Via libera delle commissioni giustizia e affari costituzionali della Camera
La natura fascista della polizia di Renzi e Alfano
Telecamere sulla divisa e pistola elettrica

Il 29 settembre le commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera hanno approvato un emendamento del berlusconiano Gregorio Fontana al decreto legge sugli stadi che di fatto autorizza le “forze dell'ordine” ad usare contro i partecipanti a manifestazioni e eventi sportivi il Taser, la micidiale pistola elettrica che, secondo quanto denunciato da Amnesty international: “nel Nordamerica (Usa e Canada) ha mietuto almeno 864 vittime dal 2001 ad oggi”.
Nelle stesse ore il Garante della Privacy ha dato parere favorevole anche all’uso delle cosiddette actioncam, le mini telecamere indossabili sulle divise degli agenti “nel corso di manifestazioni pubbliche” per schedare i manifestanti.
L’emendamento al decreto Stadi (che ora passa al vaglio dell’Aula) è stato approvato all'unanimità da tutte le cosche parlamentari con la sola eccezione di Daniele Farina (Sel) e Emanuele Cozzolino (M5S) che però, da consumati opportunisti, si sono limitati a criticare il metodo e non certo il merito della questione affermando che: l'introduzione del Taser “non è esigenza urgente e necessaria tale da essere inserita in un decreto legge”.
In realtà le pistole Taser e le mini telecamere non sono altro che la versione moderna e tecnologica del manganello, dell'olio di ricino e delle liste di proscrizione di mussoliniana memoria e fanno parte di una precisa strategia piduista tesa alla completa fascistizzazione delle “forze dell'ordine” pronte a reprimere violentemente e a schedare chiunque osa contestare il nuovo Berlusconi democristiano Renzi.
Il Taser, in gergo detto anche manganello o storditore elettrico, è classificato come arma non letale. Ma nei vari paesi in cui viene usato, fra cui Usa, Canada, Inghilterra, Francia e Svizzera sono già un migliaio le persone che hanno perso la vita in seguito alla potente scossa elettrica subita. Il Taser infatti nasce proprio come evoluzione del manganello elettrico. A brevettarlo è stato, nel 1969, il ricercatore della Nasa John Cover. La pistola elettrica lancia due dardi che colpiscono il corpo o il vestiario del bersaglio provocando una scarica da 50 mila Volt. L’elettricità arriva alla muscolatura provocandone la tetanizzazione. La persona colpita cade a terra paralizzata per le forti contrazioni rischiando di battere violentemente la testa e di procurarsi fratture e ferite multiple che in diversi casi sono poi risultate mortali o gravemente invalidanti.
Il primo utilizzo su larga scala di pistole elettriche avvenne negli Stati Uniti, Paese nel quale è ancora oggi largamente impiegato dalle forze di polizia. Ovviamente la società che le produce, la Taser International, ha smentito in varie occasioni che l’arma possa rivelarsi fatale. Di tutt’altro avviso l’Onu che, nel 2007, le equiparò a una forma di tortura. Mentre secondo Amnesty International, che negli anni scorsi ha sollecitato più volte il Congresso americano chiedendone la messa al bando, oltre 500 persone hanno perso la vita negli Usa dal 2001 al 2012 dopo essere state colpite da una scossa elettrica durante l’arresto o subito dopo il loro arresto in prigione. Non di rado i casi di decesso successivi a una scarica elettrica di Taser sono finiti sulle cronache di mezzo mondo. Nel 2006, Ryan Wilson un 22enne americano morì per una scarica sparata al termine di un inseguimento. Nell’ottobre 2007 in Canada un cittadino polacco morì, terzo in pochi mesi, per arresto cardiaco sopraggiunto in seguito a una scarica di Taser. Ma la vicenda che ha creato più scalpore risale al 2013, quando a Miami la polizia ha sparato una scarica addosso a un writer appena 18enne: Israel Hernandez-Llach. La sua unica colpa era quella di ridipingere un vecchio fast-food abbandonato. Una volta notata la polizia il ragazzo ha cominciato a correre. Raggiunto dalla scossa, è crollato a terra ed è morto.
Un assaggio di questo ulterioriore di giro di vite repressivo si è già avuto a Napoli in occasione della manifestazione contro il vertice della Bce dove insieme ai manganelli, i lacrimogeni e gli idranti utilizzati per reprimere i manifestanti, hanno fatto l'esordio ufficiale anche le actioncam indossate dagli agenti in assetto antisommossa. Uno strumento che viola pesantemente il diritto alla privacy permettendo di fatto una vera e propria schedatura di massa di chi scende in piazza a manifestare proprio come avveniva ai tempi di Mussolini e del Sifar di De Lorenzo.
Fin dal primo giorno del suo insediamento a Palazzo Chigi il PMLI è stato l'unico partito a denunciare che Renzi rappresenta una reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi; che le sue “riforme” elettorali, istituzionali e costituzionali concordate con il neoduce Berlusconi sono golpiste, antidemocratiche e piduiste. Renzi ha restaurato il fascismo sotto nuove forme, nuovi metodi e nuovi vessilli e non sa offrire al proletariato e alle masse popolari altro che repressione, oppressione, sfruttamento, miseria, disoccupazione e guerra imperialista, fascistizzando lo Stato di diritto e il diritto borghese del lavoro, secondo il piano fascista della P2 e di Berlusconi.
Come ai tempi della dittatura di Mussolini, Renzi ha fatto carta straccia della democrazia borghese, con la connivenza dei media che ignorano chi denuncia questo scempio, a cominciare dal PMLI. La dotazione delle micidiali pistole elettriche e delle telecamere sulle divise alle “forze dell'ordine” sono la conferma della natura fascista e repressiva della polizia di Renzi e di Alfano, più che mai attrezzata e pronta per mettere a tacere proteste e lotte di piazza e impedire che lo sviluppo della lotta di classe nel nostro Paese spazi via questo nero governo.

15 ottobre 2014