Le masse lavoratrici e popolari condannate alla povertà
I parlamentari guadagnano 12 mila euro netti al mese
Coi soldi rubati al popolo si pagano anche una serie di privilegi da nababbo
Lo stipendio non deve superare tre volte il salario medio operaio

Altro che “guerra totale a sprechi e privilegi” e più “equità” per stare “vicini alle persone che guadagnano meno”: il governo Renzi non ha nessuna intenzione di toccare i lauti compensi e gli odiosi privilegi da nababbo di cui godono deputati e senatori (eletti o nominati che siano).
E così, mentre milioni di operai, disoccupati, pensionati e precari sono costretti sempre di più a fare i salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena, languono in assoluta povertà e rinunciano perfino alle cure mediche; i capibastone che siedono a Montecitorio e a Palazzo Madama continuano a riscuotere stipendi da 12 mila euro netti al mese e a godere di privilegi e agevolazioni che le masse popolari nemmeno si sognano.
Ogni deputato incassa circa 11.779 euro al mese, cioè 4 mila euro a settimana, oltre 140.000 euro l’anno. A questa cifra vanno poi aggiunti 1.200 euro di spese telefoniche e 1.850 euro circa al mese per il cosiddetto “esercizio di mandato” (ex contributo portaborse e cura del rapporto collegio elettorale) per un totale di altri 23.400 euro ogni dodici mesi. In tutto fanno oltre 163 mila euro netti. Il costo lordo, cioè comprensivo di trattenute, per la Camera sfiora i 230 mila euro l’anno per ognuno dei dei 630 deputati.
Il furto di denaro pubblico si ripete con cifre ancora più alte al Senato dove ogni membro incassa, netti e senza neanche una fattura, 12.240 euro mensili, vale a dire 147 mila euro l’anno. Se ci aggiungiamo però i 2.090 euro al mese a cui gli eletti a Palazzo Madama hanno diritto dietro certificazione quadrimestrale, il conto sale a 172 mila euro annui netti. Il lordo, ovviamente, anche in questo caso è maggiore: 236.500 euro l’anno circa. Nel bilancio 2013 di palazzo Madama il costo totale è di oltre 80 milioni per 320 senatori.
Se si considera il solo netto dei rimborsi automatici, cioè tutti i rimborsi pagati senza nessuna pezza d'appoggio: contratto, scontrino o biglietto che sia, ai deputati spettano 6.779 euro al mese mentre ai senatori vanno 7.240 euro. Rispettivamente: 81.588 e 86.880 euro all'anno e ben 407.940 e 434.400 euro in una legislatura. Tutto, “ovviamente” esentasse.
A tutto ciò si aggiunge una serie scandalosa di privilegi e di benefit che fanno lievitare il malloppo a cifre incalcolabili e che noi abbiamo cercato per quanto possibile di riassumere nella tabella che pubblichiamo a parte.
Altro che: “È finita l’era dei privilegi” come ciancia il Berlusconi democristiano Renzi: siamo di fronte a delle vere e proprie cosche parlamentari che si arricchiscono e sguazzano nel lusso coi soldi rubati al popolo. Il grado di degenerazione mafiosa a cui è giunto il parlamento borghese nell'attuale regime neofascista imperante in Italia non ha precedenti. Per questo rivendichiamo con maggiore forza l'abrogazione di tutte le norme sul finanziamento pubblico dei partiti, e in particolare la legge 157 del 3 giugno 1999 sui rimborsi per le spese elettorali e che gli stipendi del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio, dei ministri, dei parlamentari, dei presidenti, dei sindaci e degli assessori regionali, provinciali e comunali, così come quelli degli alti funzionari dello Stato, non devono superare il triplo del salario medio operaio dell'industria.

24 settembre 2014