Scandalo Carige: Banchieri come mafiosi
Arrestato l'ex presidente Berneschi ammanigliato con magistrati, agenti dei servizi segreti e Vaticano
Trasferiti in Svizzera decine di milioni di euro. Arrestati anche Menconi e altre sei persone. Indagati quattro magistrati a Genova, La Spezia e Savona
Berneschi e Scajola erano i padri-padroni di Genova e della Liguria. Benedetti dal cardinale Bertone

 
Lo scorso 23 maggio è stato arrestato a Genova l’ex presidente del consiglio di amministrazione di Banca Carige, nonché vicepresidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Giovanni Berneschi nell’ambito di un’inchiesta per truffa all’istituto bancario e al suo comparto assicurativo Carige Vita Nuova e per il successivo riciclaggio e reinvestimento dei profitti illeciti.
Oltre a Berneschi, dapprima affidato agli arresti domiciliari e in seguito condotto in carcere, sono state arrestate altre sette persone: ai domiciliari sono finiti l’ex amministratore di Carige Vita Nuova Fernando Menconi e l’imprenditore Ernesto Cavallini, mentre hanno varcato la soglia del carcere Francesca Amisano, nuora di Berneschi, l’avvocato Davide Enderlin, il commercialista Andrea Vallebuonae gli imprenditori Ernesto Cavallini e Sandro Maria Calloni, considerati dagli inquirenti gli esecutori materiali delle operazioni contestate.
Le accuse per gli arrestati sono, a vario titolo, di associazione a delinquere aggravata dalla caratteristica di transnazionalità, truffa aggravata, riciclaggio e intestazione fittizia di beni per aver contribuito a portare in Svizzera tra il 2006 e il 2009 la cifra di 22 milioni di euro: le attività investigative hanno infatti portato a scoprire un’indebita appropriazione di cospicui fondi aziendali di Carige messa a segno, come scrive il Gip genovese nella sua ordinanza di arresto “mediante la distrazione di ingenti somme di denaro dalla cassa della società assicurativa del gruppo Carige attraverso acquisizioni, in forma diretta o indiretta, di immobili e partecipazioni societarie sopravvalutati e celati dietro articolate operazioni commerciali e finanziarie, aventi l’esclusivo fine di giustificare l’esborso di somme di denaro assolutamente sproporzionate rispetto ai reali valori dei beni oggetto di compravendita”.
Parte di questo denaro è stato impiegato per un importante investimento immobiliare effettuato in Svizzera, i cui effettivi titolari erano proprio i massimi vertici di Carige, ossia Berneschi e Menconi, beneficiari di cessioni di quote di società create ad hoc che consentivano il passaggio dei capitali a società fittizie residenti in paradisi fiscali, da cui poi raggiungevano la Svizzera.
Oltre agli otto arrestati vi sono altri dieci indagati sui cui nomi vi è riserbo da parte dei magistrati genovesi, in quanto ci sarebbero 4 magistrati, appartenenti a corpi di polizia e membri dei servizi segreti: quasi sicuramente sono finite nel registro degli indagati le mogli di Calloni e Menconi, rispettivamente Maria Imelda Bellini Dominguez ed Adriana Westerweel, che l’inchiesta ha dimostrato che compirono operazioni finanziarie fittizie, sicuramente è indagata la segretaria di Berneschi, Giacoma Canale e lo è Alfredo Averna, collaboratore di studio di Vallebuona per avere a vario titolo collaborato alla truffa distruggendo lo scorso 18 febbraio un verbale e sostituendolo con un altro. Entra nell’inchiesta proprio per la contraffazione di tale verbale anche il notaio genovese Piermaurizio Domenico Priori, uomo di fiducia del cardinale Angelo Bagnasco che lo ha nominato Priore della Fonazione Nostra Signora di Misericordia e che amministra un centinaio di alloggi a Genova.
Ma è soprattutto l’operato disinvolto del potente avvocato Andrea Baldini di Pontremoli, ex componente del consiglio di amministrazione di Carige nonché marito del giudice del lavoro della Spezia Pasqualina Fortunato, che ha indotto i magistrati genovesi ad iscrivere nel registro degli indagati quattro loro colleghi, il procuratore della Repubblica di La Spezia Maurizio Caporuscio, il procuratore aggiunto di Genova Vincenzo Scolastico, il procuratore della Repubblica di Savona Francantonio Granero e la stessa Pasqualina Fortunato con l’accusa di essersi adoperati per avere trasmesso, tramite l’avvocato Baldini, a Berneschi notizie riservate sulle indagini in corso, perché dall’indagine appare chiaro che da molti mesi Berneschi sapeva perfettamente numerosi dettagli dell’inchiesta che lo riguarda. Da un’intercettazione tra Berneschi e Baldini emerge che fu il procuratore spezzino Caporuscio a consegnare al secondo copia di documenti riservatissimi tra cui una denuncia nei confronti di Berneschi che l’imprenditore Gianfranco Poli sporse contro lo stesso Berneschi per truffa. Baldini poi spiega a Berneschi che grazie all’intercessione di ‘Lilly’ (che è il nome con cui si fa chiamare dagli amici sua moglie Pasqualina Fortunato) la procura genovese avrebbe chiesto l’archiviazione del fascicolo.
Ma gli intrallazzi tra Berneschi e la magistratura non finiscono qui, perché in altre intercettazioni Berneschi vanta il favore sia del procuratore aggiunto di Genova Scolastico sia del procuratore di Savona Granero, il cui figlio Gianluigi è membro del consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio di Savona che è controllata da Carige.
In altre intercettazioni poi Berneschi parla apertamente di contatti con esponenti dell’arma dei carabinieri e dei servizi segreti dai quali trarre informazioni sulle inchieste giudiziarie, intrallazzi che fanno pensare immediatamente alla vicenda giudiziaria di Scajola, il quale attingeva a piene mani dei servizi e dei favori che gli offrivano gli appartenenti alla polizia di Stato addetti alla sua scorta.
E proprio a Scajola devono aver pensato subito i pm dell’antimafia di Reggio Calabria che indagano sul favoreggiamento dell’ex esponente di Forza Italia nei confronti di Amedeo Matacena, i quali sospettano che Berneschi e Scajola avessero degli interessi in comune: durante l’interrogatorio di Roberta Sacco, la segretaria dell’ex ministro, la donna ha ammesso che quest’ultimo aveva, tra gli altri, un conto corrente presso la Carige di Imperia, il cui capo area, nonché responsabile della filiale Carige di Nizza, Paolo Pippione - ex consigliere provinciale, appartenente a una nota famiglia di ex democristiani - è da tempo sotto la lente di ingrandimento di Bankitalia per gravissime negligenze sul fronte dell’antiriciclaggio.
Pippione del resto è amico di lunga data di Scajola il quale da sempre ha considerato la banca genovese una sorta di feudo personale: si pensi che suo fratello Sandro ne è stato vicepresidente, il consuocero Pietro Isnardi è stato consigliere di amministrazione, mentre altri suoi fedelissimi hanno sempre avuto poltrone importanti sia nel consiglio di amministrazione della Banca sia in quello della Fondazione, e del resto lo stesso Pippione è un uomo di fiducia di Scajola.
Appare ormai chiaro che le due inchieste, quella su Scajola e quella su Berneschi, siano destinate ad incrociarsi.
Ma non è tutto: i magistrati genovesi tengono d’occhio anche la società di produzione cinematografica Lux Vide di proprietà di Ettore Bernabei, onnipotente direttore generale della Rai di area fanfaniana nonché membro dell’Opus Dei - il quale secondo il quotidiano tedesco Bild Zeitung ha ricevuto un finanziamento da 15 milioni dallo Ior grazie all’intercessione del cardinale Tarcisio Bertone - per avere incassato nel 2008 300.00 euro dalla Fondazione Carige per la produzione dei dvd della serie ‘La Bibbia’. In quell’occasione è proprio il pupillo del cardinal Bertone nella fondazione bancaria, Marco Simeon, a proporre l’erogazione, nonostante il parere contrario di molti consiglieri per contrarietà allo statuto dell’ente bancario.
E’ sin troppo chiaro come l’inchiesta che ha travolto Berneschi sia destinata a scoperchiare nuovi intrallazzi tra politica, mondo bancario, magistratura, corpi di polizia, servizi segreti e Vaticano, e appare evidente anche a prima vista come sia il banchiere Berneschi sia più volte ex ministro e già coordinatore del PDL Scajola spadroneggiassero di comune accordo in tutta la Liguria tenendo al guinzaglio anche parecchi pubblici ufficiali, il tutto con la benedizione di un vero e proprio politicante in abito talare, l’ex arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone.

18 giugno 2014