Dopo le ultime tragedie nel canale di Sicilia
Basta con la strage di migranti. L'UE e l'Italia aprano le frontiere

Il 19 luglio una nuova terribile strage è avvenuta nel canale di Sicilia: in un barcone alla deriva stracarico di centinaia di fuggiaschi e soccorso da una nave mercantile danese e da motovedette della Guardia costiera italiana, sono stati rinvenuti 30 cadaveri sottocoperta, tra cui donne e bambini, probabilmente asfissiati dalle esalazioni del motore o schiacciati dalla calca infernale. Si pensa inoltre che altri 180 siano finiti in mare e annegati, poiché secondo i racconti dei superstiti il barcone era partito dalle coste libiche con 750 persone a bordo, e ne sono state salvate solo 569. Alcuni superstiti sono stati arrestati perché in base alle testimonianze c'è l'agghiacciante sospetto che si siano macchiati di atroci delitti, respingendo ed uccidendo a bastonate e coltellate quanti cercavano di salire in coperta per salvarsi e gettando a mare altri migranti per paura del rovesciamento della barca.
Questa nuova strage segue di pochi giorni un'altra quasi uguale, avvenuta al largo di Pozzallo (Ragusa), quando a bordo di un altro barcone stracarico furono rinvenuti 45 cadaveri di migranti morti per asfissia, “accatastati – secondo la terribile descrizione di un soccorritore - l'uno sull'altro come in una fossa comune che ricorda Auschwitz”. Negli ultimi mesi diverse altre tragedie simili si erano verificate sempre nello stesso braccio di mare, come quella del 13 maggio scorso con l'affondamento di un barcone e 17 morti, tra cui 12 donne e due bambini e circa un centinaio di annegati, e quella ancor più spaventosa del 3 ottobre 2013, quando nel naufragio di un barcone annegarono 360 migranti.
E questo per citare solo alcuni tra i più recenti episodi della strage di migranti che da anni sta funestando le nostre coste meridionali. Una strage infinita destinata ad aggravarsi spaventosamente, se i governi dell'Italia e della UE continueranno con la loro criminale politica di indifferenza nei confronti del grave problema dei rifugiati in fuga da guerre e carestie, che sono sempre più in aumento, e di respingimento o incarcerazione come clandestini dei migranti che cercano la salvezza e una vita migliore nei paesi europei.
Come si può fingere di ignorare e trattare come un problema di ordine pubblico o militare un fenomeno che ha raggiunto così vaste dimensioni ed è in continuo aumento come quello delle migrazioni dal Sud del Mediterraneo verso l'Italia e altri paesi europei? L'anno scorso gli sbarchi sulle coste italiane furono quasi 43 mila, con 700 morti, e nei soli primi sette mesi di quest'anno gli sbarchi sono già arrivati a più di 84 mila, con altre centinaia e centinaia di morti. E' evidente che questo aumento è anche conseguenza dei nuovi conflitti, persecuzioni e violenze che imperversano in Medio Oriente e in Africa, come in Siria, Egitto, Libia, Eritrea, Somalia e nei paesi della fascia sub sahariana, a cui ora si aggiungono anche le stragi sioniste a Gaza e in Cisgiordania.
Sono i paesi imperialisti che rapinano, sfruttano e affamano questi popoli, anche intervenendo militarmente in maniera diretta e fomentando guerre civili e conflitti interetnici, per perseguire i loro sporchi interessi neocolonialisti ed egemonici, come dimostra il caso lampante dell'aggressione militare alla Libia da parte degli Usa e di diversi Stati europei, tra cui anche l'Italia. Gli stessi paesi imperialisti che poi si rifiutano di accogliere e discriminano e trattano come paria i profughi e i migranti che la fame e le guerre spingono a rischiare la vita sui barconi della morte.

Vergognoso scaricabarile Italia-UE
Dal 2000 al 2013 sono 23 mila i migranti morti nel tentativo di raggiungere i paesi europei via mare o via terra, di cui solo la metà sono ammessi dalle cifre ufficiali. E quella del canale di Sicilia è una delle rotte più frequentate e pericolose di questa gigantesca migrazione. Questo tratto di mare è diventato un orribile cimitero marino che ha già inghiottito 8 mila migranti nel solo periodo dal 2000 al 2013, di cui ben 6.400 periti nel tentativo di raggiungere Lampedusa.
Sono cifre spaventose, raccolte da organizzazioni umanitarie internazionali che però le autorità italiane ed europee fingono di ignorare e non riconoscono ufficialmente. Il governo italiano e la UE si rimpallano le responsabilità con un vergognoso scaricabarile e nel frattempo le stragi continuano e i superstiti vengono o respinti direttamente o ammassati nei Centri di identificazione ed espulsione che sono dei veri e propri lager dove i migranti sono detenuti in condizioni bestiali: come nel famigerato Cie di Lampedusa, recentemente riaperto per ragioni di “emergenza” nonostante fosse stato chiuso dopo lo scandalo dei migranti sottoposti nudi a lavaggi con idranti quale “trattamento contro la scabbia”.
Il governo italiano dà la colpa alla UE, che lo lascerebbe da solo a fronteggiare l'ondata di migranti che cercano di raggiungere le nostre coste: “Dobbiamo discutere e cercare più risorse per Frontex Plus, ma il problema dell'immigrazione va risolto alla radice”, ha dichiarato Renzi dal Mozambico alla notizia della nuova strage di migranti nel canale di Sicilia. Parole ipocrite, perché il nuovo Berlusconi si guarda bene dall'ammettere che l'unico modo per risolvere il problema delle continue stragi di migranti è di aprire le frontiere; ed anche perché lo stesso direttore del programma europeo Frontex, creato nel 2004 per monitorare i flussi migratori verso l'Europa, se ne è lavato le mani dichiarando che l'agenzia non ha né la mansione specifica, né le risorse umane ed economiche per gestire il problema: cioè, non è un problema di destinargli più risorse, ma proprio che il Frontex non è stato creato affatto per soccorrere i profughi e i migranti.

L'unica soluzione è aprire le frontiere
Da sempre il PMLI, come è scritto nel suo Programma d'azione, sostiene l'apertura delle frontiere italiane ed europee ai rifugiati e ai migranti come l'unico modo per evitare le stragi e permettere il loro ingresso libero e sicuro in Italia e in Europa. Questa coscienza comincia a farsi sempre più strada anche tra le organizzazioni umanitarie internazionali: “Piuttosto che scoraggiare chi è in stato di bisogno, l’approccio preventivo dell’Ue sta mettendo vite umane in pericolo. Non importa quanto saranno alti i nostri muri, le persone cercheranno sempre di scappare dai conflitti e dalla povertà”, ha dichiarato infatti Nicolas Berger, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee. Sottolineando anche che è “essenziale aprire canali sicuri d’ingresso in Europa per i rifugiati. Questo può essere fatto attraverso un più alto numero di reinsediamenti, l’incremento dei programmi di ammissione umanitaria e facilitando le riunificazioni familiari”.
Oltre all'apertura delle frontiere ai migranti, per il PMLI sono necessarie e urgenti però altre misure, a cominciare dalla chiusura di tutti gli inumani lager per migranti (Cie), l'abolizione definitiva e completa del reato di immigrazione clandestina, la sanatoria generalizzata per tutti i migranti senza permesso di soggiorno, la parità di diritti sociali, civili e politici per tutti i migranti e il diritto di cittadinanza ai figli di immigrati nati nel nostro Paese.

30 luglio 2014