Generosi regali di Renzi al Vaticano
Esenzioni dalla Tasi, soldi pubblici alle scuole private, stop su eterologa e coppie di fatto

 
È vero che, a cominciare dalla stipula dei Patti lateranensi del 1929 tra Mussolini e il cardinale Gasparri, non vi è stato governo italiano che non abbia ricercato la prezzolata benedizione del Vaticano, prezzolata in quanto le gerarchie ecclesiastiche chiedono sempre qualcosa in cambio dai vari governi, e le masse popolari - cattoliche e non - pagano il conto sia con un esborso economico sia dovendo rinunciare a diritti civili.
Il governo Renzi non fa eccezione nei rapporti con Bergoglio che, tra un simpatico sorrisetto e l’altro, tra una battuta bonaria e l’altra, riesce a farsi regalare l’esenzione dal pagamento sia della TASI sia dell’IMU sugli immobili ecclesiastici, non solo su quelli destinati al culto, ma anche su quelli a destinazione commerciale, dove tale franchigia per i commercianti ecclesiastici è una vera e propria ingiustizia nei confronti degli altri commercianti: infatti gli edifici commerciali di proprietà di enti ecclesiastici continuano a essere quasi totalmente esentati dal pagamento sia di IMU che di TASI, nonostante una direttiva dell’Unione Europea abbia minacciato di sanzionare l’Italia per un chiaro trattamento discriminatorio ai danni di alcuni imprenditori (quelli laici) a favore di altri (quelli ecclesiastici), in quanto entrambi, svolgendo le attività descritte negli articoli 2082 e 2083 del codice civile, rientrano a pieno titolo nella definizione di “imprenditore” la cui attività deve svolgersi, secondo i Trattati comunitari, in modo pienamente concorrenziale, fatto quest’ultimo che determinò a suo tempo la fine degli aiuti di Stato alla FIAT dell’avvocato Agnelli. Quindi già il governo Monti decise di far pagare agli enti ecclesiastici i tributi immobiliari almeno per le parti degli edifici adibiti ad uso commerciale, anche se fu emanato da parte del suo governo, volutamente, un regolamento di attuazione talmente farraginoso che è rimasto inapplicato, e infatti le imprese ecclesiastiche hanno finora versato delle briciole, a dispetto del gigantesco giro di affari. Con Renzi la musica non cambia, gli unici immobili ecclesiastici a essere tassati sono gli alberghi, mentre sono esentate le cliniche convenzionate e anche le scuole purché facciano pagare rette simboliche, e una circolare del ministero del Tesoro ha chiarito che tali rette non debbano superare i 7.000 euro l’anno (Sic).
Oltre a tale spudorato favore fiscale le scuole private (praticamente quasi tutte gestite da enti ecclesiastici) godranno di finanziamenti diretti da mezzo miliardo di euro l’anno e Renzi sta progettando di concedere ampi sgravi fiscali sulle donazioni dirette ad enti gestori di scuole (quasi tutti ecclesiastici).
Anche sul tema dei diritti civili i genitori, le coppie di fatto, gli omosessuali da tempo chiedono ai vari governi di veder riconosciuti i loro diritti, ma finora non ha fatto niente il governo presieduto da Matteo Renzi, il quale peraltro prima di insediarsi a Palazzo Chigi aveva promesso mari e monti in tal senso: sulle coppie di fatto le Camere hanno discusso una proposta di legge votata trasversalmente e ferma in Senato, ma a fine luglio Renzi, in un’intervista concessa al quotidiano “Avvenire” della Conferenza episcopale italiana ha definito tale testo ormai superato, annunciando un apposito disegno di legge del governo, che suona come l’ennesimo tentativo di ritardare quanto più possibile l’introduzione di una regolamentazione della materia e suona altresì come l’ennesimo regalo al Vaticano, preoccupato da sempre per l’introduzione di simili norme.
Per la fecondazione eterologa poi, dopo che la Corte costituzionale ha bocciato la legge 40 e ha consentito di ricorrere a donatori esterni alla coppia, Renzi si attiva immediatamente per bloccare il decreto che il ministro Lorenzin aveva già scritto, sostenendo che ci deve pensare il Parlamento con una legge, rendendo la legge di fatto inapplicabile, altra cosa che da sempre desidera il Vaticano.
Infine, per ciò che riguarda l’8 per mille, Renzi vuole regalare agli enti ecclesiastici anche una quota dei soldi lasciati allo Stato dai contribuenti: già lo scorso anno il governo Letta aveva stabilito che parte dell’8 per mille lasciato all’erario andasse a beneficio dell’edilizia scolastica, senza specificare se pubblica o privata, ma il 1° settembre, quando alla Camera è arrivato il decreto attuativo del governo, si chiariva che il denaro sarebbe andato a beneficio, oltre che delle scuole pubbliche, anche di quelle gestite dal Fondo edifici di culto, ossia le scuole cattoliche.
 

12 novembre 2014