Come sei bugiardo, venduto e rinnegato Saviano

Roberto Saviano, un presuntuoso e ambizioso intellettuale anticomunista della “sinistra” borghese, nella sua rubrica settimanale de “L'Espresso” ha scritto un velenoso articolo contro i coraggiosi e generosi manifestanti napoletani che hanno contestato il vertice dei banchieri europei. L'ha intitolato “Come sei vecchia sinistra radicale”.
Il pennivendolo al soldo del magnate Carlo De Benedetti si è addirittura dichiarato “sconvolto” nel “vedere sigle e volti eterni della estrema sinistra napoletana che esibiscono lo stesso logo del No Global Forum del 2001, quando i dirigenti della BCC sono cambiati, il mondo è completamente mutato anche nelle sue iniquità, ma chi protesta, i loro metodi, i loro slogan, no”.
E aggiunge: “Già li sento declamare: la rivoluzione non invecchia. Forse è vero, ma voi sì. E male, anche. Quei volti li conosco perché da ragazzino ascoltavo le loro parole, perché credevo mi aiutassero a capire, credevo che anche grazie a loro la mia coscienza civile e politica sarebbe maturata. Presto ho capito che non è la protesta cieca a mostrare una strada, che lì si disimpara solo”.
Che bugiardo! Che venduto! La realtà dice esattamente il contrario. Il 13 maggio 1996, quando egli prese contatto col PMLI professandosi marxista-leninista di origine trotzkista, non era affatto un ragazzino immaturo. Aveva 17 anni e 22 anni quando, da laureando in filosofia all'Università di Napoli, richiese al PMLI, per e-mail testualmente di “spedirgli in contrassegno i volti dei maestri: Karl Marx /Friederich Engels / Vlad Lenin”. In precedenza, con lettera del 25.02.1998, aveva richiesto otto libri di Marx e di Engels, includendoci un “saluto con un rosso e caldo abbraccio”. Fino a 19 anni è stato abbonato a “Il Bolscevico”.
Nel suo velenoso scarabocchio vuol far intendere che quando pendeva dalla bocca dei rivoluzionari napoletani era immaturo. Ma allora come si spiega che nella lettera del 18 novembre 1997 faceva la lezione “al compagno Segretario Scuderi” sulla concezione della donna con queste parole?: “Perché parlate di donna in genere, quasi fosse una categoria a se stante? Una classe sociale definita? Secondo me bisognerebbe fare una grossa differenza tra donna proletaria e donna borghese! La stessa festa dell'8 marzo dovrebbe, almeno nell'ambito comunista, essere dedicata non alla donna, bensì alla donna proletaria!”
Potremmo seppellirlo sotto tante sue citazioni, ma per brevità possiamo chiudere qui.
Non prima però di aver ricordato che il “ragazzino” a un certo punto se la fece sotto e sparì, senza darne alcuna spiegazione, forse andandosi a rifugiare sotto le gonnelle più sicure e a lui allora più consone del PRC. Tra l'altro non se la sentiva di continuare ad affiggere i manifesti del PMLI “siccome, essendo Caserta in questo momento sotto elezioni i poliziotti vigilano i muri e portano i 'clandestini' in questura”.
Con ciò dimostrava di essere un vigliacco, un uomo d'ordine della società borghese. Come adesso, che, inopinatamente e irresponsabilmente, ha accusato la “sinistra radicale napoletana” di esser collusa con la camorra, “una sorta di connivenza ideologica che andava oltre, e probabilmente intendeva giustificare il quotidiano rifornirsi di tutte le droghe possibili”.
Come adesso, che rivolge un “invito ai ragazzi, quelli che ancora non si riconoscono nei fallimenti di questi ridondanti agit-prop... a unirsi in nome di rivendicazioni comuni, non animati dall'odio o dalle teorie del complotto”. Che tradotto significa: lasciate perdere la lotta di classe e il cambiamento radicale della società, pensate solo a migliorarla attraverso il riformismo, il parlamentarismo e la non violenza.
Ben retribuito dalla borghesia, ormai Saviano parla e scrive come un classico rinnegato e venduto. Peccato perché così non rende credibile il suo contributo alla lotta contro le mafie, in particolare contro la camorra.
Non è la prima volta che egli attacca gli anticapitalisti e i contestatori di questa società borghese per compiacere i suoi padroni e la borghesia e le sue istituzioni. Clamorosa la sua lettera aperta “Ai ragazzi del movimento” che avevano osato assediare il Senato. Ce ne siamo occupati sul n. 47/2010 de “Il Bolscevico”. Speriamo che non ce ne dia altre occasioni. Ci sono delle penne anticomuniste più importanti della sua di cui dobbiamo occuparci.

8 ottobre 2014