Contestati Visco e Forza Nuova a Bologna
Violente cariche delle “forze dell'ordine”

Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
Sabato 18 ottobre circa un migliaio precari, studenti, lavoratori e migranti hanno dato vita ad una importante combattiva giornata di lotta anticapitalista, antifascista e antirazzista a Bologna.
Alle 14,30 il corteo si è formato in Piazza XX Settembre per dirigersi verso le stazione ferroviaria per protestare contro la “Mos Maiorum” l’operazione di polizia europea che colpisce i migranti presenti sul territorio alimentando xenofobia e razzismo.
Il corteo ha poi imboccato via dell’Archiginnasio al grido di “Dove sono le Sentinelle?”, in riferimento alla manifestazione dello scorso 5 ottobre che aveva impedito il raduno delle “Sentinelle in piedi”, “movimento” omofobo sorto per contestare la legge contro l’omofobia, e di Forza Nuova dalla vicina piazza Galvani.
Alle 17,15 la manifestazione arriva in via Farini, nelle vicinanze dell’aula magna dell’Università in via Castiglione dove il governatore di Bankitalia Vincenzo Visco, tra i responsabili delle politiche di austerity e impoverimento delle masse in accordo con la troika e la Bce, invitato dal Mulino (casa editrice storicamente legata alla famiglia Prodi) e dall’Unibo dello “sceriffo” Dionigi, teneva una lectio magistralis, presidiata da un ingente spiegamento di “forze dell’ordine” che impediscono al corteo di proseguire, al lancio di uova e vernice la polizia risponde con 2 violente cariche.
Il corteo è poi ripartito sulle note di “Stalingrado” verso piazza San Domenico dove si teneva un raduno di Forza Nuova con l’annunciata presenza del caporione fascista Roberto Fiore, anche in questo caso le “forze dell'ordine” hanno caricato i manifestanti, e fermato uno di essi.
Il corteo, ripartito nuovamente, si è diretto verso piazza Maggiore sostando davanti al Comune e contestando il sindaco Merola, per poi dirigersi verso la questura per chiedere pubblicamente il rilascio del 32enne Matteo De Petri, il giovane fermato, dove la manifestazione si è sciolta oltre le 22,00 dopo aver appreso che Matteo sarebbe stato trasferito al carcere della Dozza per essere processato per direttissima lunedì 20.
Nonostante la violenta repressione delle “forze dell’ordine” contro la giusta contestazione anticapitalista, antifascista e antirazzista il prefetto Ennio Mauro Sodano ha parlato di “sapiente gestione dell’ordine pubblico”, mentre il sindaco Pd Virginio Merola ha scritto addirittura che “La città ha subito una aggressione violenta e ingiustificata, le forze dell’ordine sono state sottoposte ad assalti premeditati ed organizzati, ancora una volta agenti di polizia e carabinieri hanno riportato ferite solo per assicurare l’ordine pubblico e il diritto costituzionale di manifestare il proprio pensiero”, e questo perché circa una ventina di agenti sarebbero rimasti “feriti” per il lancio di oggetti e per lo scoppio dei petardi, senza citare minimamente i manifestanti feriti dalle ben più dannose manganellate.
Domenica 19 si è svolto un partecipato presidio sotto il carcere della Dozza per manifestare solidarietà a Teo, il ragazzo fermato il giorno precedente e poi condannato a 8 mesi ai domiciliari nel processo per direttissima tenutosi lunedì nel tribunale di Bologna, mentre all'esterno collettivi e centri sociali manifestavano invece per il suo rilascio; questi, durante una conferenza stampa, hanno denunciato che a subire le violenze non sono state le “forze dell'ordine” ma i manifestanti “Le teste spaccate sono le nostre, le braccia rotte sono le nostre e le schiene piegate sono le nostre. Ci sono poliziotti contusi? Può capitare”. Quello che “è stato lanciato è servito per placare la violenza della celere… Perché ci sono almeno 10 o 15 teste aperte, tre compagni con le braccia rotte, schiene martoriate da manganelli impugnati alla rovescia o a due mani. E il Questore viene a parlare di legalità quando i suoi uomini si comportano in questo modo?”. E riferendosi al sindaco Merola “diciamo che si dovrebbe vergognare, ha permesso che piazza San Domenico venisse violentata dai neonazisti di Forza Nuova. Inutile che tenti di lavarsi la faccia con diritti civili omeopatici”.
Ancora una volta si abbatte quindi la repressione poliziesca e giudiziaria del governo del Berlusconi democristiano Renzi contro chi osa contestare il capitalismo e i suoi lacchè fascisti, dimostrando ancora una volta che Renzi indossa la camicia bianca ma in realtà è nera come quella del suoi maestri Mussolini e Berlusconi.
 

22 ottobre 2014