Camicia bianca e maglione blu

La visita di Matteo Renzi allo stabilimento della Fiat Chrysler di Detroit in America e l'incontro con Marchionne ricordano sinistramente la visita di Mussolini il 23 ottobre del 1932, in occasione del decennale della marcia su Roma, allo stabilimento Fiat Lingotto a Torino che incontrò l'allora direttore e amministratore delegato Vittorio Valletta. Entrambi gli eventi suggellano l'alleanza dei governanti italiani di allora e di oggi con la parte più reazionaria, antioperaia e fascista degli industriali. Come ha dimostrato ampiamente la dittatura fascista di Mussolini e come sta dimostrando quella di Renzi, che, col Jobs Act, sta applicando, su scala nazionale, le relazioni sindacali fasciste instaurate da Marchionne alla Fiat.
I due amiconi si sono quasi abbracciati (Mussolini non lo fece con Valletta) e non hanno risparmiato di scambiarsi pubblici e plateali elogi. Renzi ha detto: “Lui ha salvato due aziende bollite, io lo farò con l'Italia”. E poi: “Sono orgoglioso della Fiat Chrysler, una grande azienda capace di stare sul mercato globale (…) Lo Stato non dà soldi alla Fiat, ma deve eliminare gli ostacoli che frenano lei e tutte le aziende.
Marchionne da parte sua ha detto: “Dopo mezzo secolo di immobilismo vedo finalmente un vento diverso. Per questo saluto con grande ottimismo la carica di energia che il premier Renzi ha portato nel Paese (…) C'è il coraggio di scuotere il torpore strutturale dell'Italia. C'è la voglia di rimboccarsi le maniche e assumersi la responsabilità di cambiare il Paese. Il premier ha un compito difficile, ma anche il privilegio di crearlo esattamente come vorremmo (…) Questa è l'Italia che ci piace, non posso che assicurargli il nostro pieno appoggio (…) Renzi deve avere il coraggio di andar avanti senza farsi intimidire. Se realizzerà i cambiamenti, che Dio lo benedica”.
Queste sue parole riecheggiano quelle che Valletta rivolse a Mussolini quando disse: “Ogni vero italiano che si volga a considerare il cammino compiuto dell'italia dal 1922 (presa del potere da parte di Mussolini, ndr) a oggi, non può non provare un vivido sentimento di riconoscenza ed orgoglio; riconoscenza al Duce; orgoglio di appartenere a una Nazione che in tempi universalmente tanto difficili dona al mondo le più generose idee di intelligenza politica e di solidarietà sociale (…) Nella vita di un popolo come in quella degli individui, conta soprattutto la fiducia in sé stessi. Fiducia che in tutti gli italiani consapevoli è oggi atto di fede nel Fascismo e nel suo Duce”. (“Pensieri d'italiani eminenti” raccolta a cura di Paolo Orano, 1932, per il decimo anniversario della marcia su Roma)
Occhio allora alla camicia bianca di Renzi e al maglione blu di Marchionne, sotto i quali c'è la vecchia camicia nera dei fascisti. Opponiamo a essi le camicie rosse e i maglioni rossi. Che ve ne siano molte alla manifestazione del 25 ottobre a Roma.

1 ottobre 2014