Nonostante il terrorismo mediatico per scoraggiare la partecipazione alla manifestazione promossa dai Movimenti campani contro la BCE
Sfilano in cinquemila contro il vertice dei banchieri europei a Napoli
Nel corteo che ha percorso quasi quattro chilometri disoccupati, precari, operai Fiat, movimenti sociali e il PMLI. Applausi dalle finestre e dai balconi dei residenti. Fermato un attivista che con una scala aveva cercato di scavalcare il muro della reggia. Selvagge cariche delle “forze dell'ordine”
L'urlo dei Block BCE: Jatevenne

Redazione di Napoli
Giovedì 2 ottobre 2014 si è riunito a Napoli il Governing Council della Banca Centrale Europea. In una città completamente blindata, soprattutto nel centro storico, i 18 governatori delle banche centrali dei paesi UE e i sei executive director della BCE, fra cui il presidente Mario Draghi, si sono incontrati per concordare le politiche di “rilancio economico”. La scelta della location napoletana non avviene certamente con casualità, ma è stata presa ipocritamente come emblema di un rilancio occupazionale, atteso che gli stessi governatori non hanno potuto che constatare gli altissimi livelli di disoccupazione, precarietà e lavoro nero. Eppure proprio i parametri e i diktat della famosa "troika" continuano a produrre un disastro sociale dalle dimensioni enormi, diventato un incubo senza fine per le masse popolari, che vedono, giorno dopo giorno, sfaldarsi e frantumarsi i diritti che il proletariato e le masse lavoratrici nel secolo scorso erano riusciti a conquistare.
Per protestare contro la nuova ondata reazionaria delineata dai banchieri e dai loro lacchè sul fronte occupazionale ed economico, accogliendo l'invito dei Movimenti campani contro la BCE circa cinquemila manifestanti si sono dati appuntamento, verso le 9,30, nei pressi della metropolitana di viale dei Colli Aminei, realizzando un combattivo e rumoroso corteo di protesta con alla testa i ragazzi e le ragazze dei Centri sociali, che hanno detto no alle ricette della UE imperialista.
Vi hanno partecipato anche disoccupati, precari, operai Fiat, movimenti sociali, migranti, famiglie e la Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI, lanciando slogan antimperialisti e aggregando le persone che di volta in volta solidarizzavano con i manifestanti.
Molto bella l’accoglienza delle masse popolari che dai balconi e dalle strade applaudivano i partecipanti al passaggio del corteo, in polemica con il manipolo di tecnocrati che si sono appropriati del bosco di Capodimonte.
Particolarmente calorosi gli applausi degli infermieri, dei medici e dei pazienti del Centro traumatologico ortopedico. Una banca ha esposto un cartello all'esterno con sopra scritto: “I dipendenti del Banco di Napoli salutano i manifestanti. Jatevenne padroni”.
Sullo striscione di apertura c'era scritto: “Precarietà, povertà, disoccupazione, speculazione, liberiamoci dalla BCE”. Su un altro striscione c'era scritto: “Contro la dittatura della troika, delle banche, dei profitti. Difendiamo i nostri diritti, 2 ottobre. Urliamo: Napoli libera”. Molti gli slogan, tra cui “Jatevenne”, cioè andatevene, rivolto ai banchieri europei, e “Davide vive”, dedicato al 17enne ucciso recentemente da un carabiniere ad un posto di blocco.
La reggia di Capodimonte, dove si è svolto il vertice della BCE, era protetta da due muraglie formate da mille agenti della polizia con le telecamere sulla divisa e da carabinieri in assetto di guerra. Quando il corteo è arrivato all'altezza della reggia, è partita una carica delle “forze dell'ordine” che con idranti e lacrimogeni sparati sulla folla senza alcun tipo di scrupolo hanno tentato di disperdere i partecipanti alla protesta. Il corteo, per nulla intimorito dalle cariche, si è ricompattato continuando a sfilare in altri quartieri della città gridando slogan contro lo scempio compiuto dalla Banca Centrale Europea.
La manifestazione si è conclusa verso le 15 in piazza Borsa solo quando la questura ha rilasciato il giovane che con una scala aveva cercato di scavalcare il muro della reggia e di aprire uno striscione con queste parole d'ordine: “No BCE! Via gli affamatori e gli speculatori da Napoli.
Ipocritamente il governatore della BCE, Mario Draghi, ha detto: “Vi capisco, ma non è colpa nostra”. Mentre il governatore di Bankitalia Visco, facendo il finto tonto ha detto: “Ci confondono con le banche e la Troika”. Certo è che gli idranti, i manganelli, i lacrimogeni, le telecamere e le pistole elettriche laser – usate per la prima volta in assoluto a Napoli - indossati dalle “forze dell'ordine” potranno anche riuscire a difendere i banchieri europei, ma non potranno mai fermare la crescente opposizione delle masse popolari alla politica dell'austerità dell'Unione europea imperialista, dei suoi governi e delle sue istituzioni. Come ha ribadito il tempestivo comunicato stampa di solidarietà ai manifestanti del PMLI “E' ora che il potere passi al proletariato che crea tutta la ricchezza del Paese. E' ora che si sprigioni la lotta di classe contro il capitalismo e per il socialismo”.
I compagni della “Vesuvio Rosso” hanno ricevuto con molto piacere “un ringraziamento profondo e riconoscente da parte dei dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi per aver rappresentato al meglio il nostro amato Partito all'importante manifestazione, di valore nazionale e internazionale, contro il vertice dei banchieri europei. Ai quali i coraggiosi e generosi manifestanti, voi compresi, hanno dato una forte dimostrazione dell'odio antimperialista crescente della parte più cosciente del popolo italiano, degnamente ed esemplarmente rappresentato dai napoletani scesi in piazza”.
 

8 ottobre 2014