Più della metà dell’elettorato campano boccia l’UE imperialista
L'astensionismo vola a +17,2% rispetto alle politiche 2013 e +9,9% sulle europee 2009

Redazione di Napoli
2.514.667 campane e campani hanno respinto decisamente le sirene elettoralistiche europee, non cedendo neanche alle “nuove” formazioni politiche che millantano di schierarsi contro l’Ue e l’euro ma hanno tutt'al più l’intento di “riformarla”. La scelta astensionista è stata contrassegnata da un'avanzata di quasi 10 punti percentuale rispetto alle precedenti europee del 2009; se si raffronta con le politiche 2013, il balzo è senza precedenti con un +17,2% pari a 906.134 nuovi astenuti. Un esercito di astensionisti, che la fa schizzare al 52,2%. Così le masse campane hanno voluto punire l’Ue, la sua moneta e le sue politiche antipopolari.
Alla crescita astensionista si somma la disfatta della “sinistra” borghese, rappresentata questa volta dall’ennesima operazione per accalappiare voti incarnata dalla lista Tsipras. Il gruppo sostenuto in particolare dal PRC del trotzkista valdese Ferrero e dal narcisista Vendola (SEL) – impegnato ad evitare una grave spaccatura interna con il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore, pronto a passare armi e bagagli al PD – ha raccolto appena 87.609 voti, pari ad un risicato 1,8% sul corpo elettorale (nel 2009 SEL aveva preso 121.234 voti) mentre il PRC-Sinistra Europea-PdCI aveva raccolto 104.605 preferenze, per un totale di 225.839 (il 4,7% degli elettori totali). In sostanza sono ben 138.230 per le europee e 88.818 per le politiche i voti che mancano a Ferrero e Vendola e al loro nuovo inganno Tsipras rispetto alle elezioni precedenti con una vera e propria emorragia verso l'astensionismo. Pur considerando le percentuali sui soli voti validi, la lista Tsipras in Campania non riesce a centrare l’obiettivo di raggiungere o superare il 4% per entrare nel parlamento europeo.
Una parte di voti persi dai partiti del “centro-destra” con molta probabilità, sono andati a rinfoltire sia il PD che il Movimento 5 Stelle: i neoliberali guidati dal Berlusconi democristiano Renzi guadagnano 185.349 voti (pari a +3,8%) rispetto al 2009 e 179.010 (+3,1%) rispetto al 2013, mentre il M5S supera il mezzo milione di preferenze, “succhiando” voti anche all’Italia dei Valori che viene letteralmente polverizzata da questa tornata elettorale (passando dal 5,1% del 2009 con 246.726 voti a poco più di 20mila, appena 0,4%).
Durissima la mazzata, invece, per il Movimento 5 stelle in Campania se lo si raffronta con le politiche del 2013: 133.077 sono i voti che complessivamente esso perde, -3,4% sul corpo elettorale.
Forza Italia del neoduce Berlusconi viene abbandonata da 653.354 elettori ed elettrici, mentre il duo Alfano-Casini registra una perdita di 117.038 voti, per un totale di ben 770.392 preferenze perse. Rimangono stabili sia i fascisti di Fratelli d’Italia che la Lega separatista, fascista e razzista che si attestano rispettivamente al 2,2% e allo 0,3% del corpo elettorale.
Il risultato dell’astensionismo in Campania, dove la metà dell’elettorato ha bocciato, dunque, l’Unione europea imperialista e le sue politiche antipopolari, deve ora essere immesso nel solco della lotta per il socialismo e l'Europa dei popoli. È necessario rompere gli indugi e unirsi al PMLI, dando una concreta mano politica e organizzativa, per infondere forza all’unico Partito che si batte per l'Italia unita, rossa e socialista.
 


18 giugno 2014