Violando la sovranità territoriale e lo spazio aereo della Siria, con la connivenza dell'Onu
Obama bombarda l'IS in Siria
Uccisi anche bambini e donne. La Pinotti: forniamo un aereo cisterna e addestratori. Renzi invia le armi ai curdi per combattere l'IS. I caccia britannici partecipano ai raid in Iraq

 
I caccia britannici hanno compiuto il primo raid lo scorso 29 settembre contro postazioni dello Stato islamico (Is, nella sigla inglese) nel villaggio di Sada, a nord di Mosul, in Iraq. Dopo gli attacchi aerei americani e francesi in Iraq e quelli degli Usa e dei paesi arabi reazionari in Siria, la coalizione imperialista guidata da Obama si allarga con l'ingresso attivo dell'alleato Cameron, e di Belgio e Danimarca, nella missione contro i “terroristi”.
Nera alleanza alla quale sin da subito ha tenuto a far parte l'Italia imperialista di Renzi che non appena il presidente americano dette il via ai raid in Iraq a supporto dei curdi nella zona di Sinjar a metà agosto, dispose l'invio di armi ai Peshmerga, le formazioni militari dei curdi iracheni amici degli Usa. Le armi leggere per un valore di quasi 2 milioni di euro fornite dall'Italia sarebbero partite lo scorso 23 settembre dalla base di Santo Stefano in Sardegna. Ma il supporto alla coalizione anti-Is non si ferma qui, a quanto ha spiegato il ministro della Difesa Roberta Pinotti, comprende anche la fornitura di aerei da rifornimento in volo e addestratori per l'esercito iracheno; secondo la Pinotti, Roma è pronta anche a “trasportare armi provenienti da altri paesi”. In altre parole partecipa alla guerra imperialista di Obama contro lo Stato islamico.
I raid aerei della coalizione imperialista in Siria e in Iraq non riescono al momento a fermare l’avanzata delle formazioni dell'Is che alla fine di settembre hanno guadagnato altro terreno attorno alla cittadina curda di Kobane in Siria, a ridosso della frontiera turca. Fra i “successi” resi noti dai bollettini militari americani si sono registrati anche una serie di vittime civili, compresi donne e bambini, gli ultimi morti in un attacco aereo contro un magazzino di grano tra Aleppo e Kobane, scambiato per una base dell'Is.
Un altro risultato dei bombardamenti americani sarebbe, secondo il quotidiano britannico Guardian , il riavvicinamento dell'Is col Fronte al Nusra, il ramo siriano di al Qaeda, che fino a due mesi fa si sono combattuti per il controllo dei territori siriani sottratti al regime di Assad. Il capo di al Nusra ha condannato i raid aerei che hanno preso di mira anche le proprie postazioni. Come pure i miliziani dell’Esl e degli altri gruppi della resistenza contro Damasco, i primi che Washington ha costruito, finanziato e armato, che hanno ritengono “ingiusti” i raid contro gli alleati di al Nusra e chiesto che gli attacchi aerei prendano di mira l’esercito governativo siriano e i combattenti libanesi di Hezbollah. Non è detto che prima o poi non accada dato che l’obiettivo principale per Arabia Saudita e Qatar resta la caduta di Assad, come confermato da recenti dichiarazioni del ministro degli esteri saudita Saud Al-Faisal e dell’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani.
Nell'intervento all’Assemblea generale dell’Onu il ministro degli esteri siriano Walid Mualen ha descritto la politica americana di finanziamento, fornitura di armi e addestramento a beneficio di alcune sigle del fronte dei ribelli siriani “una ricetta per l’aumento della violenza e del terrorismo”; ha condannato le violazioni della sovranità territoriale e lo spazio aereo della Siria, avvenuto tra l'altro con la piena connivenza dell'Onu, ma senza alzare troppo la voce. Damasco sperava e ancora spera di poter rientrare in gioco partecipando alla guerra contro i “terroristi”; finora è rimasta fuori, isolata a parte il sostegno della Russia e dell'Iran.
Ma Assad potrebbe essere il bersaglio indiretto dei raid aerei imperialisti. I suoi aerei possono volare con sempre maggiore difficoltà nei cieli affollati dai caccia della coalizione occidentale-araba. Si sta realizzando di fatto quella “no-fly zone” che l’opposizione siriana chiedeva allo scopo di eliminare la superiorità aerea di Damasco e poter mantenere il controllo delle zone sottratte all'esercito di Assad.
Contrario ai raid aerei voluti da Obama si è dichiarato il ministro degli Esteri brasiliano, Luiz Alberto Figueiredo; “La visione del Brasile – ha detto il ministro - è che l’uso della forza o è per legittima difesa o è autorizzato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Così è previsto nella Carta dell’Onu”. Nessuna delle due.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, nella sessione straordinaria del 24 settembre presieduta da Obama, approvava all'unanimità la risoluzione numero 2178 legalmente vincolante per tutti gli Stati membri che li obbliga a “prevenire il reclutamento, l’organizzazione, il trasporto e l’equipaggiamento di individui che si recano in altri Stati allo scopo di pianificare, preparare o attuare atti terroristici, oppure di fornire o ricevere addestramento terroristico e finanziamenti per tali attività”. Per la Siria si tratta di quei “terroristi” in gran parte addestrati dai servizi occidentali e passati senza colpo ferire dalle frontiere “trasparenti” di Turchia e Giordania per combattere contro il regime di Assad. Ma il compiacente Consiglio Onu chiude occhi e orecchie per dare alla coalizione imperialista guidata da Obama una motivazione “legale” per i bombardamenti contro lo Stato islamico.
 

1 ottobre 2014