartizione del mondo.
 
L'Italia astensionista
Il popolo italiano ha dato il suo contributo massiccio e qualificato a questo risultato. Ben 23.213.554 elettrici ed elettori, che corrispondono al 45,8% dell'intero corpo elettorale (compresi quindi gli elettori italiani residenti negli altri paesi UE), si sono astenuti (hanno disertato dalle urne, annullato la scheda o l'hanno lasciata in bianco) e hanno così delegittimato l'Unione europea imperialista, le sue istituzioni e i suoi partiti.
L'astensionismo è saldamente il primo “partito” italiano a livello nazionale, in tutte le regioni e in tutte le province. E non si limita a distaccare il secondo partito, il PD: lo raddoppia, battendolo addirittura con il 45,8% contro il 22,1%, se, com'è corretto, si rapportano all'intero corpo elettorale e non solo ai voti validi.
E' questo il dato più rilevante elettoralmente e politicamente di queste elezioni che pure è stato vergognosamente e colpevolmente ignorato e sottovalutato dai mass media e dagli stessi partiti borghesi.
E' la prima volta in Italia che l'astensionismo supera la soglia del 40% in un'elezione nazionale. Rispetto alle scorse elezioni europee del 2009, quando l'astensionismo era stato del 39,2%, l'incremento è del 6,6%. Più significativo di quello che si era registrato nel 2009 (+5,4% rispetto al 2004).
Tale incremento è tutto dovuto all'avanzata della diserzione dalle urne, il voto più esplicito e coraggioso che l'elettore astensionista possa scegliere per esprimere la propria volontà. La diserzione, che si attesta al 42,8% considerando l'intero elettorato italiano sia residente in Italia che residente nei paesi UE, fa registrare un un balzo dell'8,6%. Le schede nulle e bianche invece sono diminuite passando da 2.125.164 a 1.542.352 (-582.811).
Fortissimo l'astensionismo fra gli italiani nei paesi UE. Su 1.406.291 elettori che ne avevano diritto, solo in 83.254 (pari ad appena il 5,9%) si è recato alle urne. Nel 2009 erano stati il 7,4%.
Ci sono regioni italiane dove la diserzione dalle urne va addirittura oltre il 50%. Al Nord e al Centro questo dato si registra solo in Valle d'Aosta (50,4%). Al Sud è più che marcato: Basilicata (50,6%), Calabria (54,2%), Sicilia (57,1%), Sardegna (58%), la Campania e la Puglia lo sfiorano rispettivamente col 48,9% e il 48,5%. Si tratta non a caso delle regioni italiane più povere e martoriate anche dalla politica affamatrice dell'Ue imperialista.
In generale, l'astensionismo in Italia è ancora leggermente inferiore alla media europea, ma la tradizione e la storia elettorale italiane non sono paragonabili al resto d'Europa. Ciononostante in questa tornata elettorale l'Italia ha marcato una differenza positiva rispetto agli altri paesi europei. Mentre complessivamente nei 28 paesi membri la diserzione ha registrato una battuta d'arresto rispetto al trend di crescita costante che l'aveva accompagnata dall'elezione iniziale del 1979, l'Italia va in controtendenza facendo registrare un suo deciso incremento. Inoltre, rispetto al 1979, e mettendola a confronto solo con gli stati membri che hanno votato fin dall'inizio, la diserzione è cresciuta in Italia di 26,9 punti percentuali, mentre negli altri 8 paesi l'incremento in media è di 7 punti.
E non era un risultato scontato. Anche quest'anno le elezioni europee erano caricate di una notevole valenza politica interna. Il primo test elettorale del neopremier Renzi e di altre neoformazioni come “Nuovo centro destra-UDC” e Lista Tsipras. Il tanto sbandierato possibile sorpasso del Movimento 5 stelle che avrebbe condizionato il futuro del governo. Il nuovo assetto di Forza Italia dopo la diaspora dei suoi luogotenenti, e via di seguito.
Senza contare che l'astensionismo è stato in parte drenato dal fatto che si sono tenute in contemporanea alle elezioni europee le elezioni regionali in Piemonte e Abruzzo, dove erano chiamati alle urne 4 milioni 848 mila elettori, e le elezioni comunali in ben 4.087 comuni (di cui 28 capoluoghi) per altri 17 milioni di elettori investiti. Un fatto che spiega, fra l'altro, perché in Abruzzo (l'unica regione insieme alla Sardegna dove il fenomeno si è verificato) la diserzione dalle urne europee sia diminuita del 2,1%. O perché in Piemonte l'incremento della diserzione al 3,8% sia sotto la media nazionale.
E' l'ennesima dimostrazione che l'elettorato astenendosi ha scelto un voto vero e proprio, cosciente e qualificato. Lo ha scelto in base al tipo di elezione e alla situazione politica nazionale e locale.
Il PD fagocita gli alleati
Il PD liberale avanza rispetto alle precedenti elezioni europee (+3.203.755 voti; +6,2%) e rispetto alle politiche del 2013 (+2.557.197; +3,7%); ma, a ben vedere, la performance del partito di Renzi non è poi così brillante. Avanza più per demerito degli altri partiti borghesi che per propri meriti. In sostanza, si è fagocitato gli ex alleati, a cominciare da Scelta civica di Monti e Italia dei valori di Di Pietro. Per capire quanti voti abbiano liberato queste due liste, basta considerare che in questa tornata hanno ottenuto rispettivamente 197.942 voti e 181.373 voti. I voti di Italia dei valori nel 2009 furono ben 2.450.643. Alle elezioni politiche Scelta civica conquistò ben 3.371.214 voti. Il PD ha inoltre recuperato una parte di voti che si erano rivolti momentaneamente verso il Movimento 5 stelle e ha pescato ampiamente voti nell'elettorato del “centro-destra” che giustamente vede in Renzi il nuovo cavallo dell'imperialismo italiano e di quelli europeo e americano, destinato a sostituire ed emulare le gesta del suo predecessore e maestro Berlusconi.
Secondo una analisi dei flussi elettorali di SWG per Sky Tg24, il PD avrebbe assorbito 1.270 mila consensi a Scelta Civica, 750 mila di voti al M5S e 450 mila al PDL.
In sostanza, il gongolante Renzi non è riuscito a riconquistare in modo massiccio e significativo la fiducia e il voto di quell'elettorato di sinistra che ha deciso di abbandonare il PD per abbracciare l'astensionismo, ma ha pescato sostanzialmente nell'elettorato di “centro” e di “destra” dopo averlo lungamente corteggiato e lusingato e persino ringraziato pubblicamente nella conferenza stampa postelettorale.
Comunque l'elettorato, specie quello di sinistra, che ancora vota PD, presto o tardi, quando avrà modo di verificare la politica presidenzialista, antiprecari, antisindacale e piduista di Renzi, finirà per punirlo e abbandonarlo al suo destino.
Crolla il “centro-destra”
Forza Italia crolla verticalmente. Questa volta Berlusconi non è riuscito a limitare in qualche modo le perdite. Ormai registra solo il 9,1% dell'elettorato. Nemmeno sommandovi i voti presi dal Nuovo Centro Destra di Alfano (2,4%, peraltro alleato con UDC) e quelli dei Fratelli d'Italia della Meloni (2,0%), è giustificabile il tonfo rispetto alle precedenti europee (-12,3%), e rispetto alle politiche (-6,5%).
La Lega Nord raccoglie 1.688 mila voti e si attesta al 3,3% sul corpo elettorale. Quasi la metà rispetto al 2009 quando era al 6,2% con oltre 3 milioni di voti. Una manciata di voti in più (lo 0,2%) guadagna rispetto alle politiche del 2013.
Il fatto che la classe dominante borghese, alta finanza e grandi capitalisti in testa, non siano affatto preoccupati della debacle del “centro-destra”, dimostra che ormai si sentono pienamente garantiti anche da Renzi. Basta vedere come si sono comportati gli industriali grandi e medi del Nord-Est.
Il flop del M5S
Peggio rispetto a Forza Italia, ha fatto solo il M5S. Il partito di Grillo e Casaleggio è ancora il terzo partito italiano (dopo astensionismo e PD e prima di Forza Italia), ma in un soli quindici mesi, rispetto alle politiche 2013, unica consultazione con cui è possibile procedere ad una comparazione omogenea, ha bruciato ben 2.884.044 voti, pari a -7,0%.
Risibile e infondata la giustificazione ufficiale da parte del Movimento 5 stelle: “Non c'è stata nessuna emorragia di voti, ma un calo di consensi”, spiega una nota del gruppo parlamentare M5S. “E' sbagliato affermare che abbiamo perso quasi 3 milioni di voti. Considerando un'affluenza alle europee attorno al 58% contro il 75% delle politiche dell'anno scorso, è come se avessimo perso poco meno di un milione di voti”, conclude. Arrampicarsi sugli specchi però non serve a nascondere il vero e proprio flop. Volenti o dolenti ci sono quasi 3 milioni di elettori che quest'anno hanno deciso di non votare il M5S. Perché hanno preferito votare altri partiti (secondo le analisi dei flussi elettorali qualcuno è rientrato nel PD, altri sono tornati a votare Lega Nord e partiti di destra) e soprattutto (si calcola circa 2 milioni) perché hanno deciso il voto di astensione. Un voto che forse avrebbero scelto anche alle politiche del 2013 ma che avevano momentaneamente sospeso per provare a dare fiducia al M5S. Per questi elettori più informati e coscienti però l'inganno è durato poco perché hanno visto nella pratica di che pasta sono fatti e soprattutto di che politica razzista, antisindacale, antipopolare e destrorsa sono capaci Grillo e il suo compare Casaleggio.
NCD-UDC e Lista Tsipras
Solo per un soffio riescono a superare lo sbarramento del 4% il Nuovo centro destra-UDC e la lista L'altra Europa con Tsipras. Riescono così a digerire e a far digerire al proprio elettorato un risultato che equivale a una sconfitta.
La lista di Alfano e di Casini sta ben al di sotto delle aspettative e dei sondaggi pre elezioni e si ferma al 4,4% dei voti validi (2,4% rispetto al corpo elettorale). Si pensi che l'UDC da sola nel 2009 poteva contare sul 6,5% dei voti validi (4,0% del corpo elettorale) e ben quasi 800 mila voti in più.
Discorso simile, da parte opposta, per la Lista Tsipras che ha riunito SEL, PRC e PdCI, nonché una vasta accozzaglia di esponenti borghesi, socialdemocratici, falsi comunisti, trotzkisti, operaisti e ex disobbedienti, con in testa quelli de “il manifesto”. La lista raccoglie 1.108 mila voti che bastano, anche per effetto dell'alto astensionismo, a inviare tre esponenti al parlamento europeo. Nel 2009 sommando solo i voti della lista composta da PRC, Sinistra Europea e PdCI a quelli di SEL, i voti erano stati 1.995 mila. Ne mancano all'appello almeno 792 mila. Lo stesso calo si registra rispetto alle politiche del 2013 raffrontanto la lista Tsipras con la somma dei voti ottenuti da SEL e da Rivoluzione civile di Ingroia (al cui interno vi erano, come partiti, PRC, PdCI, Italia dei Valori).
E' ragionevole pensare che una minima parte dell'elettorato che aveva in passato votato questi partiti abbia votato Renzi. Magari in funzione anti-M5S. Ma è altrettanto ragionevole pensare che una gran parte abbia scelto l'astensionismo, non riconoscendosi nella proposta elettoralista, parlamentarista e, nella sostanza, europeista della Lista Tsipras. Di sicuro non è riuscita, come si prefiggeva, di recuperare gli astensionisti di sinistra convinti e coscienti, né a trascinare in massa i movimenti nella propria trappola elettoralista.
Per l'Europa dei popoli
Tutti questi risultati hanno dell'incredibile se si pensa che in Italia solo il PMLI ha propagandato l'astensionismo. E lo ha fatto come ha potuto perché tanto per cambiare i media hanno puntualmente ignorato la posizione e le attività elettorali del Partito. E lo ha fatto nonostante sia stato penalizzato dalla soppressione dei tabelloni elettorali per i partiti che non presentano liste.
Persino il presidente della prima sezione del tribunale di Firenze, Fernando Prodomo, esponente di Magistratura democratica, è entrato il 20 maggio a gamba tesa in campagna elettorale rigettando il ricorso presentato dal PMLI per incostituzionalità della soppressione dei tabelloni elettorali, e permettendosi di attaccare l'astensionismo e il PMLI.
Se una minima parte di elettori è potuto entrare in contatto con le idee e le proposte del PMLI, è solo grazie ai militanti e i simpatizzanti del Partito che, contando esclusivamente sulle proprie forze, mezzi e risorse economiche, si sono battuti con coraggio e generosità, specie nelle regioni dove più alta è l'influenza del PD, come in Toscana, per propagandare l'astensionismo marxista-leninista. Non finiremo mai di ringraziare queste compagne e compagni che non hanno badato a sacrifici personali, familiari ed economici per far giungere la voce del nostro amato Partito. E questi sacrifici non sono certo finiti, perché occorre continuare a perseverare nell'opera di dialogo, confronto di idee e persuasione per conquistare la fiducia dei sinceri fautori del socialismo, a cominciare dalle ragazze e dai giovani di sinistra, tenendo presente cosa dice Lenin a proposito della semina e del raccolto: “Nel commemorare Herzen il proletariato impara a comprendere sul suo esempio la grande importanza della teoria rivoluzionaria; impara a comprendere che la devozione assoluta alla rivoluzione e la propaganda rivoluzionaria fatta tra il popolo non vanno perdute, anche quando interi decenni dividono il periodo della semina da quello del raccolto” (Lenin, “Alla memoria di Herzen”, 8 maggio (25 aprile) 1912, opere complete, vol. 18, p. 23).
Vogliamo ringraziare di cuore le astensioniste e gli astensionisti per il loro coraggio e per il loro corretto e democratico atteggiamento elettorale. A loro però chiediamo ora di fare un passo in più, comprendere che solo il socialismo può realizzare l'Europa dei popoli e assumere di conseguenza un corretto atteggiamento politico e organizzativo unendosi in tutte le forme possibili al PMLI che è l'unico Partito che in Italia si batte coerentemente per il socialismo.


ITALIA COMPLESSIVO (ITALIA+ESTERO) - europee 2014

















CORPO ELETTORALE
50.662.460
CORPO ELETTORALE
50.342.153


CORPO ELETTORALE
46.905.154


VOTI VALIDI
27.448.906
VOTI VALIDI
30.623.840


VOTI VALIDI
34.005.755


















EUROPEE 2014 EUROPEE 2009 DIFFERENZA POLITICHE 2013 DIFFERENZA
PARTITI Voti % sugli
elettori
% sui
voti validi
Voti % sugli
elettori
% sui
voti validi
Diff.
Assoluta
Diff.
% sugli
elettori
Diff.
% sui
voti validi
Voti % sugli
elettori
% sui
voti validi
Diff.
Assoluta
Diff.
% sugli
elettori
Diff.
% sui
voti validi
ASTENUTI 23.213.554 45,8 84,6 19.718.313 39,2 64,4 3.495.241 6,6 20,2 12.899.399 27,5 37,9 10.314.155 18,3 46,7
PD 11.203.231 22,1 40,8 7.999.476 15,9 26,1 3.203.755 6,2 14,7 8.646.034 18,4 25,4 2.557.197 3,7 15,4
MOVIMENTO 5 STELLE 5.807.362 11,5 21,2 - - - 5.807.362 11,5 21,2 8.691.406 18,5 25,6 -2.884.044 -7,0 -4,4
FORZA ITALIA 4.614.364 9,1 16,8 10.797.296 21,4 35,3 -6.182.932 -12,3 -18,5 7.332.134 15,6 21,6 -2.717.770 -6,5 -4,8
LEGA NORD 1.688.197 3,3 6,2 3.126.181 6,2 10,2 -1.437.984 -2,9 -4,0 1.438.851 3,1 4,2 249.346 0,2 2,0
NUOVE CENTRO DESTRA-UDC 1.202.350 2,4 4,4 1.995.021 4,0 6,5 -792.671 -1,6 -2,1 767.699 1,6 2,3 434.651 0,8 2,1
L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS 1.108.457 2,2 4,0 1.995.684 4,0 6,5 -887.227 -1,8 -2,5 1.854.420 4,0 5,5 -745.963 -1,8 -1,5
FRATELLI D'ITALIA 1.006.513 2,0 3,7 - - - 1.006.513 2,0 3,7 666.765 1,4 2,0 339.748 0,6 1,7
VERDI EUROPEI-GREEN ITALIA 250.102 0,5 0,9 - - - 250.102 0,5 0,9 - - - 250.102 0,5 0,9
SCELTA EUROPEA 197.942 0,4 0,7 - - - 197.942 0,4 0,7 3.371.214 7,2 9,9 -3.173.272 -6,8 -9,2
ITALIA DEI VALORI 181.373 0,4 0,7 2.450.643 4,9 8,0 -2.269.270 -4,5 -7,3 - - - 181.373 0,4 0,7
SVP 138.037 0,3 0,5 143.509 0,3 0,5 -5.472 - - 146.800 0,3 0,4 -8.763 - 0,1
IO CAMBIO-MAIE 50.978 0,1 0,2 71.067 0,1 0,2 -20.089 - - - - - 50.978 0,1 0,2
LISTA PANNELLA-BONINO - - - 743.284 1,5 2,4 -743.284 -1,5 -2,4 - - - - - -
ALTRI - - - 1.301.679 2,6 4,3 -1.301.679 -2,6 -4,3 1.090.432 2,2 3,6 -1.090.432 -2,3 -3,2
 

28 maggio 2014