Come facevano Mussolini, Berlusconi e Craxi
Renzi attacca i sindacati e tira dritto disprezzando la piazza
Il nuovo Berlusconi contestato a Bologna, Parma e Cosenza. In queste due ultime città la polizia carica i manifestanti
I contestatori: "Renzi carogna, fuori da Bologna", “Renzi buffone, Marchionne è il tuo padrone”, "Renzi presidente della Confindustria"

Ci risiamo! Non passa giorno che Renzi non attacchi i sindacati e i lavoratori. Al massimo riesce a stare zitto mezza giornata, invia qualche twitter “moderato”, tenta invano di assumere un atteggiamento apparentemente meno provocatorio, magari consigliato da qualche uomo del suo staff, ma alla fine la sua vera natura, la sua aggressività neofascista esce allo scoperto in tutta la sua virulenza.
Renzi è andato in Emilia-Romagna e in Calabria a sostenere i candidati PD alla carica di governatore in queste due regioni che il 23 novembre andranno alle urne, e non ha perso l'occasione per lanciare i suoi strali contro chi si oppone alla politica del suo governo. E' partito dall'Emilia, dove il consiglio regionale è stato travolto dallo scandalo “spese pazze”, dove i rappresentanti di tutti i partiti hanno utilizzato per scopi personali come cene, vacanze e persino “attrezzi” sessuali milioni di euro di fondi pubblici.
A Parma Renzi inizia ancora una volta dalle fabbriche, ma non da chi ci lavora ma da chi le possiede. Visita alla Pizzarotti prefabbricati (il cui titolare è stato coinvolto nel 1992 nell’inchiesta di tangentopoli per l’appalto dell’aeroporto Malpensa) e alla Barilla, e giù lodi agli industriali perché per Renzi ovviamente la ricchezza non viene prodotta dal proletariato bensì dai padroni. Quest'ultimi contraccambiano la politica in loro favore attuata dal governo sostenendo con forza Renzi, invece i lavoratori e le masse popolari lo contestano ovunque.
Quando si è recato in municipio a Parma per incontrare il sindaco a 5 stelle Pizzarotti ad attenderlo c'erano i lavoratori organizzati dalla Fiom e i centri sociali. Nei cartelli si leggevano questi slogan come questi: “Renzi buffone, Marchionne è il tuo padrone”, "Renzi presidente della Confindustria". Renzi è sgattaiolato dentro da un'uscita secondaria mentre la polizia ha caricato i manifestanti appena questi si sono avvicinati.
Successivamente si è recato a Bologna, al Paladozza, dove è andato a chiudere la campagna elettorale per il candidato PD Stefano Bonaccini. Anche qui dura contestazione, con diverse centinaia di manifestanti appartenenti alla Fiom e all'Usb, ai centri sociali cittadini, ad alcuni movimenti e collettivi studenteschi bolognesi a cui si è unito il corteo dei tirocinanti delle Procure di tutta Italia. Cartelli, fumogeni e lancio di uova e pomodori. Per le strade, riprendendo uno storico slogan antifascista è stato più volte gridato un efficace. "Renzi carogna, fuori da Bologna"
Venerdì 21 novembre contestazione anche a Cosenza tanto che parecchi siti d'informazione on-line hanno titolato “l'incubo di Renzi, contestato ovunque”. Centinaia di persone si sono ritrovate nelle strade della città calabrese per protestare contro il Jobs Act, la legge di stabilità (leggi finanziaria) e la disoccupazione dilagante nella regione più povera d'Europa. Qui Renzi ha fatto solo una fugace apparizione a sostegno del candidato regionale PD Mario Oliverio, neanche una parola sulle tragiche condizioni in cui versa la Calabria.
Il gruppo di manifestanti formato da centri sociali, comitati per la casa, disoccupati, lavoratori in mobilità è stato pesantemente caricato appena questo si è avvicinato all'auditorium dove era atteso Renzi, un giovane è stato ricoverato in ospedale per una manganellata in testa. Alfano dopo la vergognosa aggressione ai lavoratori delle acciaierie di Terni aveva promesso che le “forze dell'ordine” avrebbero caricato solo in casi estremi ma invece vengono utilizzate per sopprimere qualsiasi dissenso.
Il Berlusconi democristiano Renzi ha accusato le contestazioni e ha risposto con rabbia e disprezzo. Ecco alcune dichiarazioni rilasciate nel suo tour elettorale: "Anziché passare il tempo a inventarsi ragioni per fare gli scioperi, io mi preoccupo di creare posti di lavoro”, indirizzata ai sindacati e in particolare alla Cgil; "fuori da qui possono dire quello che vogliono, ...non ci fate paura" , riferendosi ai contestatori. E ha lanciato ancora i suoi slogan fasulli: “il governo non vole togliere i diritti ma estenderli” e “il sindacato vuol dividere i padroni dagli operai”.
La Camusso gli ha risposto che lui vuol parlare solo con chi gli dà ragione mentre sul lavoro la politica del governo non lo favorisce per niente, semmai vuol ridurre il rapporto di lavoro a pura servitù medioevale mentre Landini gli ha mandato a dire che la gente che lavora e tira la carretta è contro di lui. Ma la migliore risposta la stanno dando i lavoratori, i giovani e le masse popolari che continuano a contestarlo in tutte le piazze d'Italia. E a negargli il voto.
E' così che si fa. E' sbagliato e non aderente alla realtà trattare Renzi come “ebetino”, “Renzie” parafrasando Fonzie, oppure definirlo pagliaccio o parolaio come fa spesso il demagogo di destra Beppe Grillo. Renzi è tutto fuorché uno sprovveduto e ha come maestri Mussolini, Craxi e Berlusconi e lo vediamo benissimo quando disprezza la piazza. Come il duce vuol fare l'uomo forte che “sistema” l'Italia, come l'ex segretario del PSI se ne frega della piazza, come il neoduce vuol dare mano libera ai padroni nel licenziare i lavoratori.
Questo neofascista di provenienza democristiana va fermato con tutti i mezzi, legali e non legali, fino a spazzare via il suo governo e le sue politiche antioperaie e reazionarie. Continuiamo a opporci in tutte le piazze di tutte le città d'Italia e prepariamoci a sferrargli un altro potente pugno rosso il 12 dicembre in occasione dello sciopero generale.

26 novembre 2014