Autorizzate dallo “Sblocca-Italia” del governo Renzi
La Basilicata si rivolta contro le trivellazioni selvagge
Il PMLI appoggia la lotta delle masse lucane

La devastazione ambientale, oltre che economica, dell'Italia avanza come un carrarmato con lo Sblocca Italia e per la Basilicata prevede che il territorio sia interessato alla ricerca, estrazione e raffinazione di idrocarburi per circa i 3/4 della regione.
Giustamente infuriati i lucani, martoriati da emigrazione (3.000 giovani ogni anno devono abbandonare questa terra, da povertà), da disoccupazione, poiché l’industria petrolifera in venti anni ha portato ben poca ricchezza alle masse popolari, che hanno dovuto subire la distruzione dell'economia agricola, mentre le istituzioni borghesi assistevano immobili all'esodo di migliaia di agricoltori dai campi, alla chiusura di 24 mila aziende, all'abbandono di 25 mila ettari di superficie coltivata. Se poi si vuole parlare dei danni ambientali si può raccontare di una Basilicata che muore per i fanghi e i fluidi perforanti, per i metalli pesanti abbandonati o sotterrati nei campi, per l'inquinamento delle falde acquifere e delle acque superficiali, ma anche della diffusione sempre più ampia dei tumori e dell'abbassamento dell'età dei malati.
Ormai sono giornaliere le proteste contro lo “Sblocca Italia” che va ad aggravare la situazione ormai al collasso. Tra le più grandi manifestazioni quella dell'8 novembre a Potenza con i giovani e i giovanissimi in prima linea, arrivati da tutta la Basilicata. “Mo’ Basta!” urlano i giovani, “Basta petrolio, povertà, inquinamento, malaffare!” riferendosi ai decenni di sfruttamento del territorio, alle connivenze tra petrolieri e istituzioni borghesi e all'aggravamento della situazione imposto dallo “Sblocca Italia”
Dure le contestazioni a Renzi, che qualche settimana prima aveva insultato le masse popolari lucane definendo i manifestanti “tre, quattro comitatini”. Sotto accusa anche per il governatore Marcello Pittella, PD, che ha appoggiato lo “Sblocca Italia” di Renzi: “Andatevene via – urlano i manifestanti - Volete trasformare questa regione in un grosso pozzo, una grossa discarica”.
Le proteste di studenti, comitati, associazioni, movimenti ambientalisti continuano anche in altri centri e vedono ovunque in prima fila i giovani. E' Potenza la città più attiva, ma la mobilitazione è culminata il 23 Novembre nella manifestazione regionale “giù le mani dalla nostra terra” a Matera dove sono confluiti centinaia di manifestanti da ogni parte della regione. E' una data simbolo quella del 23 novembre: 34 anni fa il terremoto investiva il Sud Italia, provocando migliaia di morti in Campania e Basilicata, e 11 anni fa in centomila a Scanzano Jonico (Matera) marciavano contro la realizzazione del sito unico nazionale dei rifiuti nucleari italiani.
Durante la manifestazione del 23 novembre è stato chiesto al governatore Pittella l’impugnazione presso la Corte Costituzionale dell’art. 38 dello “Sblocca-Italia” che consente procedure semplificate e accelerate sulle infrastrutture definite “strategiche”, senza che vengano individuate le priorità, senza che si applichi la Valutazione ambientale strategica (Via) che, da marzo 2015, diventa competenza del ministero dell’Ambiente e non più delle Regioni. Un articolo che dà mano libera ai speculatori e cementificatori e subordina ai forsennati diktat del governo Renzi ogni lembo di territorio italiano.
Il PMLI saluta e appoggia la lotta delle masse lucane contro lo Sblocca Italia e condanna duramente l'atteggiamento arrogante e aggressivo del governo Renzi e delle massime istituzioni regionali. Il progetto di ridurre la Basilicata ad una terra di trivellazioni fa parte del complessivo devastante progetto renziano del massimo profitto capitalista, da ottenere sul piano nazionale con l'abrogazione dei diritti dei lavoratori, tra cui l'articolo 18, e l'imposizione del Jobs Act, con il ladrocinio legalizzato delle risorse naturali e delle ricchezze delle masse popolari attraverso la Legge di Stabilità, lo Sblocca Italia, il famigerato Piano casa.
Siano soprattutto i giovani in testa a questa lotta ad innalzare il livello dello scontro assumendo come parole d'ordine oltre al “No trivellazioni! No Sblocca Italia”! Anche No al precariato e al Jobs Act che condannano le masse giovanili lucane ad una vita di disoccupazione ed emigrazione, no alla Legge di Stabilità e al Piano casa che condannano alla povertà la regione e tutto il Sud. Che i giovani lucani rivendichino il risanamento ambientale, il diritto al lavoro, allo studio, all'abitare, alla sanità, all'acqua pubblica per il nostro Sud. Soltanto comprendendo che il principale antagonista è il Berlusconi democristiano e i suoi famigerati provvedimenti su ogni fronte e assumendo la parola d'ordine “Spazziamo via il governo Renzi”! Potremo salvare la nostra amata Basilicata dallo scempio ambientale, economico e sociale.
 
 

3 dicembre 2014