Terremoto in Bankitalia
Indagati Saccomanni e Tarantola per usura
Coinvolti anche Abete (Bnl), Profumo e Ghizzoni (Unicredit), Mussari e Caltagirone (Montepaschi)

 
La procura della Repubblica di Trani, molto attiva nel campo delle indagini finanziarie, ha notificato un avviso di conclusione delle indagini (che prelude a un rinvio a giudizio) a sessantadue esponenti del mondo bancario italiano tra cui spiccano i nomi dell’ex ministro dell’Economia del governo Letta Fabrizio Saccomanni e dell’attuale presidente della Rai Anna Maria Tarantola con la gravissima accusa di usura continuata e aggravata consumata ai danni di alcuni imprenditori della provincia di Bari. All’epoca dei fatti, tra il 2005 e il 2012, Saccomanni era direttore generale e la Tarantola a capo della Vigilanza di Bankitalia.
Tra gli alti dirigenti bancari che hanno ricevuto lo stesso avviso di conclusione delle indagini figurano poi nomi eccellenti del panorama finanziario italiano.
Per la Bnl il presidente del consiglio di amministrazione Luigi Abete, l’amministratore delegato Fabio Gallia, l’ex vicepresidente Piero Sergio Erede e il presidente del collegio sindacale Pier Paolo Piccinelli.
Per Unicredit figurano l’ex amministratore delegato e quello attuale, rispettivamente Alessandro Profumo e Federico Ghizzoni, il vicepresidente vicario Candido Fois, l’ex presidente Dieter Rampl, il direttore generale Roberto Nicastro, l’ex presidente del consiglio di amministrazione di Unicredit Banca di Roma Paolo Savona, l’ex presidente di Unicredit Banca d’Impresa Mario Fertonani ed il figlio dell’ex ministro Cancellieri, Piergiorgio Peluso, ex amministratore delegato di Unicredit Banca d’Impresa.
Per il Monte dei Paschi sono coinvolti l’ex presidente Giuseppe Mussari ed il suo vice Francesco Gaetano Caltagirone, infine per la Banca Popolare di Bari l’attuale presidente del consiglio di amministrazione nonché amministratore delegato Marco Jacobini, l’ex presidente Fulvio Saroli e il direttore generale Pasquale Lorusso.
Sono coinvolti allo stesso modo anche altri dirigenti della Banca d’Italia come l’ex direttore generale Vincenzo Desario e gli ex capi della Vigilanza Francesco Maria Frasca, Giovanni Carosio, Stefano Mieli e Luigi Federico Signorini, oltre a Giuseppe Maresca, a capo della quinta direzione del dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia.
Ai funzionari di Bankitalia e del ministero dell’Economia i magistrati tranesi contestano la gravissima accusa di avere, tra il 2005 e il 2012, dolosamente emanato una serie di atti amministrativi in assoluto contrasto con la legislazione in tema di usura, e quindi di aver fornito la necessaria copertura burocratica e istituzionale agli atti di usura materialmente commessi dalle banche coinvolte ai danni di alcuni imprenditori del barese nell’ambito di finanziamenti concessi sotto forma di anticipazioni su conto corrente: secondo i pm i funzionari pubblici prescrivevano alle banche di calcolare gli interessi sui finanziamenti concessi in rapporto al credito accordato anziché a quello effettivamente erogato e utilizzato dal cliente come invece prescrive la normativa. Queste circolari provenienti dagli organi di controllo e vigilanza (Bankitalia e ministero dell’Economia), apertamente dichiarate illegittime dalla Cassazione lo scorso anno, permettevano alle banche di elaborare tassi effettivi globali (i Teg) che risultavano da un punto di vista contabile notevolmente più bassi di quelli effettivamente praticati, i quali - ad un attento esame dei magistrati - hanno superato di gran lunga la soglia determinata trimestralmente dall’Ufficio Italiano Cambi facendo scattare il reato previsto dall’articolo 644 del codice penale. Con questo meccanismo la Bnl avrebbe lucrato illegalmente oltre 53.000 euro, il gruppo Unicredit più di 15.000, Mps circa 27.000 euro mentre la più piccola Banca Popolare di Bari soltanto 296 euro: sembrano cifre piccole, ma sono relative esclusivamente a quegli imprenditori che hanno sporto denuncia, ma i magistrati hanno la certezza che questo era un meccanismo collaudato e certamente applicato in tutta Italia, per cui sospettano che decine di migliaia di risparmiatori o investitori siano stati raggirati nello stesso modo.

25 giugno 2014