Importante sentenza antifascista della Cassazione
“Giusto vietare il saluto romano”
Condanna confermata per due neofascisti di CasaPound

 
La prima sezione della Corte di Cassazione ha confermato, con l’importante sentenza antifascista n. 37577/14 pubblicata il 12 settembre scorso, la condanna nei confronti di due militanti di Casapound di Bolzano - Mirko Gasperi e Andrea Bonazza, quest’ultimo noto pluripregiudicato - ai quali prima il Tribunale di Bolzano e poi la Corte d’Appello della stessa città aveva inflitto una pena rispettivamente di 760 euro di multa e di 2 mesi di reclusione e 300 euro di multa. I due neofascisti erano stati denunciati per avere fatto il saluto romano tenendo il braccio teso per oltre un minuto e gridando ripetutamente “presente!” durante una manifestazione organizzata da Casapound tenuta a Bolzano il 10 febbraio 2009.
L’importante decisione, oltre che di indiscutibile valore giuridico in quanto conferma in pieno la validità di tutta la normativa tuttora in vigore contro il fascismo, assume una particolare valenza politica in un momento come quello attuale dove in Italia e nel resto dell’Europa - dall’Ucraina alla Francia, dall’Ungheria alla Svezia - stanno riemergendo sempre più forti gruppi neofascisti e neonazisti ed anche veri e propri partiti che si ricollegano più o meno esplicitamente ai neri principi che ressero le dittature nazifasciste europee nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, con rigurgiti di antisemitismo e di intolleranza nei confronti degli immigrati.
Da un punto di vista giuridico la Cassazione ha quindi correttamente ribadito con fermezza che “nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe” e quindi che l’articolo 5 della legge n. 645 del 1952 - la cosidetta “legge Scelba” - che punisce “chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste” deve essere applicato in quanto è più che mai attuale: infatti la difesa dei due neofascisti aveva puntato molto sull’obsolescenza - a loro dire - di tale norma, ma la Cassazione ha correttamente messo in rilievo che la legge n. 645 del 1952 attua la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto ogni sua forma del disciolto partito fascista, e che manifestazioni pubbliche nelle quali vengono ostentati simboli tipici di tale partito devono essere considerate come una aggregazione temporanea (in quanto limitata al tempo della manifestazione pubblica) di soggetti i quali però, galvanizzati dalla partecipazione alla manifestazione, possono in seguito dare origine a una vera e propria organizzazione strutturata (ossia un vero e proprio partito) che si fondi su principi che furono tipici dei regimi nazifascisti, come il violento bellicismo, il razzismo, l’antisemitismo e il corporativismo. Quindi, spiega la Cassazione, l’articolo 5 della “legge Scelba”, nel punire le manifestazioni esteriori di fascismo, tra cui il saluto romano e il grido “presente!” durante cortei o raduni pubblici, considera tali atti svolti in un’occasione collettiva come potenziali anticipatori di una vera e propria organizzazione strutturata di tipo fascista, e come tale tassativamente vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
Il pregio della citata sentenza della Cassazione non è quindi soltanto quello di avere ribadito la piena applicabilità dell’articolo 5 della legge citata, ma di avere solennemente ricordato che quello del divieto di ostentazione pubblica di simboli fascisti è un principio che deriva direttamente dalla Costituzione borghese del '48 scritta, è bene ricordarlo, con il sangue dei tanti antifascisti, italiani e non, che parteciparono alla Resistenza contro il regime mussoliniano, in Italia come anche nei territori occupati da quest’ultima, e anche nelle colonie, perché sia sempre ricordato che il nazifascismo è un mostro per tutti i popoli del mondo. Tanto più oggi Renzi si presenta come una reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi.

24 settembre 2014