Gli operai della Thyssenkrupp non mollano la piazza
Contro i licenziamenti 30 mila manifestanti in corteo a Terni
Tutta la popolazione appoggia lo sciopero generale. fischiati Camusso e Angeletti

Lo sciopero generale provinciale del 17 ottobre indetto da Cgil, Cisl e Uil contro il piano di lacrime e sangue imposto della Thyssen Krupp che nelle acciaierie di Terni vuole licenziare 537 lavoratori e realizzare un piano di risparmi da 100 milioni è stato coronato da un pieno successo.
Tutta la città con alla testa i lavoratori delle fabbriche, degli uffici, negozi e scuole di tutta la provincia. Presenti anche molte delegazioni di operai in rappresentanza delle fabbriche della limitrofa provincia di Perugia e dell'Umbria intera. Oltre 30 mila manifestanti si sono stretti intorno agli operai della Ast nel concentratmento davanti la sede delle storico stabilimento delle acciaierie in Viale Brin dando vita a un lungo e combattivo corteo. Tutta la popolazione solidarizza con gli operai in lotta. Gli avvocati accanto alle tute blu, in corteo. Intere famiglie ai lati delle strade, con anziani e bambini; tantissimi affacciati alle finestre che al passaggio dei manifestanti lungo le vie cittadine li applaudono e li salutano col pugno chiuso. Tutti i commercianti hanno le serrande dei negozi abbassate e sopra hanno affisso cartelli con slogan come "Io sto con Terni", "Chiudiamo oggi perchè non chiuda la città domani", “Tutti uniti per difendere la nostra fabbrica e la nostra città”. Sul balcone dell'Istituto professionale di stato gli studenti hanno affisso due striscioni con su scritto “L'Ipsia è solidale; l'Istituto con i lavoratori”. In piazza i manifestanti portano anche una finta bara rossa con scritto "La fine di Terni". Molto folto e combattivo anche lo spezzone degli studenti di Terni che hanno aderito allo sciopero in difesa delle acciaierie dopo che il 9 ottobre una rappresentanza studentesca aveva solidarizzato con i lavoratori occupando insieme a loro per alcune ore lo scalo ferroviario della città. Non a caso lo slogan più urlato dallo spezzone degli studenti ternani che sfilano in corteo recita: “Siamo tutti quanti operai” a sottolineare l'unità di lotta fra operai e studenti contro il nemico comune rappresentato dal governo del Berlusconi democristiano Renzi.
Al corteo hanno preso parte anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, quello della Uil Luigi Angeletti e Giuseppe Farina, segretario generale della Fim Cisl che durante il tragitto e poi anche sotto il palco sono stati fischiati e contestati dai manifestanti.
“Oggi doveva essere lo sciopero dei lavoratori ed è invece diventato lo sciopero di tutta la città”, ha provato a dire la Camusso lungo il corteo nel vano tentativo di coprirsi davanti ai lavoratori in lotta. Ma i lavoratori, esasperati da una lotta che va avanti dal 31 gennaio 2012 e memori della selvaggia repressione subita il 5 giugno 2013, questa volta non si sono fatti abbindolare dalle false promesse dei vertici sindacali e giustamente li hanno sonoramente fischiati e contestati. La Camusso, nel tentativo di placare gli animi, è arrivata adddirittura ad invocare uno sciopero generale del settore: "Da Terni a Taranto, forse il governo non si è accorto che tutta la siderurgia è in grande difficoltà. A tutti i metalmeccanici diciamo che sarebbe bene andare allo sciopero generale del settore" ha detto dal palco la segretaria della CGIL. Solo parole al vento, niente più.
Stessa dose di fischi è toccata anche al capo dei crumiri della UIL Luigi Angeletti che da buon opportunista dal palco attacca il governo: "deve smetterla di fare l'arbitro. In piazza c’è il popolo, il governo deve saperlo. Decida da che parte stare" e addirittura propone la nazionalizzazione della fabbrica qualora la Thyssenkrup dovesse perseguire il proposito di chiudere; ma subito dopo davanti alla stampa torna a provocare i manifestanti che lo hanno contestato dichiarando: "Credo ci siano stati alcuni che militano in organizzazioni diverse e immagino centri sociali".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche la Camusso che ha commentato: “Dispiace che mentre la comunità si stringe intorno ai lavoratori Ast, un gruppo di persone estranee al sindacato e alla vertenza abbiano deliberatamente disturbato questa grande prova di unità dei lavoratori ternani”.
Checché ne dicano i vertici sindcali, il grande successo dello sciopero generale e la clamorosa contestazione dei vertici sindacali da parte della piazza, confermano che Terni è una polveriera pronta ad esplodere, lo sa molto bene anche il premier Matteo Renzi che nei giorni scorsi proprio sulla vertenza Ast ha dichiarato di essere: "molto preoccupato” di fronte al “pericolo” che Terni possa diventare la scintilla di un nuovo autunno caldo soprattutto perché, ha chiosato Renzi: “La proposta di mediazione del governo non è stata accolta, le parti sono ancora troppo lontane. Ci sono tre mesi davanti di discussione, cercheremo la ragionevolezza".
No, non c'è tempo da perdere e il governo deve abbandonare ogni attendismo pilatesco e garantire ai lavoratori di Terni che la Thyssen non deve chiudere e nessun lavoratore deve perdere il posto di lavoro.

22 ottobre 2014