Le organizzazioni studentesche denunciano la “riforma” della scuola
Programmate manifestazioni di piazza per il 10 ottobre

 
Con la fine delle vacanze estive e l'inizio del nuovo anno scolastico, il governo del Berlusconi democristiano Renzi attraverso l'annuncio fatto dalla ministra dell'istruzione Stefania Giannini al meeting della potentissima lobby politico-affaristica clerico-fascista Comunione e Liberazione (sede forse non scelta a caso) si appresta a portare a termine la controriforma neofascista della scuola italiana basata sul modello mussoliniano di Giovanni Gentile che negli ultimi 20 anni governo dopo governo alternati tra destra e “sinistra” borghese (Berlinguer, Moratti, Fioroni e oggi Giannini) ha visto una scuola pubblica lasciata andare in pezzi a tutto vantaggio delle private e sempre più preclusa alle fasce più povere della popolazione.
In quest'ottica si presentano le linee guida della “riforma” della scuola, ribattezzata “La buona scuola” da Renzi, che a parte le “belle parole” di facciata e la paventata assunzione di 150 mila precari del settore, mette sul tavolo una serie di provvedimenti che fanno concorrenza alla peggiore destra berlusconiana. Possibilità per i capitalisti di diventare padroni assoluti delle scuole attraverso il sovvenzionamento degli istituti in cambio di vantaggiosi sgravi fiscali, più potere alla dirigenza scolastica con la figura del preside manager e conseguente diminuzione di democrazia per le masse studentesche, incrementi economici per gli insegnanti non più in base gli scatti di anzianità di lavoro ma al “merito” professionale (leggi, più sei servile nei confronti della dirigenza, meno scioperi, più farai strada), parificazione tra scuole pubbliche e private.
A questo ennesimo scempio protratto nei confronti della scuola pubblica e del diritto all'istruzione delle fasce più povere della popolazione colpite dalla crisi, le organizzazioni studentesche non ci stanno e già proclamano manifestazioni in tutto il paese per il 10 ottobre. La mobilitazione è stata annunciata dall'Unione degli Studenti (UDS) dal Riot Village, il campeggio nazionale studentesco della Rete della Conoscenza nel Salento.
L'UDS, il più grande sindacato degli studenti, è l'organizzazione che più tutte tra le varie sigle del mondo dell'istruzione ha preso di petto Renzi e la sua ministra dell'istruzione Giannini, dichiarandosi contraria su tutta la linea all'ennesima controriforma scolastica che completa di fatto la controriforma Gelmini-Aprea del governo Berlusconi e pur dicendo che vi sono alcuni elementi marginali positivi (assunzione precari, incremento delle ore per le materie della storia dell'arte e della musica) questi sono utilizzati da Renzi come specchietto per le allodole per nascondere attraverso belle parole provvedimenti strutturali gravissimi che l'UDS non farà passare in silenzio, rivendicando al contempo, istruzione gratuita e di qualità, reddito di formazione e un secco no alla precarietà.
Insieme all'UDS c'è il LINK-Cordinamento Universitario, gruppo a cui fanno capo realtà universitarie locali di ispirazione sindacale e politica che denuncia il piano di Renzi come il progetto di un totale asservimento dell'istruzione pubblica alle imprese.
Su posizioni più concilianti troviamo la Rete degli studenti e l'Unione degli Universitari (UDU) che pur mobilitandosi anch'essi per la manifestazione del 10 ottobre, tengono una posizione di basso profilo nei confronti della “riforma” e del governo.
I primi si dicono preoccupati per quel che riguarda la possibile entrata dei privati negli istituti e il rischio del restringimento degli spazi democratici con uno sbilanciamento di poteri sempre più a favore dei dirigenti scolastici ma a parte questo aprono al dialogo con il governo giudicando le linee guida molto ampie, e di largo spazio all'interpretazione ed alla discussione. Mentre l'UDU si limita ad una critica non sul tipo di riforma, ma sul fatto che essa riguarda solo il mondo delle scuole e non quello delle università.
Il PMLI concorda con larga parte con delle critiche delle suddette organizzazioni studentesche e appoggerà in maniera militante le manifestazioni portando il suo contributo di idee e di lotta tra le studentesse e gli studenti. Sostiene le rivendicazioni degli studenti incentrate sulla scuola pubblica e gratuita, ma allo stesso tempo li esorta a prendere in considerazione la proposta dei marxisti-leninisti delle Scuole governate dalle studentesse e dagli studenti! Il governo delle scuole e delle università, che deve essere composto a maggioranza dalle studentesse e dagli studenti eletti dall'Assemblea generale tramite la democrazia diretta, è una questione fondamentale, che il movimento studentesco dovrebbe mettere al centro delle proprie rivendicazioni.
Un altro invito che riavvolge già da ora a chi scenderà in piazza il 10 ottobre è quella di non limitare la protesta alla controriforma neofascista della scuola ma di alzare il livello dello scontro puntando ad abbattere il governo del nuovo Berlusconi democristiano, e per fare ciò essenziale è che le lotte studentesche confluiscano in largo fronte unito con tutte le forze antigovernative e anticapitaliste (No Tav, No Mous, Movimenti per la casa, movimenti dei precari, ecc.) che da tempo si battono contro le politiche economiche e sociali imposte dal governo alle masse popolari. Ma ancora di più il movimento studentesco deve saldare le proprie lotte con quelle del movimento operaio, perché, come la storia ci insegna l'unità di lotta degli studenti con la classe operaia ha sempre significato la sconfitta per i padroni, i loro governi e le “riforme” antipopolari. Auspichiamo, infine, di vedere tante camicie e bandiere rosse in piazza che oscurino le camicie e le bandiere bianche della “sinistra” borghese.

17 settembre 2014