Ennesima tragedia nel Canale di Sicilia
45 migranti soffocati nella stiva
In precedenza 80 migranti erano annegati con l'affondamento del loro gommone

 
"Accatastati l'uno sull'altro, come in una fossa comune, che ricorda Auschwitz". Queste le parole di uno dei primi soccorritori, profondamente scosso, intervenuto per portare in salvo l'ennesimo “barcone della speranza” giunto nel porto di Pozzallo nel ragusano, con 45 cadaveri e circa 590 superstiti soccorso dalla nave militare Grecale dell'operazione imperialista “Mare nostrum” del governo italiano.
È la registrazione dell'ennesima strage di migranti nel Canale di Sicilia: ammassati da scafisti senza scrupoli nella sala ghiacciaia del peschereccio, un locale di appena tre metri per tre dove si stoccava il pesce durante la navigazione, le vittime sarebbero morte per asfissia, schiacciate dal peso delle une sulle altre e poi, cadute nei locali motore, avrebbero respirato il gas di scarico.
Non ci sono giustificazioni per una tale carneficina ma sono chiare le cause delle attuali migrazioni bibliche dai Paesi più poveri e arretrati del globo verso i Paesi più ricchi e sviluppati: sono una conseguenza dello sfruttamento e delle spaventose disuguaglianze mondiali create dal colonialismo e dall'imperialismo.
Sono balbettii criminali e mistificatori quelli emessi dal Berlusconi democristiano Renzi nella conferenza stampa al termine dell'incontro con il presidente della Commissione Ue, Barroso: la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo “richiede maggiore presenza in Libia e il rafforzamento di Frontex”, il programma europeo per il controllo delle frontiere, e vergognoso il silenzio dei vertici delle istituzioni in camicia nera, Napolitano e Boldrini compresi. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, compare di governo di Renzi, ad Agrigento mentre piange lacrime di coccodrillo: "noi facciamo l'accoglienza ma non possiamo accogliere tutti” per poi rinchiuderli nei Cie che per lui “è impossibile chiudere”, cerca di scaricare le responsabilità italiane sull'Europa dalla quale non giungono aiuti concreti. Ma l'Europa imperialista non ha intenzione di risolvere il problema se non militarmente come già stanno facendo i governi del mediterraneo, compreso quello italiano continuando la politica imperialista, xenofoba e neofascista del suo predecessore, trattando i migranti da criminali, quando espatriano illegalmente in massa per fuggire da guerre, persecuzioni e miseria a causa dei rispettivi governi dittatoriali, e da bassa manovalanza da supersfruttare quando le crisi cicliche capitalistiche lo permettono.
Dall’inizio dell’anno i migranti sbarcati sono stati più di 60 mila, 5 mila solo negli ultimi giorni; purtroppo, molti altri non sono documentati o saliti alle cronache dei mass media: giorni fa un altro barcone è stato inghiottito dal mare, forse un'ottantina i morti; un altro ancora è giunto in porto lasciando nel mare due morti e 4 dispersi. E l'elenco di vittime non finisce mai.
Come fermare questa ecatombe? Aprire le frontiere dei Paesi imperialistici ai migranti e riconoscere l'assoluta parità di diritti politici, sindacali e sociali per tutti. Ma è bene chiarire che la responsabilità delle migrazioni di massa è dell'imperialismo che sfrutta, affama e fomenta guerre nei Paesi poveri per depredarne le ricchezze e tenerli sottomessi; perciò per far cessare questo fenomeno sociale occorre lottare per sconfiggere e sradicare l'imperialismo dal mondo. A cominciare dall'imperialismo italiano oggi rappresentato dal governo del Berlusconi democristiano Renzi.

9 luglio 2014