Sciopero generale nazionale dei dipendenti pubblici indetto dall’USB
In migliaia in piazza per dire no alla controriforma della pubblica amministrazione

Per dire il proprio No alla controriforma della pubblicazione amministrazione (P.A.) presentata dal governo del Berlusconi democristiano Renzi, migliaia di lavoratrici e lavoratori pubblici si sono riversati nelle piazze di 13 città della penisola con manifestazioni regionali per aderire allo sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dall’Unione sindacale di base (USB) per il 19 giugno
Alte le adesioni negli uffici pubblici di Agenzie Fiscali, Enti Locali, Ministeri, Parastato (tra cui, Inps, Inail, Aci, Cri), Presidenza del Consiglio, Ricerca, Scuola, Università, Vigili del Fuoco, operatori della Sanità, con una consistenze rappresentanza dell’Istituto Superiore di Sanità recentemente commissariato. La fortissima presenza in piazza dei precari dimostra come essi abbiano ben compreso che, al di là dei proclami, la “riforma” riserva loro concrete prospettive di licenziamento senza nessuna possibilità di stabilizzazione.
Cortei a Roma, Milano, Genova, Napoli, Catanzaro, Torino, Palermo, Firenze, Bari, Potenza, Bologna, Venezia e Cagliari, contro la riforma della Pubblica Amministrazione, la mobilità selvaggia, l’attacco ai diritti sindacali e per la riapertura dei contratti economici, la stabilizzazione dei precari, la reinternalizzazione dei servizi e del personale, “per una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e non delle imprese”, scrive l’Usb.
Una risposta forte di lotta contro i pesantissimi e sanguinosi provvedimenti, presentati ipocritamente dalla ministra Madia come lo “svecchiamento” necessario nella P. A. e il “toccasana” della sburocratizzazione: Ma niente di tutto questo anzi, una controriforma piduista e neofascista che attacca i lavoratori pubblici e i sindacati. Di fatto si tratta di un vero e proprio smantellamento dei servizi pubblici e della pubblica amministrazione, i settori dove Renzi e Padon, appena varato il Def annunciarono di recuperare “circa 10 miliardi l'anno” con una “riduzione permanente della spesa pubblica”.
A Roma circa 5.000 manifestanti hanno raggiunto in corteo il ministero della Funzione Pubblica. Giù le mani dal lavoro e dai servizi pubblici” era lo striscione di apertura. In piazza anche “I precari di Casa Renzi”, lavoratori della presidenza del Consiglio in presidio venerdì scorso davanti a Montecitorio.
A Genova : "Se Renzi è la risposta allora la domanda è sbagliata". Dietro questo striscione i lavoratori delle partecipate, delle cooperative e dei servizi in appalto hanno manifestato con un corteo che ha attraversato le vie del centro cittadino per raggiungere la sede della Regione in Piazza De Ferrari. Presenti anche delegazioni di lavoratori di La Spezia, Savona e Imperia, e delle aziende partecipate genovesi.
Oltre mille a Milano , a piedi e in bicicletta, hanno fatto tappa nei punti nevralgici della città (dalla Croce Rossa alla sede dell’Expo), in particolare strutture sanitarie dove si registrano tagli al personale e attacchi ai diritti di lavoratori e lavoratrici, bloccando infine, la stazione ferroviaria Cadorna. "Dopo l'occupazione del Pirellone dello scorso 14 maggio era necessario dare un altro segnale forte e dire basta al blocco dei contratti che ormai va avanti dal 2009”.
Circa mille anche a Bologna , dove ha sfilato “la Rabbia Giusta” dei lavoratori contro i pesantissimi tagli ai servizi, ai posti di lavoro e alle condizioni di vita dei pubblici dipendenti; altrettanti in corteo a Napoli , confluiti poi sotto la Prefettura. Al contrario di quanto affermato dal Ministro Madia nel Def 2014 si legge chiaramente che la parte economica dei contratti resterà bloccata fino al 2020.
A Bari è stato allestito il “treno della protesta”, che in un tour immaginario tra “i ruderi dello stato sociale”, ha raggiunto diversi edifici pubblici (Inps, Inail, Rai, Presidenza della Regione). Numerosi i lavoratori uniti nella lotta alla popolazione.
A Catanzaro, occupati gli uffici del dipartimento Controlli Amministrativi della Regione Calabria. Un centinaio di lavoratori si è dato appuntamento per dare vita ad un presidio itinerante con volantinaggio.
Affollate manifestazioni anche a Venezia, con corteo nelle calli presso la sede della Regione Veneto, ed a Torino, Firenze, Palermo e Cagliari.
Una giornata di lotta che, secondo l’Usb, ha gettato le basi per la prossima tappa del 28 giugno 2014, giorno della mobilitazione generale per l'avvio del Controsemestre Europeo.

25 giugno 2014