Voltafaccia del governatore della Sicilia
Greenpeace: “Crocetta regala il nostro mare ai petrolieri”
Il Canale di Sicilia non va trivellato

dal nostro corrispondente della Sicilia
All'inizio di luglio gli attivisti di Greenpeace inscenavano la simulazione di un disastro petrolifero a Mondello, la spiaggia dei palermitani, srotolando lo striscione: “Un mare di bugie – Crocetta regala il nostro mare ai petrolieri”. L'obbiettivo ben centrato era quello di denunciare il clamoroso voltafaccia del governatore Crocetta (PD) e il pericolo che corrono i mari della Sicilia dopo la sottoscrizione dell'infame patto la Regione e Assomineraria, Eni, Edison e Irminio per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio presenti nel Canale di Sicilia.
Da candidato a governatore della Sicilia Rosario Crocetta, infatti, aveva firmato l'appello di Greenpeace contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia e nell’aprile 2013, aveva garantito in un’audizione all’Assemblea Regionale siciliana un immediato sostegno della Regione contro tali progetti.
Poi Crocetta, come ha già fatto con la questione MUOS, ha buttato la maschera e si è piegato agli interessi di chi vuole fare della Sicilia una terra di razzia.
E dire che dovevano indurlo ad una maggiore cautela le particolari condizioni di grave inquinamento di parte delle coste meridionali della Sicilia e la già eccessiva pressione della corsa allo sfruttamento del petrolio nel Canale, i seri rischi per l'incolumità di chi vive nelle zone e per l'economia dei territori interessati.
E invece no. Infischiandosene di tutto e tutti, ha sottoscritto il mostruoso patto che prevede impianti di trivellazione al largo della costa ragusana, completamento di quattro pozzi, ripresa di due esistenti, perforazione di 14 nuovi pozzi, due nuove piattaforme, esplorazione di 5 pozzi.
Persino la commissione ambiente del senato, preoccupata che il protocollo sottoscritto dal governatore potesse andare oltre le prescrizioni delle leggi italiane, lo ha convocato in udienza, sostanzialmente senza ottenere nulla. E' evidente che Crocetta ha protettori molto in alto. Egli è infatti allineato sulle scelte del nuovo Berlusconi, in materia di sfruttamento del petrolio siciliano. Sono infatti i due che avallano e garantiscono quel vero e proprio assalto al mare siciliano da parte delle compagnie petrolifere che si traduce in un'estensione di ben 12.908 i chilometri quadrati, per cinque permessi di ricerca già rilasciati e da altre 15 richieste di concessione, ricerca e prospezione in iter di approvazione.
Si tratta di una strategia pericolosissima quella di Renzi e Crocetta che avrà come conseguenza quella di scaricare per intero i costi dell'inquinamento selvaggio sulle coste siciliane, con l'aggravante di non garantire nessun futuro energetico per il Paese, dal momento che le riserve stimate in totale in Italia, non solo in Sicilia, sono di poco meno di 10 milioni di tonnellate, mentre il consumo annuo è pari a 61 milioni. Il gioco non vale assolutamente la candela. Senza contare il fatto, ancor più grave, che le limitate riserve petrolifere siciliane vengono messe nelle mani di sciacalli privati e spesso di multinazionali straniere.
Il PMLI pertanto chiede di fermare immediatamednte le trivellazioni nel mare siciliano, di annullare l'infame patto tra la Regione e Assominiera.
 
 
 

30 luglio 2014