A Pisa
Costituito il comando delle forze speciali dell'esercito
Il capo di stato maggiore: “Nell'Est Europa l'Italia deve essere presente, così come si è riproposto il fronte mediorentale”

Nella caserma “Gamerra” di Pisa è stato costituito il 19 settembre il COMFOSE, Comando delle Forze Speciali dell’Esercito, già istituito in prima istanza nel settembre del 2013 nell’ambito del perfezionamento ed “efficientamento” dell'Esercito italiano professionale e interventista dell'imperialismo italiano.
Affidato al generale di brigata Nicola Zanelli, il COMFOSE, unico finora nel suo genere in Italia, unifica il comando del 9° Reggimento d’assalto Col Moschin, il 185° Reggimento Folgore di Livorno, il 28° Reggimento comunicazioni operative Pavia di stanza a Pesaro e il 4° Reggimento alpini paracadutisti Ranger con sede a Verona. A questi si aggiungerà il 26° Reparto elicotteri per operazioni speciali, destinato a trasformarsi in 3° Reggimento elicotteri per operazioni speciali.
Il comando avrà il compito di coordinare il reclutamento e l’addestramento di tali corpi speciali, con l'obbiettivo di garantire l'immediata disponibilità di forze ad “alta specializzazione” per tempestivi interventi in zone ad “alta valenza strategica”.
Quali sono tali zone attualmente? Lo rivela il capo di stato maggiore dell'esercito, Claudio Graziano, presente all'inaugurazione: “Nell’Est Europa – afferma - l’Italia deve essere presente, così come si è riproposto il fronte mediorientale”.
Uno strumento il COMFOSE orientato a rafforzare l'offensività dell'imperialismo italiano, oramai sempre più deciso a giocare un ruolo di primo piano dal punto di vista militare sullo scacchiere internazionale per far valere i suoi interessi economici ed egemonici in concorso con la UE e la Nato ma anche in proprio.
Del resto tale struttura di comando nuova per l'Italia era già in qualche modo suggerita dalle fregole interventiste e guerrafondaie del Vittorio Emanuele III, Napolitano, del nuovo Berlusconi, Renzi, e dell'allora ministra della guerra, Roberta Pinotti, palesatesi definitivamente al Consiglio supremo di difesa. Riunitosi il 18 marzo scorso al Quirinale, sotto la direzione del rinnegato Napolitano, il Consiglio forzava la mano verso la riorganizzazione imperialista delle Forze armate, con l'obbiettivo di dotare l'Italia di “uno strumento militare più pronto ed efficace” anche attraverso una maggiore integrazione “in termini interforze e in termini di organizzazione di comando”.
La strategia dell'innalzamento qualitativo dell'aggressività dell'imperialismo italiano include la militarizzazione del territorio in tutta Italia, l'imposizione del MUOS e della base militare di Sigonella alle masse popolari siciliane, dell'intensificarsi delle schiavitù militari alle masse popolari della Sardegna, dell'ampliamento della base Dal Molin a Vicenza, dell'istituzione del COMFOSE a Pisa, un territorio già violentemente militarizzato a causa della presenza della base statunitense di Camp Darby.
Se non vogliono diventare ancora una volta carne da macello di nuove guerre di rapina e di nuovi interventi militari egemonici sulla scia di quelli compiuti in Iraq e Afghanistan, in Kosovo e Bosnia, in Libano e Somalia, il proletariato, gli antimperialiti e i pacifisti conseguenti devono combattere senza tregua nelle piazze la politica militare interventista e guerrafondaia fissata dal Consiglio supremo di difesa, denunciando e opponendosi duramente a decisioni come l'istituzione del COMFOSE. Devono mobilitarsi per chiedere l'uscita dell'Italia dalla Nato e la chiusura delle basi militari imperialiste, il ritiro delle autorizzazioni al MUOS, a chiusura di Sigonella, la liberazione della Sardegna dalle schiavitù militari, costituendo un unico grande fronte unito di tutte le organizzazioni politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose in tutta Italia che metta in discussione la politica estera imperialista e guerrafondaia del governo Renzi e del rinnegato Napolitano, la costituzione di nuove strutture di controllo imperialista come il COMFOSE, l'aumento della spesa militare, l'acquisto di nuovi e sempre più micidiali armamenti, la crescente povertà e insicurezza del territorio italiano, la sua devastazione, la partecipazione alla NATO, i patti militari imperialisti tra l'Italia, UE ed USA.

12 novembre 2014