Per contestare la cementificazione dell’area di Bagnoli
Le “forze dell'ordine” di Renzi e Alfano caricano il corteo contro lo “Sblocca-Italia” a Napoli
Un grande e combattivo corteo composto da tantissimi giovani, “sindacati di base” e comitati vari. Tre manifestanti feriti, due dei quali finiti all'ospedale
De Magistris condanna la violenza dei manifestanti

Redazione di Napoli
Venerdì 7 novembre migliaia di manifestanti sfilavano a Napoli per le vie di Bagnoli per raggiungere Città della Scienza e protestare contro l’ormai legislazione denominata “Sblocca-Italia”, una normativa tutta a favore die padroni e varata dal governo antipopolare del nuovo Berlusconi Renzi.
Un corteo compatto e combattivo che chiedeva a gran voce il ritiro della legge e in particolare le voci sulla cementificazione selvaggia che riguardano anche la zona Ovest di Napoli, quella che interessa tutta l’area ex-Italsider e il quartiere di Bagnoli. Una nuova colata di cemento sarebbe, in realtà, in arrivo, ben “coperta” dall’ennesimo imbroglio delle bonifiche mai fatte, dopo gli incredibili fallimenti delle giunte antipopolari Bassolino, Iervolino e De Magistris che in circa venti anni e tramite l’ormai defunta società partecipata comunale Bagnolifutura, non hanno risolto un solo problema nell’area a ridosso di Coroglio.
Il corteo, formato dai giovani dei centri sociali, dall’Usb, Cobas, Comitato “Stop al biocidio”, Comitato “Acqua pubblica bene Comune” e i No Triv contro le trivellazioni, soprattutto nella zona dell’avellinese, veniva autorizzato in tutto il percorso chiesto dai manifestanti.
Nella tarda mattinata, verso le 12, inspiegabilmente, la manifestazione trovava sul suo percorso decine e decine di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa che seguivano e poi bloccavano i partecipanti proprio all’entrata della Città della Scienza. Nei diversi video che riprendono il momento, si sente la voce di alcuni ragazzi che chiedono “perché ci bloccate? Siamo autorizzati a passare! Perché lo state facendo?” rivolgendosi alle “forze dell’ordine” del gerarca Alfano che dopo poco inscenavano una vera e propria carica contro i manifestanti. Seguivano altri “alleggerimenti” questa volta con lanci di lacrimogeni che disperdevano i manifestanti, nonostante una tenace resistenza che rivendicava il diritto a manifestare nel rispetto del percorso concordato. Nulla di tutto questo, ma anzi i partecipanti secondo le penne velenose del quotidiano di Caltagirone Il Mattino , Elena Romanazzi, Valerio Esca, Pietro Treccagnoli e Giuseppe Crimaldi, sarebbero stati i “violenti” da respingere e i poliziotti “vittime della violenza”.
A questa canea contro la manifestazione si è aggiunta anche la presa di distanza della giunta antipopolare arancione, presente opportunisticamente al corteo: “la violenza è sempre e comunque da censurare – afferma il neopodestà De Magistris a Radio Kiss Kiss – la nostra giunta è animata da una forte spinta ideale alla non violenza. Le nostre mani sono oneste, non le teniamo in tasca ma le tendiamo in segno di solidarietà e di pace”. L’ex pm ribadisce che non è la piazza a dover decidere o combattere la legge sullo Sblocca-Italia, “ma ogni possibile mezzo giuridico” relegando eventualmente ai Tribunali la possibilità di dichiarare illegittima la normazione voluta da Renzi. A fare eco alle parole di De Magistris ci pensava il suo vice, il falso comunista Tommaso Sodano, il quale si lanciava addirittura in una dichiarazione di “ferma condanna alla violenza e agli scontri” nella serata dopo aver partecipato al corteo della mattinata e poi rinunciato proprio per gli “episodi di violenza” (sic!). Al codazzo di prese di distanza si aggiungevano anche gli interventi di Arturo Scotto (Sel) e Roberto Fico (M5S) che con un secco “no alla violenza” rivolgendosi ai manifestanti e non alle “forze dell’ordine” annunciavano, in linea con la giunta antipopolare arancione, un “ricorso” contro lo “Sblocca-Italia”.
Diversa la versione dei Comitati presenti al corteo: “percorsa via Coroglio e arrivati a Città della Scienza – affermano gli attivisti - volevamo semplicemente tenervi l'assemblea pubblica con le decine di realtà che hanno animato la manifestazione. Di fronte a migliaia di persone, la decisione è stata rigida e irresponsabile, chiudendo entrambi gli accessi. Si è scelto invece di tentare di umiliare il corteo. Alla fine la tensione è cresciuta, c'è stato il tentativo della manifestazione di passare e la risposta con le cariche e i lacrimogeni di polizia e carabinieri. Due manifestanti sono finiti all'ospedale in ambulanza per le manganellate, mentre un terzo, leader storico degli operai Italsider, è stato pesantemente picchiato e ferito in testa. Davanti a quei cancelli chiusi eravamo i giovani e la gente di questo quartiere con la rabbia e la delusione per quello che è successo in questi vent'anni e per la nuova speculazione che si annuncia”.
Noi marxisti-leninisti solidarizziamo con i manifestanti e condanniamo le vergognose cariche delle “forze dell’ordine” del governo del Berlusconi democristiano Renzi e del suo lacchè il gerarca Alfano. La legislazione relativa allo “Sblocca-Italia” non è altro che un enorme favore ai padroni e alle loro tasche che verranno notevolmente riempite da questa manovra che sarà foriera di una cementificazione selvaggia, soprattutto nel Mezzogiorno, dove l’area di Bagnoli di forte interesse e rilancio, non può essere relegata a catino di costruzioni di alberghi, grandi ristoranti o centri commerciali, senza tener conto dell’ambiente e della possibilità di costruire, una volta bonificata l’area, un grande parco verde, nuovo polmone della città di Napoli.

12 novembre 2014