Modena: il vero vincitore è l'astensionismo
L'astensione aumenta in media del 5%. Il capoluogo per la prima volta al ballottaggio. Il PD cala ovunque. Giovanardi prende poco più del 2%. L'affluenza precipita ai ballottaggi

 
Dal nostro corrispondente della provincia di Modena
L'astensionismo segna una grande vittoria anche in provincia di Modena, registrando nella media un aumento del 5% e posizionandosi in certi casi come primo partito (nel 2009 era il secondo). Un dato che assume ancora più importanza se si pensa che la nostra provincia, tradizionale feudo del PD, ha visto nello scorso mese presenze importanti come Poletti, Kyenge, Bersani e persino lo stesso Renzi a sostegno dei loro candidati. In generale, poi, dallo squallido spettacolo delle primarie erano usciti candidati considerati “esterni”, una conveniente foglia di fico dietro cui il PD ha potuto nascondersi per mantenere qualche consenso e rifarsi la faccia agli occhi delle masse popolari.
Nonostante i toni trionfalistici tanto dei dirigenti riformisti quanto della stampa borghese locale, il PD subisce sonore battute d'arresto. Basti pensare che nel capoluogo Modena, uscito da dieci anni di regno antipopolare di Giorgio Pighi, il candidato civatiano Giancarlo Muzzarelli non è riuscito a sfondare e, per la prima volta, il capoluogo è andato al ballottaggio fra PD e M5S (con vittoria di Muzzarelli). Sicuramente ciò è dovuto in parte all'11,2% (sui voti totali) ottenuto dal M5S e dall'ingente consenso raccolto dalle liste civiche, ma anche all'astensionismo: in 41.574 (il 30,3% dell'elettorato) hanno disertato le urne, annullato la scheda o l'hanno lasciata in bianco. La destra neofascista è stata sonoramente respinta, con Forza Italia che cala del 9,1% (sui voti totali) e l'ex ministro Carlo Giovanardi, candidatosi sindaco con il NCD, ha ricevuto meno di 4.000 voti, pari al 2,7% dell'elettorato, a riprova dell'astio che le masse modenesi nutrono nei confronti di questo infimo esemplare di oscurantismo cattolico e neofascista.
Anche Sassuolo, importante centro industriale del modenese, il candidato piddino Pistoni ha dovuto sudare il ballottaggio per vincere. Qui l'astensionismo al primo turno con 9.007 “voti” diventa il primo “partito”, distanziando abbondantemente il PD (6.719 voti). Rispetto al 2009, quando aveva scontato, a sinistra, la tendenza degli elettori a turarsi il naso e votare PD a fronte del rischio, poi concretizzatosi, della vittoria di Luca Caselli (PDL-Lega Nord), che ora lascia la poltrona di sindaco con la città a rischio bancarotta, a questa tornata l'astensionismo recupera e aumenta.
L'8 giugno si è tornati a votare anche a Vignola, per il ballottaggio fra il renziano Gasparini e la lista civica Vignola Cambia, composta perlopiù da delusi e fuoriusciti del PD, che ha poi vinto per una manciata di voti. Anche qui l'astensione è il primo “partito”, aumentando del 5,4%.
La diserzione si è letteralmente impennata ai ballottaggi: 54,73% a Modena, 46,34% a Vignola, 43,73% a Sassuolo.
Va considerato che i notevoli consensi raccolti dalle liste civiche e, in parte, dal M5S, sono comunque indice del rifiuto delle masse verso i partiti borghesi. Ora tale rifiuto andrebbe approfondito capendo che le stesse istituzioni borghesi locali, indipendentemente dal partito o dalla lista che le governa, sono antipopolari perché asservite al capitalismo e ai potentati economici locali e nazionali, ed è perciò necessario opporre a loro lo stesso rifiuto giustamente rivolto ai partiti borghesi.
Nonostante la penuria di mezzi e forze, la Squadra di propaganda dell'astensionismo marxista-leninista della provincia di Modena ha sicuramente contribuito, almeno in parte, a questo straordinario risultato. In ogni caso possiamo considerarci soddisfatti e incoraggiati da questa impennata dell'astensionismo, che è comunque un preciso atto di sfiducia verso le istituzioni e i partiti borghesi locali. Adesso si tratta di lavorare perché le masse popolari gli diano seguito dichiarando guerra totale alle giunte locali che si stanno insediando e battendosi per dare vita alle Assemblee popolari e ai Comitati popolari.













18 giugno 2014