Ma il popolo cinese rimane tra i popoli più poveri della Terra
La Cina prima potenza economica capitalista mondiale
Superato l'imperialismo americano. L'evento era previsto per il 2019
Obama punta sull'Asia e sul TTIP per contrastarla

 
L'imperialismo americano sta per perdere il primato e potrebbe consegnare alla concorrente Cina lo scettro di prima potenza economica capitalista mondiale. Un sorpasso che recenti stime davano per il 2019 ma che invece sarà anticipato al 2014. Lo ha certificato uno studio dell'International Comparison Program (Icp) della Banca Mondiale (Bm), riportato dal quotidiano inglese Financial Times . Un evento atteso ma che l'opposto andamento delle economie dei due paesi, in crescita accelerata quella cinese, in rallentamento quella degli Usa ha anticipato; gli Stati Uniti perderanno il primo posto che detengono dal 1872, quando superarono la Gran Bretagna.
Gli analisti della Bm hanno modificato i sistemi di valutazione, sostituendo tra l'altro il riferimento al tasso di cambio tra il valore delle monete con quello al costo della vita e hanno aggiornato il precedente studio del 2005. È emerso così che nel 2012 il pil cinese è stato pari a 8,2 miliardi di dollari, contro 16,2 miliardi di quello Usa. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha stimato che nel quadriennio 2011-2014 la crescita di Pechino sarà del 24%, rispetto al 7,6% di Washington; sarà questa differenza di velocità della crescita a proiettare la Cina al primo posto per volume complessivo di ricchezza.
La Cina capitalista quattro anni fa aveva superato il Giappone diventando la seconda economia mondiale. Nel 2013 era diventata il primo mercato mondiale del commercio, con un volume di beni esportati pari a 4.160 miliardi di dollari e in ottobre la sua moneta, lo yuan, era diventata la seconda valuta globale per transazioni finanziarie dietro il dollaro.
Il nuovo podio delle economie capitaliste mondiali, secondo la stima della Bm, è composto da Cina, Usa e India; seguono, nell'ordine, Giappone, Germania, Russia, Brasile, Indonesia e Messico. L'Italia è undicesima.
Se i capitalisti cinesi possono fregiarsi del titolo di prima potenza economica mondiale al popolo cinese tocca quello di rimanere tra i popoli più poveri della Terra. Lo studio della Bm certifica che in Cina il reddito annuo pro capite è di appena 2 mila euro, dato che la pone al 110° posto al mondo. Nei villaggi rurali il reddito medio è di circa mille euro all'anno, 26 volte meno della media Usa. LA Cina si è conquistata il primato economico allargando enormemente il divario tra ricchi e poveri.
Per contenere la crescita economica della superpotenza rivale Obama già dal 2009 aveva teorizzato la necessità di mettere l'area dell'Asia-Pacifico al centro dell'attenzione delle iniziative dell'imperialismo americano. E alla fine dello scorso aprile il presidente americano, nonostante la ripresa della crisi ucraina, era volato in Estremo Oriente con tappe in Giappone, Corea del Sud, Malesia e Filippine. L'obiettivo di rinsaldare il legame degli Usa con questi paesi in funzione anti-cinese era affidato più che a una intesa su questioni “spicciole” come quella delle isole contese nel Mar Cinese Orientale e Meridionale, alla realizzazione della Trans Pacific Partnership (Tpp). Al grande accordo di libero scambio che nelle intenzioni dei promotori Usa dovrebbe includere 12 paesi a cavallo dell’Oceano Pacifico ma che al momento ha solo quattro membri (Brunei, Cile, Nuova Zelanda e Singapore).
Mentre le intese politiche e militari viaggiano alla grande, quelle economiche segnano il passo. A Tokyo Obama non è riuscito a fare passi in avanti sul Tpp perché il Giappone non è disposto ad abbattere la politica protezionista che tutela il settore agricolo nazionale, in particolare la produzione di riso, frumento, manzo e pollame, prodotti lattiero-caseari e zucchero, e quello automobilistico. Stessi magri risultati li ha riscossi in Malesia e in Corea del Sud. Invece la Cina si è mossa con l'altra rivale degli Usa, la Russia di Putin e ha stretto l'accordo strategico sulla sicurezza e energia.
Miglior fortuna Obama sembra averla nello sviluppo delle trattative per la definizione del Ttip con l'Ue, l'argine dell'imperialismo occidentale all'avanzata di quello cinese in Europa.
 
 

4 giugno 2014